Origano
Nome Botanico: Origanum vulgare L.

Pianta erbacea perenne, cespugliosa, che a maturità diviene semiarbustiva, estremamente variabile nell’aspetto.
Il rizoma è legnoso e strisciante orizzontalmente, da esso si sviluppano i fusti alti fino a 60-70 cm, alcuni dei quali portano solamente foglie, mentre altri sostengono l’infiorescenza. I fusti, che sono spesso sdraiati nella parte basale e poi eretti, hanno sezione quadrangolare con gli angoli sporgenti, e sono ramificati nella parte superiore; la loro superficie è bruno-rossastra e coperta da abbondanti peli.
Le foglie sono opposte e brevemente picciolate, hanno forma ovale-allungata con la massima larghezza verso la base dove sono arrotondate, il margine è intero o interrotto da alcuni denti distanti l’uno dall’altro e superficie spesso glabra o appena pelosa.
I fiori rosa-porporini, sono numerosi e riuniti in glomeruli disposti a formare un’ampia pannocchia terminale. Alla base di ogni fiore è presente una brattea sessile ovale spesso sfumata di rosso-violaceo. Il calice dei fiori è tubulare a cinque denti e abbondantemente peloso alla fauce; la corolla e di colore rosa o più raramente bianca. La fioritura va da giugno a settembre.
Il frutto è un tetrachenio.
Altre specie
Specie simili da non confondere sono:
- Origanum majorana L. la Maggiorana, esotica naturalizzata che si distingue per fusto pubescente e foglie picciolate ristrette alla base.
- Origanum onites L., l’Origano siciliano, che si distingue per i fusti dotati di fitti peli papillosi, foglie sessili ovate, brattee ovali-rombiche, cigliate sul bordo e con fiori a corolla bianca.
Storia e curiosità
Il suo nome deriva dal greco oros = montagna e ganos = splendore-ornamento.
Le sue sommità fanno parte della composizione dell’infuso detto “acqua archibugiata”.
Secondo S. Ildegarda era sufficiente mangiare o toccare la pianta per contrarre la lebbra; nello stesso tempo, però, guariva i soggetti che ne erano affetti. Le sommità dell’origano erano utilizzate anche per tingere la lana di colore rosso-bruno.
Nella convinzione che il fumo d’origano avesse poteri anestetizzanti, i “dentisti” del passato lo facevano assumere ai pazienti attraverso un imbuto o con forme particolari di sigaro, per attenuare il dolore dell’estrazione dei denti.
In certe regioni settentrionali se ne fumano ancora le foglie come il tabacco.
L’origano entra nella composizione di diversi liquori digestivi, è un efficace repellente naturale contro le formiche; e anticamente lo si utilizzava insieme ad altre aromatiche, come Menta e Timo, per disinfettare gli ambienti durante le epidemie.
Taglio Tisana
Dopo la raccolta l’origano viene lavorato in mazzetti, da utilizzare freschi oppure da far essiccare per essere commercializzati tali quali o per essere lavorati; da destinare poi all’utilizzo alimentare o erboristico.
Olio Essenziale
L’olio essenziale di origano si estrae per distillazione in corrente di vapore dalle foglie e dalle sommità fiorite preferibilmente fresche, ma anche essiccate. Se si effettua dal secco è preferibile essiccarlo velocemente con essiccatore o naturalmente.
La resa in olio essenziale va dallo 0,2 all’1,5%
Tintura Madre
Si lascia macerare la pianta intera fresca in una soluzione idroalcolica a titolo di 65°.
Clima e terreno
L’origano si ritrova, allo stato spontaneo, nei luoghi incolti, nei prati, nei boschi e nelle scarpate; è una specie rustica che vegeta bene in ambienti caldo-aridi. Predilige terreni ben areati, piuttosto asciutti, caldi, ben drenati e in pieno sole, preferibilmente alcalini ma talvolta anche subacidi. Sono da evitare invece terreni con ristagni idrici e troppo freddi nei mesi invernali.
Impianto e Propagazione
La sua propagazione può avvenire per seme, per talea, per propaggine e per divisione del cespo. La semina può essere effettuata in febbraio-marzo in serra, la germinazione è abbastanza rapida se i semi vengono mantenuti in condizioni di umidità costante con temperature intorno ai 20°C fino alla germinazione. Le giovani piantine andranno poi messe a dimora all’inizio del mese di maggio. La semina può anche essere eseguita direttamente in campo in aprile, è importante in questo caso effettuare un intervento di diradamento delle piantine troppo fitte.
È possibile effettuare l’impianto anche con talee radicate.
La divisione del cespo non è proponibile per coltivazioni su larga scala, ma su piccoli appezzamenti consente di avere una coltivazione più omogenea, con progenie identica al materiale di partenza.
