Menta

Nome Botanico: Mentha x piperita L.

Indice

La menta è una pianta erbacea perenne, di odore forte, aromatico. La piana officinale presenta rizoma fibroso, ramificato, da cui si dipartono stoloni superficiali, striscianti, dai quali si sviluppano fusti quadrangolari, eretti e ramificati che presentano sfumature di viola-verde.

Le foglie di menta sono opposte, picciolate, lanceolate con margine dentato e di colore verde scuro.

I fiori di menta, quasi sempre sterili, possono essere bianchi o roseo-violacei e si trovano raggruppati in verticilli posti su brevi spighe.

Presentano calice cilindrico campanulato, composto da 5 denti ricoperti da peli. Il frutto è un tetrachenio.

 

La Menta piperita è un ibrido naturale tra Mentha viridis L. (= Menta spicata L.) e Mentha acquatica L.
Nell’ambito della specie piperita la varietà che normalmente viene coltivata è la Menta officinalis, della quale si distinguono due forme:
Menta officinalis rubescens Camus, nota con il nome “Italo Mitcham” o “Menta nera” con foglie verde scuro e fiori roseo-violacei
Menta officinalis pallescens Camus, nota con il nome “Menta bianca” o “Menta piemontese” con foglie di color verde più chiaro e fiori bianchi.
La Menta Nera è quella più comunemente coltivata, poiché si adatta a una grande varietà di ambienti. Rispetto alla Menta Bianca contiene un maggior quantitativo di olio essenziale, ha quindi un aroma più intenso e penetrante; tuttavia, l’olio essenziale di menta che si ottiene è di qualità inferiore per il più basso tenore in mentolo.
Un’altra varietà di Menta piperita che viene coltivata è la Menta Var. Sylvestris forma rubescens, la cosiddetta “Menta di Ungheria”.

Altre specie di Menta

Al genere Menta appartengono numerose specie e varietà di piante.
Molte sono di interesse officinale con proprietà simili, ma tra tutte la Mentha piperita è quella di qualità migliore (maggior contenuto di mentolo nell’estrazione dell’olio essenziale) e del tutto innocua. Sono state classificate circa 20 specie di menta diffferenti che si ibridano facilmente tra di loro e che si suddividono in sottospecie, varietà e forme. In totale il numero di piante di menta di specie, varietà, razze e forme è stimato a circa 600.

Qui di seguito le specie più note e principalmente coltivate di Menta.

  • Menta acquatica L.

  • Menta arvensis L. (= Menta canadensis L.) di cui ne esistono tre varietà: Menta var. villosa, Menta var. glabrata e Menta var. piperascens. La varietà piperascens Malinvaud, nota comunemente con il nome “Menta selvatica” o “Menta giapponese”, è una specie sub-tropicale che trova più larga diffusione nel commercio mondiale erboristico. Essa è nativa della Cina, ma ampiamente coltivata in America, India, Giappone, Australia, Africa. La caratteristica principale di questa specie di Menta è quella di presentare un olio essenziale con contenuto di mentolo di circa il 60%. 

  • Menta crispa Loureiro

  • Menta gattefossei Maire. È una specie non molto comune. Porta il nome del chimico cosmetologo R. Gattefossè che coniò il termine “aromaterapia”. Non a caso da questa specie si ottengono oli essenziali di Menta tra i più ricchi di principio attivo. Presenta foglioline sessili, lucide e oblunghe con fiori verticillati bianchi. È una menta nativa del Marocco dove viene soprattutto utilizzata dalle popolazioni montane nella preparazione di tè. 

  • Menta x gracilis (= M. gentilis) comunemente chiamata “ Menta rossa”, “Menta cedrata”, “Menta spica scozzese”. 

  • Menta pulegium L. comunemente chiamata “Poleggio” (in passato l’utilizzo della Menta p. era legato a composti  per tenere lontane le pulci) o “Mentuccia romana”. Presenta rami fioriti dalla base fino alla sommità. I fiori sono di colore rosa-violetti. Le foglie piccole, grigiastre e ricoperte di peli.

  • Menta requienii Berth. si trova allo stato spontaneo in Corsica e in Sardegna. È una specie che ha sviluppo prostrato e molto contenuto, foglie rotonde e piccolissime, caratterizzate da un aroma molto pronunciato.

  • Menta rotundifolia (L) Hudson. (= M. suaveolens L.) nota come “Mentastro”, “Menta dei cavalli”.

  • Menta sylvestris L. 

