Tutto quello che non sapevi sull’asparago (Asparagus officinalis L.)

Pubblicato il Maggio 6, 2015 - Benessere

Asparagi, come utilizzarli in cucina e in fitoterapia

L’Asparagus officinalis L. è una pianta che appartiene alla famiglia delle Liliaceae.

Il nome deriva dal greco asparagos ma la sua origine è controversa visto che per alcuni deriva da asper (aspro, ruvido), per altri da spargao, cioè essere turgido, riferito ai getti commestibili o turioni; per altri ancora il termine deriva da spargo, cioè non semino, per il fatto che la pianta si propaga per via vegetativa.

La pianta è erbacea e perenne, alta da 40 ai 150 cm, con rizomi brevi e numerose radici fascicolate, dotata di getti primaverili edibili da cui partono fusti eretti, glabri, flessibili, molto ramificati, con fascetti di 3-9 cladodi (false foglie) molli e capillari.

A maggio-giugno appaiono i fiori che sono piccoli, solitari o a coppia al termine di un peduncolo articolato, di colore bianco-giallo.

I frutti sono piccole bacche rosse che contengono un grosso seme nero. L’asparago è distribuito nella zona Euromediterranea e lo troviamo nella forma spontanea nei querceti, boschi a roverella, castagneti, faggeti, ma anche nei luoghi erbosi o sabbiosi umidi. E’ anche una specie coltivata.

In cucina si utilizzano i getti o turioni, raccolti in aprile-maggio. La pianta contiene una sostanza chiamata asparagina (causa il cattivo odore conferito dagli asparagi alle urine  dovuto al suo derivato, il metilmercaptano), arginina, colina, un olio etereo, grassi, resine, mucillagini, zuccheri e sali potassici, acido gallico, vitamine B1, B2, B9, C e PP, sostanze che hanno proprietà diuretiche idruriche.

In fitoterapia si utilizzano il rizoma e le radici, il periodo balsamico è l’autunno: si tagliano le radici in sezioni non troppo sottili e vengono essiccate in scatole di legno poco profonde. Dopo l’essiccatura le sezioni di radice potranno essere tagliate in sezioni più piccole, anche se è meglio rimandare il più tardi possibile la frantumazione, per migliorare la conservabilità.

Le attività dell’asparago sono diuretica, lassativa soprattutto, ma anche sedativa e tonica a livello cardiaco. L’effetto diuretico di volume è forte e persistente, indicato per soggetti con acidità urinaria, ma anche utile per infiammazioni articolari legate alla presenza  di urati e per soggetti affetti da gotta; può aiutare a prevenire calcoli renali da urati. È un utile lassativo leggero in casi nei quali i catartici più forti siano controindicati (gravidanza, anziani, riposo forzato a letto) anche se in gravidanza, specialmente nell’ultimo trimestre, la stimolazione renale potrebbe essere controindicata ed è quindi consigliato il consulto del ginecologo.

Nell’uso tradizionale il decotto dei giovani rami si utilizzava per curare le emorroidi, mentre i turioni, tritati con aglio, erano applicati sulla pelle come repellenti nei confronti delle api. Come è noto, i turioni sono un ricercato ingrediente in cucina sia per frittate che bolliti.

Anche artisti famosi si sono occupati di questa pianta: il pittore E. Manet ha fatto dell’asparago il protagonista di due grandi opere, “Una botte d’asperse” e “L’asperse”.

La storia singolare di questi quadri è nota: Edouard Manet vende a Charles Ephrussi, un noto banchiere amante dell’arte, al prezzo di ottocento franchi, una tela intitolata “Un mazzo di asparagi”. Ephrussi, tuttavia, paga l’artista con mille franchi e Manet, il quale ha classe e spirito da vendere, dipinge un ulteriore asparago e glielo invia accompagnato da questo bigliettino: “Ne mancava uno al vostro mazzo”.

 ANJA LATINI

Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S

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