Salvia

Nome Botanico: Salvia officinalis L.

Indice

È una pianta suffrutice, perenne e cespugliosa.
Presenta fusti ramificati quadrangolari e apparato radicale fascicolato.

Foglie lunghe, opposte, lanceolate, rugose con bordi leggermente dentati, di colore verde-grigistro, con forte odore aromatico, sapore amaro e astringente. Le foglie inferiori sono lungamente picciolate, mentre quelle superiori sono prive di picciolo e più piccole. Sono ricoperte da peli protettori e peli ghiandolari. I fiori sono tubolari, di colore bianco-violaceo o rosa, raggruppati in verticilli.

La fioritura avviene tra maggio e giugno. Il frutto è un tetrachenio.

Altre Specie

  • Salvia azurea var. grandiflora: Salvia a fiori azzurri
  • Salvia colorata: Salvia rossa
  • Salvia trilobata: Salvia greca con foglie più spesse, più larghe e più corte della Salvia officinalis, tipica del Mediterraneo orientale, soprattutto Grecia e Turchia. Viene in genere utilizzata per aromatizzare le vivande.
  • Salvia sclarea: non molto simile alla Salvia officinalis, anch’essa è utilizzata per produrre l’olio essenziale che si ricava per distillazione a vapore delle sommità fiorite e delle foglie.
  • Salvia miltorrhiza Bunge: è presente in Cina dove viene utilizzata per la radice da cui si estrae la droga contenente principi attivi ad elevata attività inibitrice della aggregazione piastrinica.
  • Salvia divinorum Vault: originaria del Messico, veniva utilizzata dalle tribù di indiani indigeni nelle cerimonie religiose, poiché era in grado di provocare allucinazioni e variazioni della percezione. È considerata una droga fortemente psicoattiva e allucinogena. Il principio attivo responsabile di tali effetti è il Salvinorin A.

Per la Salvia officinalis sono state indicate tre sottospecie:

  1. Salvia officinalis subspp. lavandulifolia Gams, di origine spagnola con foglie più corte e con aroma canforato simile a quello del Rosmarino e della Lavanda. Viene impiegata principalmente nell’industria cosmetica per la produzione di saponi.
  2. Salvia officinalis subspp. minor (Gnelin) Gams, a foglie larghe, poco pelose, e fiori lungamente picciolati.
  3. Salvia officinalis subspp major Bauhin, a foglie più grandi e fiori brevemente picciolati.

Storia e Curiosità

Il nome della Salvia deriva dal latino salveo o salvatrix, che significa “star sano” e “ che salva”, proprio per le numerose proprietà curative che le venivano attribuite nel passato.
La Salvia è tra le specie medicinali, più note nell’antichità, per i numerosi impieghi terapeutici. Veniva consigliata come panacea per tutti i mali.
Gli antichi Romani la denominarono Herba sacra e gli attribuirono poteri divini.
Famoso fu nel Medioevo il cosiddetto “ Aceto dei quattro ladri”, ossia aceto nel quale erano messi a macerare Salvia, insieme al Timo, Lavanda, Rosmarino ed altre specie aromatiche, con proprietà battericide e antisettiche.
Quando in commercio non vi erano dentifrici, era uso comune strofinarsi foglie da Salvia sui denti e sulle gengive, per la pulizia orale.
La tradizione popolare consigliava di mettere delle foglie di Salvia nei calzini, per limitare la sudorazione dei piedi.
Per chi ha capelli scuri, il lavaggio con il decotto di Salvia, risulta un ottimo rimedio per renderli lucenti e rafforzare la radice.
Molto richiesta nel mercato alimentare, la Salvia della Dalmazia, nota per le caratteristiche di pregio ed utilizzata per il condimento di carni, pesci e formaggi.

Essicazione

Taglio Tisana

L’essiccazione può avvenire a temperatura ambiente all’aria per circa 15-20 giorni, oppure in essiccatoi alla temperatura di circa 40°C.

