Santoreggia
Nome Botanico: Satureja montana L.
Specie suffrutice, perenne, con fusti eretti, molto ramificati,leggermente pubescenti. L’apparato radicale è fascicolato e di consistenza legnosa. Le foglie sono opposte, intere, lineari-lanceolate. I fiori, di color rosa pallido o bianchi, sono raccolti in infiorescenze apicali, portati all’ascella delle foglie.
La fioritura avviene in piena estate (giugno-luglio).
Il frutto è un tetrachenio.
Altre specie
Oltre alla Santureia montana di interesse erboristico è la specie Santureja hortensis, chiamata Santoreggia dei giardini, una specie erbacea annuale.
Quest’ultima contiene un olio essenziale con potere aromatizzante maggiore rispetto Satureja montana.
Storia e curiosità
Il nome deriva dal latino satura, ossia sazio, significato attribuibili alle proprietà digestive della pianta.
Secondo altre ipotesi, il termine significherebbe ‘salsa’ per le proprietà aromatizzanti.
La Santoreggia, insieme all’Origano, al Rosmarino, al Timo e al Basilico, rientra nella composizione delle “Erbe di Provenza”, impiegate per aromatizzare gli alimenti.
Taglio Tisana
La pianta dopo essere stata raccolta viene posta ad essiccare al sole o all’ombra per un breve periodo, per assicurare il mantenimento del colore e dell’aroma della pianta. Successivamente la pianta ben secca viene sottoposta a battitura e setacciatura per ottenere la droga monda.
Un prodotto di buona qualità deve avere un colore verde chiaro, profumo intenso e non devono essere presenti semi.
Olio Essenziale
L’olio essenziale viene estratto dalla pianta intera per distillazione in corrente di vapore. Per estrazione con solvente è possibile ottenere anche un’oleoresina.
Attenzione: l’olio essenziale di Santoreggia (Satureja montana) è, a volte, adulterato con quello di Timo comune (Thymus vulgaris L.)
Tintura Madre
Si ottiene dalla macerazione della pianta intera raccolta al momento della fioritura, in una soluzione idroalcolica a titolo di 65°.
Clima e Terreno
Preferisce terreni calcarei e soleggiati delle zone montane. Si trova spontanea fino a 1500 m di altezza.
Impianto e Propagazione
È possibile effettuare l’impianto per divisione del cespo, oppure, utilizzando piantine ottenute in semenzaio; più raramente viene eseguito per seme a causa della disomogeneità genetica della coltura.
La semina dei semenzai si effettua a fine inverno, e le piantine vengono trapiantate in campo all’inizio dell’estate.
Se si utilizza la propagazione attraverso divisione del cespo, le porzioni devono essere messe a dimora nella stessa epoca di quelle provenienti dal semenzaio.
Durata della Coltura
La coltura dura 5-6 anni
Cure colturali
La coltura richiede una buona disponibilità di elementi nutritivi che possono essere interrati durante i lavori di affinamento del letto di semina o della messa a dimora delle piantine.
durante il ciclo colturale è necessario intervenire con alcune sarchiature contro le erbe infestanti.
Tra i parassiti fungini che possono danneggiare l’apparato fogliare della pianta va ricordata la ruggine (Puccinia menthae Pers.).
Raccolta
La raccolta viene effettuata al momento della fioritura, per le sommità fiorite, invece le foglie devono essere raccolte poco prima della fioritura.
Il materiale raccolto in piena fioritura è quello da destinare alla distillazione.
Con il procedere della stagione estiva, l’olio essenziale diventa sempre più profumato e di sapore più delicato; per questo motivo il prodotto per uso culinario si consiglia di raccoglierlo nella tarda estate in piena fioritura.
La raccolta si esegue falciando le piante evitando di danneggiare le porzioni legnose, che dovranno assicurare, l’anno successivo, la ripresa vegetativa della pianta.
La resa in prodotto freso è intorno ai 10-15 t/ha.
Parti utilizzate
Sommità fiorite, foglie
Proprietà e impiego
L’essenza di Santoreggia risulta essere fortemente antisettica.
Manifesta proprietà battericida e fungicida, ed è quindi un valido rimedio nel trattamento di malattie infettive urinarie (attiva contro la Candida albicans) e respiratorie.
Grazie a queste proprietà la Santoreggia rientra nel gruppo delle essenze aromatiche germicide maggiori (insieme a Origano di sapagna, Timo, Cannella di Celyon, Garofano).
Tradizionalmente la pianta trova impiego nel trattamento di turbe digestive, quali nausea meteorismo, difficoltà digestive.
L’olio essenziale, che svolge un effetto antisettico e antispasmodico, unitamente ai tannini, presenti nella droga e con attività astringente, determinano l’azione antidiarroica di preparati a base di Santoreggia, e quindi risulta utile in caso di gastroenteriti.
Le foglie vengono principalmente utilizzate per uso culinario, come aromatizzanti, soprattutto di carni e condimenti.
La pianta trova anche impiego nell’industria liquoristica dei vermouth.