Sedum telephium: l’erba della madonna, potente cicatrizzante naturale

Pubblicato il Settembre 26, 2014 - Benessere

Questo è il chiaro esempio in cui a fare la scienza è l’antica tradizione popolare tramandata nei secoli.
Il passaparola di antichi rimedi di cui non si conosceva l’esatto meccanismo d’azione, ma si sapeva che funzionavano e questo bastava, può portare a sorprendenti scoperte nel campo scientifico, come nel caso del Sedum Telephium, pianta erbacea perenne dalle foglie carnose, appartenente alla famiglia delle Crassulaceae.
Esistono numerose sottospecie di questa pianta, ma quella che da sempre è stata utilizzata in medicina popolare è la sottospecie maximum.

 

A suscitare l’interesse della ricerca scientifica su questa piccola pianta furono le meritevoli intuizioni del dott. Sergio Balatri, medico e aiuto chirurgo che dedicò la sua vita alle emergenze del Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze.
La sua esperienza personale fu fondamentale nell’indirizzare la sua dedizione verso la cosiddetta “Erba della Madonna”.
Partendo dai suoi ricordi dell’infanzia di quando la madre gli applicò una foglia di questa pianta per curare il cosiddetto giradito, il dott. Balatri, verso la fine degli anni ’70, osò sperimentare un “battuto” di foglie su ferite, anche molto gravi, di alcuni pazienti che si presentarono al pronto soccorso di Firenze, dove era il Medico di Guardia.
Eclatante, per non dire straordinario, fu il caso del giovane calzolaio che si ferì il polpastrello di una mano con una lesina e guarì dopo una decina di giorni in seguito all’impacco ripetuto giorno per giorno di una foglia fresca di Sedum, privata della pellicola della pagina inferiore e applicata sulla zona lesa.

 

Nonostante gli immancabili dissensi dei suoi colleghi medici, dopo un altro caso di osteite (processo infiammatorio a carico del tessuto osseo di natura microbica) guarito dal dottor Balatri attraverso l’applicazione delle foglie dell’erba della Madonna, la pianta acquistò una grande visibilità ed interesse anche nel mondo della ricerca scientifica.
Proseguendo la strada di Balatri nell’utilizzo del Sedum nel trattamento di ferite molto importanti, ascessi, fistole ed eritemi, numerosi gruppi di ricerca si dedicarono a una serie di studi e pubblicazioni atte a confermare le proprietà cicatrizzanti di questa pianta, molto diffusa in tutto il territorio nazionale.

 

In seguito a numerose sperimentazioni condotte principalmente tra l’Università di Firenze e di Siena, furono individuati nei flavonoidi e nei polisaccaridi contenuti nelle foglie, i principali costituenti chimici dotati di attività farmacologica.
Tuttavia è importante sottolineare di come sia tutto il fitocomplesso, ossia l’insieme delle molecole contenute nella pianta, a fare del Sedum telephium uno straordinario rimedio cicatrizzante.
La sua principale potenzialità risiede nella sinergia tra la proprietà batteriostatica, antinfiammatoria, antiossidante e riepitelizzante.
Grazie a queste azioni, l’applicazione delle foglie sulla ferita, permette di mantenerla priva di infezioni, inibisce l’accumularsi delle specie radicaliche dell’ossigeno, tipiche in caso di infiammazione, modula la risposta infiammatoria e promuove la proliferazione dei fibroblasti e la produzione di collagene, elementi fondamentali nella ricostruzione tissutale.

 

Il Dottor Balatri utilizzava tradizionalmente le foglie, private dalla cuticola inferiore, in impacco.
Lo svilupparsi della tecnica farmaceutica ha permesso poi di realizzare delle preparazioni più stabili e riproducibili quali un gel a base di succo di Sedum ed un estratto secco derivante dall’estrazione in acqua delle foglie fresche spremute.

 

Le foglie migliori da utilizzare sono quelle raccolte tra luglio ed agosto, quando la pianta inizia a fiorire.
Si consiglia di lavare, asciugare e porre le foglie in un contenitore ermetico all’interno del congelatore.
Lo stesso Balatri osservò come la foglia, una volta scongelata, sia molto più utile ed efficace poiché lo scongelamento oltre a facilitare la rimozione della pellicola dalla pagina inferiore, provoca la rottura delle cellule del parenchima, determinando la fuoriuscita dei principi attivi direttamente sulla superficie da trattare.
In questo modo si assicura anche la disponibilità del rimedio, ricco di principi attivi, per tutto l’anno.
Se si utilizza la foglia fresca il tutto avviene ugualmente ma con più lentezza quindi sarà necessario un trattamento più prolungato nel tempo.

 

Dall’utilizzo che se ne faceva nella tradizione popolare, alle grandiose intuizioni di Balatri e alle successive sperimentazioni effettuate, è possibile considerare il Sedum telephium un semplice ma straordinario cicatrizzante naturale efficace nel trattamento di ferite, ulcere, giraditi, ascessi, dermatiti, ustioni e anche nel favorire la fuoriuscita di corpi estranei sottocutanei.

 

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