Tarassaco

Nome Botanico: Taraxacum officinale (L.) Weber F.H. Wigg.

Indice

Specie erbacea perenne, presenta radice fittonante di grosse dimensioni.
Le foglie, disposte in rosetta basale, sono profondamente incise a formare lobi triangolari ineguali.
I fiori, ligulati e di colore giallo, sono riuniti in capolini solitari che si trovano all’estremità di un lungo stelo, cavo e provvisto di lattice.
A maturazione il capolino si trasforma in una caratteristica sfera lanuginosa (soffione) i cui raggi sono costituiti dai frutti: piccolissimi acheni muniti di pappo.
La fioritura avviene in aprile-maggio e a settembre.

Storia e curiosità

Il nome Tarassaco in greco significa ‘rimedio’ proprio per le sue proprietà medicinali.
Viene comunemente chiamato anche Dente di leone, in riferimento alla dentellatura delle foglie.

Essicazione

Taglio Tisana

Le radici vengono lavate, tagliate grossolanamente e poste ad essiccare. Il taglio tisana ottenuto viene usato per la preparazione di decotti.

Essiccazione
macerazione

Tintura Madre

Si ottiene dalla macerazione della pianta intera fiorita in una soluzione idroalcolica a titolo 45° 

Macerazione

Clima e Terreno

Pianta che presenta una vasta diffusione geografica, diffusa allo stato spontaneo dal livello del mare fino a 200 metri di altitudine. La coltura richiede terreni con una buona disponibilità di elementi nutritivi e in particolar modo di potassio.

Impianto e Propagazione

La propagazione in genere avviene per seme, oppure per trapianto con piantine preparate in vivaio.
La semina viene effettuata all’inizio della primavera. L’impianto varia in base alla destinazione del prodotto: se si vuole condurre la coltura a radici, si adottano distanze di 25-30 cm tra le file e 8-10 cm sulle file, mentre per la produzione orticola di foglie, si preferisce la semina a spaglio su terreno sistemato a porche.
La semina in semenzaio può essere effettuata da aprile a luglio con successivo trapianto dopo 40-60 giorni quando le piantine hanno raggiunto un altezza di almeno 5 cm.

Durata della coltura

La coltura ha durata poliennale, ma non è conveniente mantenerla oltre il secondo anno.

Cure colturali

A causa delle piccolissime dimensioni, i semi devono essere collocati molto superficialmente, a non più di mezzo cm di profondità.
La coltura è abbastanza semplice e richiede i normali interventi di sarchiatura contro le infestanti.

Raccolta

La raccolta delle foglie da destinare come ortaggio fresco, può avvenire durante tutto l’anno, mentre quelle destinate all’uso erboristico è meglio aspettare la fioritura, periodo in cui il contenuto di principi attivi è maggiore.
Le radici invece vengono raccolte nell’autunno del secondo anno.
La raccolta di quest’ultime può essere facilmente meccanizzabile con macchine estirpatrici.

Parti utilizzate

Radici, pianta intera, foglie (principalmente per uso culinario).

Proprietà ed impiego

Da sempre la medicina popolare ha riconosciuto a questa pianta il potere di stimolare le funzioni epatiche e digestive.
Tale proprietà, ampiamente dimostrata anche dalla fitoterapia moderna, viene attribuita principalmente alla presenza dei principi amari all’interno della pianta.
È stata dimostrata anche la sua potente azione diuretica che, associata all’azione sul fegato, ne fanno del Tarassaco un ottimo rimedio per il drenaggio e la depurazione, che si traduce in un aumento dell’eliminazione di sostanze inutile e dannose dall’organismo, determinando un alleggerimento del distretto epato-renale.
Inoltre, come conseguenza del potenziamento dell’attività epatica, in particolar modo del flusso di bile, la droga possiede anche blanda azione lassativa.

Proprio per la capacità di stimolare i sistemi di disintossicazione dell’organismo (principalmente fegato, intestino e reni ), il Tarassaco viene impiegato come tonico generale nelle “cure primaverili” da aprile a maggio e in autunno.

I preparati a base di Tarassaco vengono somministrate come cura preventiva per i soggetti predisposti ai calcoli renali, ma non solo, anche in caso di alterazione del flusso biliare, disappetenza, disturbi digestivi e flautulenza.

È bene ricordare che le radici hanno un’azione più marcata a livello epatico, invece le foglie agiscono principalmente a livello renale.
Le radici hanno anche un importante azione probiotica, in quanto contengono Inulina, un polisaccaride che funge da substrato per la flora batterica intestinale positiva.

Le foglie vengono utilizzate in ambito culinario cotte o crude all’interno di insalate.
Possono essere definite quindi un medicamento-alimento in quanto apportano un buon quantitativo di vitamine e minerali.

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