Per l’aspetto commerciale, un importante elemento di valutazione sulla qualità del prodotto è l’uniformità di colore e l’integrità delle foglie secche.

Essiccazione
distillazione

Olio Essenziale

Viene estratto dalle foglie fresche o essiccate, per distillazione in corrente di vapore.

La resa in olio essenziale è dello 0,2-0,3% sul fresco, mentre nelle foglie essiccate varia dall’ 1,2 al 2.5%

Dal materiale erbaceo residuo, viene prodotta anche una sorta di oleoresina ottenuta mediante estrazione con solventi organici.

Distillazione in corrente di vapore
macerazione

Tintura Madre

Si utilizzano le parti aeree raccolte al momento della fioritura della pianta. Vengono lasciate macerare in una soluzione idroalcolica a titolo di 65°.

Macerazione

Clima e Terreno

pianta rustica che predilige terreni leggeri, calcarei e in pieno sole. Di norma vegeta lungo le coste ed in alta collina, fino ai 1000 m di altezza. È una pianta che soffre il freddo, ma è anche sensibile a periodi prolungati di siccità ed alte temperature. Sembra che le condizioni del clima e del terreno influenzino la formazione degli oli essenziali: infatti, in ambienti caldi e soleggiati, le foglie sono di dimensioni maggiori e presentano un maggior numero di peli ghiandolari. Al tempo stesso, le alte temperatura, però, comportano una più rapida evaporazione degli oli.

Impianto e Propagazione

l’impianto può eseguirsi con semina diretta, su un terreno accuratamente preparato, oppure è possibile ricorrere a talee radicate o a piante ottenute dalla divisione del cespo. La propagazione per talea, è da preferire a quella a seme, in quanto si ottengono colture più omogenee, che possono dare, già al primo anno, produzioni apprezzabili. Tuttavia i costi sono maggiori.

Le talee si ottengono dal taglio delle cimette, che vengono poi messe a radicare in substrati di sabbia e torba.
Se si utilizza la semente, è consigliare effettuare la semina in semenzaio a fine inverno. Il trapianto viene poi effettuato in maggio-giugno.
La propagazione per divisione del cespo, è meno praticata e può favorire la diffusione di malattie presenti nei vecchi cespi.
Per quanto riguardo la densità d’impianto, è possibile ricorrere alla tecnica del “prato salvia”, che consiste nel creare degli impianti a doppia fittezza.

Tale tecnica, però, prevede un accurato diserbo per via chimica, soprattutto al primo anno, poiché l’elevata densità della coltura, impedisce l’intervento meccanico per il controllo delle malerbe.

Negli anni successivi, l’elevato indice di copertura delle piante, garantisce una competizione vantaggiosa con le infestanti. Il “prato a salvia” ha come vantaggio, la possibilità di raccogliere il prodotto direttamente con una falcia-caricatrice da foraggio, ottenendo una maggiore produzione di foglie, rispetto alle parti legnose.
In linea di massima, all’aumento della densità corrisponde un aumento nelle rese.
Il ritmo di accrescimento della pianta è condizionato dall’andamento climatico, per cui in autunno ed in inverno, si ha un blocco vegetativo, di durata variabile, tra i tre e i cinque mesi.
Con temperature al di sotto dello zero, può subire danni da freddo molto gravi.

Durata della coltura

La coltura è poliennale e può mantenersi per diversi anni, ma le rese diminuiscono tendono a ridursi con l’invecchiamento della pianta, quindi non è conveniente farla durare più di 3-4 anni.

È consigliabile non ripetere la coltura su se stessa, ma metterla in rotazione.