Il sesto d’impianto indicativo è di 60-70 cm tra le file e 20-30 cm sulla fila, con una densità ottimale di 6-7 piante il mq. La distanza tra le file dovrebbe essere rapportata alle dimensioni dei macchinari disponibili per le lavorazioni.
Durata della Coltura
L’impianto può avere una durata variabile: da un minimo di 3 anni ad un massimo di 10, anche se l’ideale sarebbe quello di effettuare il rinnovo ogni 5-6 anni. Continuare la coltura oltre il sesto anno comporta una perdita di produzione e di qualità del prodotto finale, quindi la coltivazione non è più economicamente vantaggiosa.
Cure Colturali
L’origano risente molto della competizione con le specie infestanti, è importante quindi eseguire alcuni interventi di sarchiatura nelle interfile e scerbature manuali lungo la fila.
Importanti e utili, soprattutto nei terreni argillosi, sono le sarchiature che consentono di arieggiare il terreno e rompere la capillarità, evitando l’asfissia radicale nei terreni soggetti a ristagno idrico.
Nei periodi siccitosi, nei terreni asciutti e più sciolti, dopo i trapianti e gli sfalci è utile effettuare delle irrigazioni di soccorso, specie durante il primo anno, per facilitare l’attecchimento delle piantine.
Raccolta
Se il materiale vegetale è destinato alla distillazione, la raccolta è bene effettuarla in piena fioritura. Se invece si vuole ottenere un prodotto a scopo erboristico, la raccolta viene effettuata all’inizio della fioritura.
Il primo anno di coltivazione si ottiene un solo raccolto, mentre a partire dal secondo anno si riescono ad effettuare anche due sfalci, uno estivo e uno autunnale. Il taglio andrebbe eseguito ad un’altezza di circa 5-10 cm dal suolo in modo da avere un pronto ricaccio alle prime piogge. L’impianto entra in piena produzione a partire dal secondo anno, con rese che possono essere variabili negli anni, ma in media si aggirano intorno ai 100 q/ha di prodotto fresco.
Parti utilizzate
Fiori e foglie
Proprietà ed Impiego
Principalmente conosciuto per il suo utilizzo culinario, l’origano possiede in realtà numerose proprietà salutistiche.
Le foglie e le sommità fiorite di origano contengono: olio essenziale (caratterizzato dalla presenza di timolo, terpinene, carvacrolo, cariofillene e cimolo, ecc…), tannini, flavonoidi e resine.
Pianta fortemente aromatica, per la presenza di olio essenziale, possiede numerose proprietà: digestiva, carminativa, antispasmodica, coleretica, stomachica, balsamica, bechica, espettorante e antisettica, emmenagoga e diuretica.
Viene utilizzata ad uso interno in caso di raffreddore, influenza, leggeri stai febbrili, digestione difficile, aerofagia e mal di stomaco. Le sommità fiorite stimolano infatti le secrezioni gastriche aiutando la digestione; attenuano le contrazioni intestinali dolorose, bloccano le fermentazioni intestinali ed eliminano i gas. Come espettorante, antisettico e antispasmodico è utile in caso di raffreddore, bronchiti, tosse e anche tracheiti da fumo.
Può essere impiegato ad uso esterno sotto forma di gargarismi contro le infiammazioni del cavo orale e delle gengive; ma anche sulla cute come antalgico in caso di reumatismi muscolari e articolari. Grazie alle sue proprietà germicide e cicatrizzanti è un buon rimedio in caso di eczemi e lievi ferite. Una manciata di foglie nell’acqua della vasca da bagno o del pediluvio, ha un’azione stimolante, purificante e deodorante.
L’olio essenziale può essere impiegato come parassiticida (utile in caso di pediculosi) e insetto repellente, nonché utilizzato in diffusione come antisettico e disinfettante degli ambienti. L’olio essenziale è sconsigliato in caso di gravidanza, sensibilità individuale e va fatta attenzione a dosi elevate o ripetute (mai sopra l’1%) in quanto può risultare dermocaustico o epatotossico.
L’origano viene impiegato inoltre nell’industria cosmetica, nella produzione di profumi e saponi, come aroma alimentare e in liquoristica.
Non va infatti dimenticato l’importante uso culinario di questa aromatica; l’origano è una delle spezie più utilizzate nella cucina mediterranea per il suo intenso e stimolante profumo, in particolar modo nella cucina italiana, spagnola, ma anche messicana. Pizza, focacce, pesce, patate, formaggi, carne, pomodoro, liquori, ecc… sono solo alcune delle pietanze o dei preparati che si possono insaporire con l’origano.