  • Menta viridis L. (= Menta spicata L.), nota con il nome di “Menta verde”, “Menta dolce” o “Menta romana”. È una specie più rustica rispetto alla M. piperita. È glabra con foglie brevemente picciolate, più acutamente dentate. Da questo tipo di Menta si ricava l’olio essenziale, detto spearmint oil, che viene utilizzato soprattutto per aromatizzare i dentifrici e i chewing-gum.

Storia e curiosità della Pianta officinale

Il nome Menta ha un origine mitologica. Deriva dal nome della ninfa Mintha, figlia del dio dei fiumi, Cocito che, oggetto dell’amore di Ade, viene per gelosia trasformata da Persefone in un’umile pianta insignificante, alla quale sembra, però, che neppure Persefone, per generosità o impotenza, potè togliere il soave e intenso profumo.
Specie molto nota e citata da molti autori dell’antichità per le sue propietà terapeutiche. Gli egizi utilizzavano il succo di Menta nella preparazione di unguenti resinosi che venivano impiegati per la conservazione dei cadaveri. Tuttavia, la Menta che si ritrova nei testi antichi non è la Mentha piperita, ma altre specie che godono di proprietà similari.

Solo nel 1750, in Inghilterra si ottiene l’ibrido che prende il nome di Mentha piperita.

Fino all’inizio dell’800 l’acqua di Menta era utilizzata in farmacia tra le poche acque aromatiche.

Nel XVIII secolo, lo studioso Lemery fece derivare il nome della Menta da mens-mentis, probabilmente per le sue proprietà di stimolante delle proprietà mentali.

 

 

Macinazione

Taglio Tisana

È una tecnica di estrazione che utilizza Le foglie di Menta, le quali dopo essere state raccolte, vengono poste in essicatoi, per tempi non troppo prolungati, e a temperature non superiori ai 45°C, per evitare di far perdere alle foglie il colore. Il processo di estrazione della menta continua con un trattamento di “rinvenimento”, spruzzando acqua per evitare la frantumazione, data l’eccessiva fragilità del prodotto essiccato.

Macinazione
distillazione

Olio Essenziale

L’estrazione dell’olio essenziale di menta avviene in corrente di vapore con materiale fresco, appena raccolto.

Quello che si ottiene è l’essenza grezza di menta che in seguito a decantazione e filtrazione, può essere commerciata. Per l’impiego industriale deve essere prima sottoposto a rettifica. La produzione media di essenza grezza di menta per quintale di raccolto fresco va dai 500 ai 700 g fino a un massimo di 900 g.

Distillazione in corrente di vapore
macerazione

Tintura Madre

Altra tecnica di estrazione della menta, si ottiene lasciando in macerazione la pianta menta raccolta al momento della fioritura, in una soluzione alcolica di titolo 70°.

Macerazione

Clima e Terreno

La Mentha x piperita è una pianta che predilige terreni permeabili, profondi, piuttosto leggeri e freschi, ricchi di sostanza organica e subacidi.

Nella sua coltivazione la menta come pianta officinale si adatta bene alle condizioni di clima temperato ed è abbastanza resistente alle basse temperature invernali.

Le maggior aree di coltivazione si trovano in USA, India, Cina, Polonia, Romania, Argentina, Spagna, Egitto, Marocco, ex Unione sovietica, Francia e Italia.

Impianto e Propagazione

La coltivazione della menta avviene tramite la tecnica dell’impianto il quale viene eseguito con il trapianto di stoloni, prelevati da una coltura di menta di un anno. La lunghezza degli stoloni non dovrebbe essere inferiore ai 15 cm. Vengono collocati in solchi profondi circa 10 cm che vengono poi coperti e rullati. L’espianto degli stoloni è preferibile eseguirlo in autunno, seguito subito dal trapianto.
Tuttavia può essere eseguito anche all’inizio della primavera.
In questo caso è consigliabile, soprattutto nei climi più freddi, pacciamare prima dell’inverno l’appezzamento, al fine di proteggere gli stoloni dal freddo invernale. Il prelievo primaverile, è comunque svantaggioso rispetto a quello autunnale, in quanto c’è maggiore rischio di esposizione delle piantine di menta a andamenti climatici siccitosi, che fanno ritardare l’epoca della prima raccolta, registrando quindi rese più basse.
La densità ottimale d’impianto di menta oscilla intorno alle 8-10 piante per mq. Bisogna fare attenzione a mantenere una densità d’impianto opportuna, in quanto colture di menta poco dense tendono a fornire meno olio essenziale e di qualità più scadente.
Oltre alla propagazione per stoloni la coltura può essere propagata anche con l’impiego di piantine di menta già formate, di circa 5-10 cm di altezza, che vengono impiantate in campo nella tarda primavera.

