Meliloto
Nome Botanico: Melilotus officinalis (L.) Lam.

Pianta erbacea cespugliosa annuale o biennale con fusti lisci, eretti, ramificati e di colore verde brillante.
Le foglie sono ovali trifogliate con margine finemente dentato. I fiori, di colore giallo e intensamente profumati (odore di cumarina da cui deriva il caratteristico odore di fieno fresco), sono raccolti in lunghi racemi. Il frutto è un piccolo legume di forma globosa, anch’esso di colore giallastro.
Altre specie
Le specie più note del genere Melilotus e che presentano le stesse proprietà sono:
Melilotus alba
Melilotus altissima
Melilotus italica
Melilotus coerulea
Melilotus dentata (a basso contenuto di cumarina).
Storia e curiosità
Il nome deriva da meli (miele) e lotos (loto).
Gli antichi gli attribuivano anche il nome di Sterula campana.
Il Meliloto ha origine antiche che risalgono ai tempi degli egizi.
Più di 2000 anni fa in Cina la pianta era strettamente legata al culto dei defunti.
Taglio Tisana
Il prodotto raccolto viene essiccato e macinato per il taglio tisana.
Tintura Madre
La pianta fresca viene lasciata a macerare in una soluzione idroalcolica di titolo 65°.
Clima e Terreno
È una specie molto rustica, presente in molti terreni siccitosi e pietrosi, dal mare alla zona montana. Molto diffuso come specie spontanea soprattutto nei climi temperati.
Impianto e Propagazione
La semina viene effettuata in autunno o alla fine dell’inverno, nelle zone più fredde. In genere si effettua un primo taglio a settembre, con rese piuttosto modeste e un secondo a fine primavera dell’anno successivo.
Durata della coltura
La coltura ha durata biennale
Cure colturali
È consigliabile effettuare un buon apporto di fosforo all’atto della semina.
Se il decorso dell’anno è siccitoso può essere necessario un intervento irriguo per ottenere maggiore produttività in biomassa.
Raccolta
La raccolta si effettua a maggio-giugno in piena fioritura.
In quest’epoca si ha il maggior contenuto in cumarine nelle foglie e nelle infiorescenze, mentre gli steli ne sono privi.
La resa in prodotto secco si aggira intorno a 10-15 t/ha.
Attenzione: quando lo stoccaggio e la conservazione viene effettuata in condizioni non ottimali, si possono verificare dei fenomeni fermentativi che portano al deterioramento della pianta, e alla formazione del dicumarolo, molecola dotata di attività anticoaugulante.
Essendo il Meliloto una pianta da foraggio, l’animale che si alimenta di una pianta contenente il dicumarolo, può andare incontro anche a emorragie anche fatali.
Parti utilizzate
Sommità fiorite e foglie
Proprietà ed impiego
Grazie alla sinergia del fitocomplesso, la pianta manifesta azioni vaso protettrici e antitrombotiche che vanno a rinforzare le pareti dei vasi, facilitare il reflusso venoso e linfatico e prevenire il rischio di eccessiva coagulabilità del sangue.
Tali azioni associate all’effetto antinfiammatorio ne fa del Meliloto un rimedio efficace in caso di emorroidi, varici, tromboflebiti e problemi di circolazione generali che nascono dalla stasi linfatica.
La cumarina, la molecola principalmente attiva del fitocomplesso è responsabile del miglioramento del microcircolo, dell’aumento dell’ossigenazione tissutale e la stabilizzazione della membrana dei globuli rossi.
Oltre a queste azioni, il Meliloto possiede anche attività sedativa che si manifesta sia a livello del sistema nervoso centrale che periferico: agisce come antispasmodico in disturbi di origine nervosa (per esempio gastriti, coliti, ecc..) e nei disturbi lievi del sonno.
Per uso esterno il Meliloto dimostra effetti antinfiammatori, quindi è utile applicarlo sugli ematomi e contusioni. Studi recenti hanno messo in evidenza anche proprietà antireumatiche e cicatrizzanti.