Semi di Chia: utilizzo, proprietà e tradizione
Pubblicato il Gennaio 21, 2015 - Benessere

Un po’ di storia sui semi di Chia…
Il nome Chia deriva da chian, che in azteco significa oleoso.
Il nome dell’attuale stato messicano del Chiapas deriva dall’espressione azteca “acqua chia” o “fiume chia“.
Le prime informazioni riguardanti questa pianta, scientificamente chiamata Salvia hispanica, sono state ritrovate all’interno del Codice Mendoza, un manoscritto mesoamericano del XVI sec.
La Chia veniva coltivata già al tempo delle popolazioni azteche in epoca precolombiana, le quali utilizzavano i semi per estrarne l’olio che veniva utilizzato come alimento o medicamento ma anche per dipingere l’argilla o vasi.
Secondo le tradizioni messicane e del centro america, i semi di Chia, vengono cotti insieme ai semi di mais e successivamente macinati fino ad ottenere una sorta di farina.
In seguito all’aggiunta di acqua ed altri ingredienti si ottiene una tipica bevanda conosciuta con il nome di Atole, che viene consumata calda ed è considerata la bevanda tradizionale del giorno dei morti messicano.
L’Atole viene bevuto anche nel resto dell’anno, in particolare viene consumato a colazione, nei giorni freddi poiché è un’ottima bevanda energetica.
Secondo una tradizione popolare, l’Atole oltre a fornire energia, favorisce la produzione di latte nella donna che sta allattando.
Utilizzo dei semi di Chia e proprietà:
La pianta di Chia viene commercializzata principalmente per i suoi semi, dai quali è possibile ricavare un olio ricco in acidi grassi polinsaturi, in particolare di acido linolenico (50- 57% ), acido grasso della serie omega 3, seguito dall’acido linoleico (17 -26%), un omega 6.
Entrambi questi acidi grassi sono considerati acidi grassi essenziali, fondamentali per lo svolgimento corretto di numerose funzioni biologiche e che devono necessariamente essere introdotti con la dieta.
Nella maggior parte dei casi l’apporto di acidi grassi omega 3 ed omega 6 non è mai sufficiente e una loro carenza può creare anche danni molto gravi al nostro organismo quali: problematiche cutanee, eczemi, pelle secca, squilibri ormonali, astenia (mancanza di energie), predisposizione ad allergie in generale, disturbi cardiaci e circolatori.
L’olio estratto dai semi di Chia può essere quindi un efficace integratore di acidi grassi essenziali.
La ricerca sta sviluppando un interesse sempre più crescente nei confronti di questa pianta, soprattutto sul possibile utilizzo dei semi i quali contengono in peso circa il 25-38% di olio che contenente la più alta percentuale di acido α-linolenico rispetto ad altre fonti naturali conosciute fino ad oggi.
Anche il contenuto di proteine nei semi (19-23%) è elevato rispetto a quelli dei cereali tradizionali come il grano (Triticum aestivum L.).
Per di più i semi di Chia sono caratterizzati anche dalla presenza di polifenoli (miricetina, quercitina, kaempferol e acido caffeico) molecole ad azione antiossidante.
Tuttavia l’utilizzo dell’olio estratto dai semi di Chia necessita di ulteriori studi che ne vadano a confermare l’efficacia, stabilire il dosaggio terapeutico ed eventuali controindicazioni.
Ad oggi l’uso principale ai semi di Chia è legato ad un utilizzo culinario legato principalmente alle tradizioni e alle coltura Messicana e del Centro-America.
In letteratura è possibile trovare alcune usanze tradizionali riguardanti l’impiego medicinale dei semi: le popolazioni indigene del Mexico e del centro America usavano miscelare i semi con l’acqua formando una sorta di gelatina utilizzata contro la diarrea, per contrastare il bruciore di stomaco e come digestivo.
Questa preparazione viene ancora oggi utilizzata, miscelata a dei succhi di frutta e consumata come bevanda rinfrescante; oppure i semi vengono fatti germogliare ed inseriti all’interno di zuppe, insalate e piatti freddi.
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