Sambuco: pianta della tradizione
Pubblicato il Settembre 18, 2017 - Benessere
Sambucus nigra dal greco sambyke = strumento musicale, che si fabbrica con i rami svuotati del midollo e nigra = colore dei suoi frutti; in inglese pipe tree (albero delle pipe) o bore tree o ancora elder. Specie simili con cui si può rischiare di confonderlo sono il Sambucus ebulus (Ebbio) e il Sambucus racemosa o Sambuco rosso.
Il Sambuco è un arbusto o un albero alto, in genere, fino a 4-5 m, a chioma espansa, densa e globosa; il tronco è eretto e ramificato già dal basso, è sinuoso e spesso biforcato, ha rami grossi con corteccia grigia e andamento arcuato e ricadente. La sezione dei rami del tronco è caratteristica perché presenta il midollo centrale bianco, soffice ed elastico.
Le foglie sono opposte, picciolate, pennatosette a 5-7 segmenti ovali seghettati, lunghe 20-30 cm, margine dentato, e nervature secondarie evidenti. Le foglie sono dotate di stipole (appendici presenti alla base del picciolo fogliare), e se stropicciate emanano un forte odore caratteristico, non proprio gradevole.
I fiori sono di piccole dimensioni, organizzati in infiorescenze ad ombrella grandi fino a 20 cm; prima eretti, poi reclinati; hanno calice corto e campanulato, corolla composta da 5 petali color avorio, a volte rossastri, di forma ovale. L’antesi avviene tra Aprile e Giugno.
I frutti sono piccole drupe globose, prima verdi poi viola-nerastre, lucide e succose a maturità, contenenti 2-5 semi ovali e bruni; e raggruppate in infruttescenze pendule su peduncoli rossastri.
L’habitat del Sambuco è un terreno umido e fertile con un’esposizione in pieno sole o ombra parziale. Lo si trova nei luoghi incolti, nelle macchie, sui bordi delle strade e vicino i corsi d’acqua. La pianta si propaga per talea in primavera.
Il Sambuco è una pianta officinale utilizzata in erboristeria, che ha avuto una grande tradizione nell’uso popolare, e anche in cucina è ancora oggi molto utilizzata.
La droga è rappresentata dai fiori, dalla corteccia, dai frutti e anche dalle foglie. I fiori si essiccano rapidamente all’aria e al sole assumendo poi un colore giallo bruno ed un odore aromatico caratteristico, molto più intenso dei fiori freschi.
I fiori di Sambuco contengono flavonoidi, un olio essenziale, tannino e triterpeni; le foglie contengono glucosidi cianogenetici (sambunigrina, prunasina e zigrina) mentre nella corteccia sono presenti lectine, acido tannico, acido valerianico, resina, zuccheri e sambucina. I frutti contengono retinolo, carotenoidi, beta-carotene, vitamine B1, B2, B6, acido pantotenico, nicotinamide, biotina, vitamina C, acido palmitico, acido stearico, acido oleico, acido linolenico, acido citrico, acido malico, acido tartarico, acido tannico, zuccheri, sodio, potassio e calcio.
I fiori del Sambuco possiedono proprietà diaforetiche, diuretiche, lassative, debolmente antinfiammatorie e stimolanti la secrezione bronchiale. Quindi consigliate per il trattamento del raffreddore sotto forma di tisana 1-2 volte al giorno. Il decotto di fiori di Sambuco, insieme a Ortica (foglie) e Malva (fiori e foglie), usato per fare suffumigi e lavaggi nasali è un’altra forma di rimedio per trattare i raffreddori.
La poltiglia dei fiori freschi raccolti a fine primavera è utilizzata ad uso esterno sulle ustioni.
I fiori secchi possono essere usati per aromatizzare bevande alcoliche, amari, il vino bianco e l’aceto: l’odore si trasforma in lieve e piacevole aroma. I fiori freschi, fritti in pastella e poi passati nello zucchero, sono un ottimo dolce, ottimi anche nelle insalate, nelle frittate e nelle macedonie.
Per uso esterno i fiori hanno attività astringente e lenitiva sulla pelle, possono essere impiegati sui foruncoli, sulle scottature e in caso di emorroidi.
La corteccia contiene sambunigrina e sambucina ed ha azione antiedematosa, diuretica e lassativa. Il decotto della corteccia era bevuto come diuretico ed emmenagogo, ma attenzione perché una dose eccessiva può dare nausea.
Le foglie hanno proprietà lassative ed astringenti; un pizzico di foglie secche polverizzate può servire a fermare il sangue dal naso.
I frutti hanno proprietà antiemetiche, lassative, depurative e antinevralgiche. Ben maturi, possono essere mangiati, ma in genere vengono usati per la confezione di marmellate e sciroppi. Il succo ricavato dai frutti può essere impiegato per tingere le fibre naturali, nelle varie tonalità del viola. Un tempo era impiegato come sostanza colorante per il cuoio e fino a qualche decennio fa, si utilizzava per ricavarne inchiostro.
Il Sambuco è una pianta sicura, ma non bisogna eccedere nell’assunzione dei frutti ed evitare quelli acerbi perché potrebbero causare nausea e vomito. Inoltre bisogna stare molto attenti a non confonderlo con le specie simili citate in precedenza.
Gli usi tradizionali spesso coincidono con quelli scientificamente provati: le foglie fresche, bollite in acqua e poste in compresse di garze erano utili in caso di scottature, ustioni e infiammazioni cutanee. Le scorze del fusto venivano grattate e si applicavano sulle guance in caso di ascessi dentali, mentre la scorza più interna si beveva in decotto in caso di raffreddore. Con l’infuso dei fiori si facevano pediluvi per trattare i geloni.
Oltre che per i suoi poteri salutistici, il Sambuco era anche oggetto di giochi “antichi”: i rami intagliati e svuotati del midollo erano utilizzati dai bambini come cerbottana per lanciare palline di stoffa o spruzzare acqua.
Il Sambuco è una pianta che ha ispirato molte leggende e superstizioni: si racconta che il suo legno si utilizzò per costruire la croce su cui Gesù venne crocifisso e l’albero al quale Giuda Iscariota si impiccò dopo il suo tradimento; è per questo che è diventato quindi un simbolo di sofferenza.
ANJA LATINI
Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S
Maggiori informazioni su:
Sambuco (Sambucus nigra): coltivazione, trasformazione e utilizzo
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