Propoli: cos’é e come si prepara

Pubblicato il Maggio 31, 2019 - Benessere

L’uso della propoli risale a tempi molti antichi: in Egitto i sacerdoti la utilizzavano per mummificare le spoglie dei defunti; i Greci e i Romani la raccoglievano per l’uso esterno, nella cicatrizzazione di piaghe e ferite. Nell’America del Sud gli Incas la impiegavamo negli stati febbrili e in Russia nel XII secolo era in uso contro le infiammazioni del cavo orale.

Fino al XVIII secolo in diversi paesi europei era impiegata per diversi utilizzi, in seguito cadde in disuso per molto tempo, per poi conoscere nuovi tempi di valorizzazione.

 

La propoli è formata da secrezioni resinose raccolte dalle api, dalle gemme di alcune piante: betulle, pini, abeti, olmi, ontani, querce, ippocastani, salici e pioppi.

L’ape con le mandibole stacca un frammento di resina, lo trasporta nei contenitori pollinici delle zampe posteriori, fino al completo carico; in seguito fa ritorno all’alveare e lascia il carico alle api operaie che lavorano e arricchiscono il raccolto con le secrezioni salivari e lo immagazzinano.

 

La raccolta della propoli avviene in periodi in cui non vi è forte importazione del nettare e durante le ore centrali della giornata, con le temperature superiori ai 20° C, momento in cui le resine sono più malleabili.

Nell’alveare viene utilizzata come materiale da costruzione (per chiudere fessure, come isolamento termico e per impedire l’entrata di insetti), come vernice antisettica, e nelle cellette dei favi, prima che la regina deponga le uova, in modo da creare una culla sterilizzata.

Una miscela di propoli e cera viene adoperata per imbalsamare ed evitare la putrefazione di insetti estranei entrati nell’arnia.

 

La propoli è composta da: resine (55%), oli essenziali (10%), polline (5%), acidi grassi (5%), glucidi, enzimi, sali minerali, vitamine, cere vegetali e cere d’api, e impurità.

I costituenti con attività farmacologica sono flavonoidi, composti fenolici e aromatici; acido abietico, benzoico, cinnamico, ferulico e caffeico; cumarine, vitamine ( A, B1, B2, B6, C, E, PP, B5), oligoelementi (ferro, manganese, alluminio, cromo, calcio, zolfo, rame, molibdeno, vanadio, silicio, sodio, potassio, argento). Gli amminoacidi liberi sono arginina, prolina e acido piroglutammico.

 

Quali sono le azioni della propoli? antibatteriche (batteriostatiche e battericide), antifungine, antivirali, immunostimolanti, antinfiammatorie, vasoprotettive, antiossidanti, diuretiche, epatoprotettive, antiulcera e antigastrite, anticarie, cicatrizzanti, contro ascessi dentari, piorrea e parodontite. Attualmente si stanno realizzando studi in vitro riguardanti l’attività antitumorale.

Non sono segnalate controindicazioni in letteratura, salvo ipersensibilità e sensibilizzazione specifica in soggetti allergici alle resine delle piante da cui le api traggono la propoli.

 

La propoli può essere impiegata allo stato naturale: in forma solida, come pasta da masticare o frammenti, a granuli o polverizzata; in soluzione idroalcolica (al 20-30%) o estratto molle (una pasta cremosa ottenuta per evaporazione dell’alcol da una soluzione idroalcolica di propoli, da utilizzare in caso di piaghe, eczemi, ustioni, eritemi, ferite, contusioni, problematiche alle gengive).

 

L’utilizzo dell’estratto idroalcolico è quello più conosciuto, soprattutto per le affezioni del cavo orale.

Ecco la sua preparazione:

Congelare e polverizzare 25 grammi di propoli grezza e aggiungere 75 grammi di alcol puro in un vasetto di vetro a chiusura ermetica. Tenere per 20 giorni a temperatura ambiente, agitando ogni 3/4 giorni.

Con una siringa priva di ago, aspirare la parte liquida della preparazione; la parte più densa può essere filtrata con una carta da filtro e unita all’estratto.

Inserire il tutto in una boccetta di vetro con contagocce e conservare al buio.

Si utilizzano alcune gocce (4 o 5), anche miscelate con il miele.

 

MARA GASPARI

 

 

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