Taglio tisana: la qualità percepibile con i sensi
Pubblicato il Settembre 11, 2014 - Piante officinali
La qualità dei tagli tisana viene espressa ufficialmente tramite il contenuto in principi attivi indicato dalla Farmacopea Ufficiale; tuttavia nella realtà di ogni giorno risulta impossibile basarsi su analisi così complesse e costose.
Ma allora come possiamo valutare la qualità reale dei prodotti che acquistiamo?
Nella maggior parte dei casi non è tanto il consumatore finale quanto la figura dell’erborista a trovarsi nella posizione di dover valutare l’accettabilità o meno del prodotto prima dell’acquisto.
La “qualità sensoriale”, ovvero la qualità percepibile con i sensi, riveste un ruolo fondamentale in questa scelta.
L’erborista, anche se inconsciamente, applica l’analisi sensoriale ogni giorno quando si trova a dover dare una valutazione del prodotto mediante sensi come vista e olfatto.
Nella definizione di qualità globale di un prodotto erboristico però la qualità sensoriale non è l’unico fattore da prendere in considerazione; è facile immaginare infatti come ad esempio anche prezzo, marketing, paese d’origine o comodità d’acquisto possano influenzare la scelta del prodotto.
Presso l’Università di Padova è stato condotto uno studio sull’analisi sensoriale dei tagli tisana allo scopo di “pulire” il giudizio sensoriale dell’erborista da tutti questi fattori “di disturbo” ottenendo così un giudizio di qualità sensoriale puro e basato solamente su parametri visivi e olfattivi. Una volta fatto ciò lo studio è andato a valutare quali fossero le caratteristiche sensoriali che più influenzavano i giudizi degli erboristi.
Nello studio sono stati coinvolti trentacinque erboristi di un’età compresa tra 22 e 59 anni e sono stati sottoposti al loro giudizio i prodotti di sette tra le maggiori aziende italiane produttrici di tagli tisana. I tagli scelti sono stati tre: melissa, tarassaco e finocchio e per ognuno di essi gli erboristi hanno dato differenti punteggi a parametri di odore, di colore, di presenza di materiali estranei e molti altri.
I risultati dello studio hanno evidenziato comportamenti molto interessanti: innanzitutto si sono individuati i parametri che più influenzano la scelta del prodotto e si è evidenziato come l’erborista dia un giudizio più favorevole quanto più il prodotto presenta un odore pronunciato e delle dimensioni omogenee dei tocchetti, mentre consideri come fattore negativo soprattutto la colorazione spenta.
Queste informazioni potrebbero essere utili dal punto di vista industriale in quanto con semplici operazioni di setacciamento o con essiccazioni meno spinte si potrebbero soddisfare maggiormente i livelli di qualità richiesti dagli erboristi. Inoltre lo studio ha rivelato un’altra curiosità riguardante questa volta gli anni di esperienza degli erboristi. Nello studio era stato infatti inserito un “trabocchetto” in quanto due campioni tra quelli sottoposti agli erboristi erano in realtà identici. A seconda di quanto fossero stati in grado di riconoscere l’uguaglianza tra i due è stato possibile stabilire un loro grado di “bravura”.
Dai risultati è stato messo in evidenzia che la bravura aumenta all’aumentare degli anni di esperienza ma si stabilizza circa dal quinto anno in su.
Lo studio ha infine evidenziato come le persone non possano essere sostituite da strumenti di laboratorio in quanto questi ultimi non sono in grado dare un responso di qualità globale di un prodotto ma solamente di analizzare determinati parametri uno alla volta.
Giulia Bellaio, Marta Marchesan e Stefano Bona
Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti risorse Naturali e Ambiente
Università degli studi di Padova – Legnaro