 

Cure colturali

È necessario preparare un buon letto di semina, a seconda dell’ambiente climatico, in genere all’inizio della primavera, ma in climi più miti può avvenire anche in autunno.
Essendo una pianta che risente della siccità estiva, è necessario in questo periodo intervenire con irrigazioni di soccorso, al fine di ottenere un secondo taglio alla fine dell’estate, altrimenti si rischia l’arresto della vegetazione. In genere, in condizioni di clima favorevole, l’irrigazioni vengono sconsigliate, poiché vanno a danneggiare la qualità dell’essenza.
La coltura di Salvia necessità di una buon rifornimento di azoto, in quanto è indirizzata alla produzione di biomassa.

 

Raccolta

L’epoca di raccolta dipende dalle condizioni climatiche, dai numeri di taglio in un anno e dalla destinazione del prodotto.
Per il prodotto erboristico, la raccolta viene effettuata in pre-fioritura; se invece il materiale raccolto è destinato alla distillazione, la raccolta avviene in piena fioritura.
Nel primo anno d’impianto è consigliabile effettuare un solo taglio, mentre negli annoi successivi si possono prevedere due tagli, uno primaverile e uno autunnale, ed eventualmente, nei climi miti, un terzo taglio in autunno.
Il taglio non deve essere troppo basso, in quanto più bassa è la presenza di steli, maggiore è la qualità del prodotto. Inoltre, tagli troppo severi, rendono la coltura molto più sensibile al freddo poiché vengono tagliate anche le gemme necessarie per il ricaccio successivo.
Sono consigliabili, quindi, tagli alti delle cimette.
La raccolta è meccanizzabile con l’impiego di falcia-caricatrici .
La pianta perde rapidamente, dopo lo sfalcio, le proprietà aromatiche, quindi è necessario lavorare il prodotto raccolto il più presto possibile.
Il primo sfalcio, in genere è sempre il più produttivo e determina una resa di 10-12 t/ha, il successivo, invece, è nell’ordine di 8-9 t/ha.

Parti utilizzate

Foglie, sommità fiorite.

Proprietà ed impiego

Le foglie di Salvia presentano un’azione antispasmodica e colagogo-coleretica e vengono utilizzate in estratto nelle turbe digestive. Da sempre conosciute per le proprietà aperitive e aromatiche, efficaci nelle forme dispeptiche e nel mal funzionamento gastrointestinale, come meteorismo, flautulenza e lentezza digestiva.
Gli estratti di Salvia sono considerati degli ottimi antiossidanti, capaci di neutralizzare i radicali liberi. Ciò determina la capacità delle foglie di rallentare l’irrancidimento dei grassi negli alimenti, non a caso da sempre impiegate nella conservazione dei cibi. Importante è anche la sua attività antimicrobica
Per uso interno ha un effetto antiidrotico, ossia va a ridurre l’eccessiva sudorazione. L’azione si manifesta dopo alcune ore dall’assunzione della pianta e se ne può beneficiare per alcuni giorni. Tale azione agisce a livello del sistema nervoso centrale ed è attribuibile alla presenza dell’olio essenziale.
Preparati a base di Salvia si manifestano efficaci nel regolarizzare il flusso mestruale, diminuire le reazioni dolorose e nei disturbi della menopausa.

Come tutte le piante essenziere, l’olio essenziale di Salvia manifesta azione balsamica. Tuttavia bisogna fare attenzione all’olio essenziale di Salvia, poiché è ricco di un componente tossico: il Thujone.

Per questo motivo se si utilizza l’olio essenziale è preferibile utilizzare quello estratto dalla Salvia sclarea, privo di tossicità e più facile da utilizzare sia per uso topico (all’interno di oli vegetali) che inalatorio.

Per uso esterno, le foglie sono utilizzate come astringenti e antisettiche e si ritrovano molto spesso in collutori, o prodotti per il trattamento delle infiammazioni del cavo orofaringeo e nelle emorragie gengivali e nell’igiene dentale in generale.
In cosmetica, estratti di Salvia vengono utilizzati per l’azione purificante, stimolante e rassodante quindi si possono ritrovare in prodotti per la cura dei capelli grassi, pelle grassa e impura e pelle rilassata.

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