Mito, storia e tradizione della calendula
Pubblicato il Maggio 22, 2018 - Benessere

La Calendula è una pianta ricca di storia e da sempre rappresenta un “concentrato di salute”.
Fin dai tempi più antichi è stata venerata ed utilizzata proprio per le sue infinite proprietà e virtù e come si può ben immaginare molti antichi scrittori ne hanno decantato i numerosi privilegi.
Calendula officinalis è il suo nome scientifico e deriva dal latino Kalendae, calende, primo giorno del mese nel calendario romano, in riferimento alla fioritura mensile nel periodo estivo di questa meravigliosa pianta. Sia i latini che i greci erano soliti chiamarla Solsepium = seguace del sole proprio per il fatto che i fiori si aprono e si chiudono al sorgere e al calare del sole.
Un’antica leggenda greca ha influenzato nei secoli l’idea che questa pianta fosse un simbolo di sottomissione e di dolore. Infatti si narra che Afrodite crebbe con Adone, figlio di Mirra e Tia, poichè la madre Mirra era stata trasformata dagli Dei in un albero per punirla. Afrodite si innamorò del giovane Adone e questo fece andare su tutte le furie suo marito Marte, il dio della guerra. Marte, per vendicarsi, scagliò contro Adone un cinghiale con l’ intento di ferirlo a morte. Adone, rimasto ferito, venne protetto da Afrodite che lo nascose in una cassa e lo affidò alle cure di Proserpina, la regina degli Inferi. Proserpina, però, incuriosita dal contenuto della cassa decise di aprirla e si innamorò anche essa del giovane e bello Adone. Quando Afrodite le chiese di restituirle la cassa e questa si rifiutò, si appellò a tutti gli Dei dell’Olimpo per riparare al torto subito. Zeus, allora, stabilì che Adone dovesse trascorrere una parte dell’anno con Afrodite, tra i vivi, e l’ altra con Proserpina, tra i morti.
Quando Adone tornò negli Inferi, Afrodite pianse amaramente e dalle lacrime versate si generò una pianta di Calendula che, come Adone, sarebbe stata destinata a periodi di vita alternati a periodi di morte.
La Calendula è da sempre stata associata al dolore e al rancore, in particolare per i messicani è il fiore simbolo della morte. Infatti una leggenda narra che le Calendule, portate dai conquistatori, si siano sviluppate e diffuse nel territorio messicano a causa del sangue versato dagli indigeni, vittime della colonizzazione dei bianchi.
Per gli inglesi le Calendule sono simbolo di gelosia, infatti secondo le credenze popolari, esse sono delle zitelle che , non essendo mai state amate da nessuno, alla loro morte si trasformano in Calendule gialle dalla rabbia.
Tuttavia, il suo lato triste e malinconico che lega il fiore alle pene d’amore, alla gelosia e al rancore, trova la sua nemesi nelle eccellenti proprietà curative.
Prima di parlare delle numerose virtù curative è bene procedere con una breve descrizione botanica.
La Calendula è diffusissima come pianta spontanea nelle regioni dell’Europa meridionale, in particolar modo lungo le coste del Mediterraneo ma anche in località collinari, nei prati e nei terreni incolti.
È una pianta erbacea annuale con una radice a fittone e numerose radichette laterali; il fusto, variamente ramificato, può talvolta raggiungere e 70-100 cm. Tutta la pianta è coperta da peli scabri e ghiandole. Le foglie sono alterne al fusto, il margine è dentato. I fiori, inseriti al termine dei rametti, sono riuniti in capolini, circondati da brattee coperte da peli ghiandolosi. I frutti sono degli acheni di forma variabile da arcuati ad alati a semplici, sono tutti rugosi o muniti di aculei.
La droga è rappresentata da capolini, sommità fiorite e foglie.
Quando si raccoglie?
I fiori e le sommità fiorite si raccolgono preferibilmente in aprile-giugno e in settembre-novembre. I capolini si recidono con le unghie appena sotto la loro inserzione, le sommità fiorite si ottengono raccogliendo i rametti quando la maggior parte dei capolini è aperta. Le foglie si raccolgono da marzo a novembre, staccandole con le mani una per una.
Come si conserva?
Tutte le parti della pianta si essiccano lontane dal sole disponendole in strati sottili e rimuovendole spesso; si conservano al buio in recipienti di vetro o porcellana.
Le speciali proprietà della Calendula…
È considerata un ottimo antisettico, antispasmodico, antinfiammatorio, cicatrizzante, coleretico ed emmenagogo. La Calendula ha notevoli proprietà idratanti, emollienti e lenitive. I suoi fiori freschi, leggermente tritati possono essere applicati come lenitivo in tutti i casi di infiammazione della pelle. L’infuso preparato con i fiori è ottimo come lozione per le pelli delicate. Le foglie di Calendula hanno proprietà callifughe: si applicano fresche più volte al giorno sulla parte interessata, proteggendo accuratamente la pelle circostante.
I consigli dell’erborista. Concludiamo con alcuni rimedi “fai da te”.
Una tisana disintossicante: versare un cucchiaino di fiori in una tazza da tè di acqua calda. Coprire e filtrare dopo 10 minuti. Berne, addolcendo con miele, tre tazze al giorno.
Un tonico per depurare la pelle: macerare 30 g di fiori in mezzo litro di acqua calda, coprire e filtrare dopo 20 minuti. Aggiungere il succo di un limone e usare mattina e sera. Oltre a svolgere un’azione tonica sui tessuti, il preparato pulisce i pori, liberandoli dai comedoni.
Un infuso contro l’acne ribelle: in una tazzina da caffè di acqua calda versare un cucchiaino di fiori e coprire; filtrare dopo 5 minuti. Berne una tazzina al mattino a digiuno e una alla sera prima di andare a dormire.
Un olio antirughe ed emolliente per i bimbi: macerare in 250 g di olio d’oliva 20 g di fiori di Calendula per 10 giorni tenendo il flacone al buio. Filtrare con un telino e spremere molto bene. Questo olio è ottimo per lenire le irritazioni dei bimbi.
Per favorire le mestruazioni: versare due cucchiai di fiori in mezzo litro di acqua calda e bollire per un minuto. Coprire e filtrare dopo 5 minuti. Bere durante la giornata iniziando la cura 8 giorni prima delle mestruazioni.
Concludiamo con una ricetta culinaria…
L’ACETO ALLA CALENDULA
Ingredienti:
- fiori di Calendula
- aceto di vino
Procedimento:
Mondate con cura i fiori di Calendula, quindi poneteli ad essiccare al sole per una decina di giorni. Trascorso questo tempo, disponeteli in un vaso a chiusura ermetica e versatevi sopra l’aceto. Chiudete il vaso e lasciate riposare il tutto per 40 giorni. Filtrate ed imbottigliate. Questo aceto, dal gusto particolarissimo, è ottimo per condire ogni genere di insalata.
Dott.ssa DI LEVA LUISANA
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