Durata della coltura

La menta pur essendo una pianta perenne e che quindi permetterebbe una coltura da rinnovo pluriannuale, la durata della coltura viene fatta durare non più di due anni in quanto la pianta dal secondo anno in poi produce grandi quantità di stoloni, impedendo le lavorazioni nell’interfila e quindi il controllo delle infestanti. Una tecnica di coltivazione della menta, diffusa soprattutto negli Stati Uniti ed in ex Unione sovietica, al fine di far durare la coltura fino ai 3 anni, è quella di interrare le piante con un’aratura superficiale, alla fine del primo anno in autunno. In questo modo nell’anno successivo si otterrà un prato di menta con minore formazione di stoloni.

Cure colturali

Nella coltivazione della menta è importate la preparazione del terreno che deve essere accurata eseguendo una aratura abbastanza profonda e eventualmente interrando del letame.
La coltura della menta è particolarmente esigente in potassio e azoto (l’azoto aumenta il contenuto di mentolo e mentone nell’essenza).
A seconda delle condizioni climatiche, in particolare in caso di estati poco piovose, è opportuno intervenire con irrigazioni di soccorso dopo la prima raccolta, per favorire la ripresa vegetativa della coltura.
Bisogna prestare una particolare attenzione agli attacchi fungini e di insetti vari, in quanto le piante della menta ne sono particolarmente sensibile.

Raccolta

La raccolta della menta avviene, in genere, due volte durante la stagione estiva, falciando le piante molto in basso, preferibilmente nelle prime ore della giornata. Il primo sfalcio della menta si esegue in luglio in pre-fioritura; il secondo invece, alla fine dell’estate/autunno
Il prodotto del primo raccolto di menta è più ricco di olio essenziale, e quindi in genere viene avviato alla distillazione. In alcuni casi, si è dimostrato utile, essiccare parzialmente il prodotto in campo, al fine di ridurre il quantitativo di acqua e di migliorare, quindi, la qualità dell’olio. Il secondo raccolto di menta, invece, viene utilizzato come prodotto erboristico, per minor contenuto in essenza.
La raccolta delle menta è meccanizzata con falcia-caricatrici. È opportuno portare subito il materiale raccolto all’essicatoio o alla distillazione, evitando la permanenza in cumulo per molte ore, con conseguenti fenomeni di surriscaldamento.
Una buona coltura di Menta può produrre, come somma delle due raccolte, una biomassa di circa 25 t/ha.

 

 

Parte utilizzata

Le foglie.

Proprietà e utilizzi

Le foglie di menta presentano proprietà stomachiche, coleretiche, antispasmodiche, analgesizzanti, eupeptiche e carminative, da sempre l’utilizzo porta benefici ai disturbi dell’apparato gastrointestinale.

La pianta di menta è utilizzata anche per combattere la nausea. Le foglie hanno inoltre, azione di stimolo generale a carico del sistema nervoso centrale e trovano quindi largo utilizzo come tonico-stimolante.
L’estratto acquoso presenta una debole attività diuretica, mentre l’olio essenziale di menta ha effetti sedativi nell’uomo solo a dosi nettamente superiori a quelle impiegate. Nel modello animale l’essenza di menta possiede un effetto neurosedativo incontestabile.
All’olio essenziale sono attribuite le principale attività terapeutiche della Menta, ma non si deve tralasciare la sinergia dell’intero fitocomplesso. Studi clinici dimostrano la capacità dell’olio essenziale di Menta di alleviare i sintomi, in particolare la componente dolorosa, in caso di intestino irritabile.
L’essenza di menta presenta anche proprietà immunostimolanti e antinfiammatorie, ma una scarsa attività antimicrobica. È spesso impiegato negli stati infiammatori delle vie aeree superiori, in particolar modo attraverso inalazioni. L’infuso di menta viene consigliato come calmante della tosse ed espettorante nelle bronchiti influenzali.

Per uso esterno l’olio essenziale di menta viene impiegato nelle preparazioni per l’igiene della bocca e antipruriginose per le affezioni dermatologiche.

Piccole quantità di menta frizionate sulle tempie, sono efficaci contro il mal di testa e cefalee.
Altro utilizzo dell’olio essenziale, ricco in mentolo, applicato sulla pelle e sulle mucose determina un senso di freddo localizzato e anestesia locale più o meno marcata.

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