CARCIOFO

NOME BOTANICO:

Cynara scolymus L.

DATI PIANTA

Nome Comune:Carciofo
Nome Botanico:Cynara scolymus L.
Famiglia: Asteraceae
Origine: Bacino mediterraneo
Altri nomi:EN: Artichoke
ES: Alcachofa
FR: Artichaut
DE: Artischocke
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SCHEDA
TECNICA
COLTIVAZIONE
UTILIZZO
PRATICO
DESCRIZIONE DELLA PIANTA

Specie erbacea perenne, presenta un grosso fusto rizomatoso sotterraneo, di consistenza carnosa, fibrosa, portante delle gemme che verranno utilizzate nella propagazione vegetativa.
Ha fusto eretto, con grandi foglie alterne di colore verde e lamina lobata più o meno profondamente.
In base alla varietà, le foglie presentano più o meno spine.
Il fusto, dopo la fioritura, si allunga e si ramifica, portando sulla porzione apicale le infiorescenze a capolino. Il capolino è formato da una parte basale, rappresentata dal ricettacolo carnoso sul quale vi sono inseriti i fiori e le brattee, che sono diverse in termini di colore, forma e varietà in base alla specie.

Il ricettacolo carnoso e le brattee formano il cosiddetto “cuore” di carciofo.
Il frutto è un achenio dal colore grigiastro.

 

Altre specie:

Del genere Cynara Linneo ne identificò due specie:

 

  1. Cynara scolymus L., comunemente chiamato Carciofo
  2. Cynara cardunculus L., o comunemente Cardo o Carduccio.

 

Attualmente il Carciofo coltivato viene classificato come una varietà botanica del Cynara cardunculus: Cynara cardunculus subsp. scolymus.

Un’altra varietà che viene distinta è il Cynara cardunculus subsp. sylvestris, ossia il Carciofo selvatico.

 

Storia e curiosità:

Il nome Cynara sembra derivare dalla parola greca cinere ossia cenere dall’abitudine di concimare il Carciofo con la cenere, oppure secondo la mitologia del mondo ellenico, dal colore dei capelli di una fanciulla di cui si era innamorato Giove, il quale la trasformò in una pianta di Carciofo.

Scolymus invece in greco significa appuntito/aguzzo, forse per ricordare le foglie dentate della pianta.

 

ESTRATTI

TAGLIO TISANA

Dopo essere state raccolte, le foglie, vengono messe all’interno di essiccatoi alla temperatura di 50-60 °C, garantendo una buona circolazione di aria calda, in modo da favorire la perdita d’acqua anche a livello della nervatura centrale della lamina fogliare.

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TINTURA MADRE

Si utilizzano le foglie fresche lasciate macerare in una soluzione idroalcolica con titolo di 55° per circa un mese.

Con questo tipo di lavorazione vengono estratti i principi amari e la Cinarina, molecole che conferiscono al Carciofo, la nota proprietà digestiva.

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Clima e Terreno:

Il Carciofo, essendo originario dell’area mediterranea, predilige climi temperati e resiste abbastanza bene alle basse temperature, fino ai 0°C.
Nelle condizioni climatiche del bacino mediterraneo conduce un ciclo autunno - primaverile, mentre nelle zone più fredde tende a un ciclo primaverile -estivo.
Cresce bene su terreni profondi e di buona struttura.

Impianto e Propagazione:

La propagazione della coltura avviene principalmente per via vegetativa, tecnica prediletta rispetto la semina diretta.
In base all’ambiente climatico e all’organizzazione aziendale, il Carciofo può essere propagato sia in autunno, che in primavera, anche inoltrata negli ambienti più freddi.
È da precisare che alcune varietà risultano essere più adatte per trapianti primaverili, altre più per quelli autunnali.
Dato che il prodotto principale, di questa coltura, sono i capolini e poiché la droga è rappresentata dalle foglie, viene raccolta la droga da colture dove la convenienza economica della produzione di capolini non è garantita (per esempio colture vecchie molto infestate).
In commercio è possibile trovare delle varietà che si propagano per seme, che vengono consigliate però per produzioni destinate all’industria alimentare, in particolar modo a quella conserviera dei capolini.

Durata della coltura:

La coltura da capolini è poliennale e può durare fino a 7-8 anni, ma da un punto di vista economico e di resa, non conviene farla durare più di 3-4 anni.

Cure colturali:

In base alle condizioni climatiche, nel corso della coltura possono risultare necessari interventi irrigui, inoltre il controllo delle infestanti viene effettuato attraverso sarchiature nell’interfila.
Bisogna fare attenzione alla presenza di afidi e limacce che attaccano frequentemente le foglie del Carciofo.

 

Raccolta:

Le foglie vengono raccolte al termine dell’asportazione dei capolini, ma in questo caso le foglie risultano vecchie e molto coriacee (mentre risulterebbe utile raccogliere le giovani foglie in tarda primavera).
Possono essere anche condotte colture per la sola produzione di foglie eseguendo sfalci periodici nel corso del ciclo vegetativo. Solitamente vengono effettuati 3 sfalci nel corso dell’annata, con una normale falcia-caricatrice.

SEMINA: Marzo Aprile Settembre Ottobre
TEMPO BALSAMICO: Aprile Maggio Giugno

Parti utilizzate:

Foglie caulinari (grande foglia dentata che guarnisce lo stelo; quelle che vengono mangiate è il ricettacolo e le brattee ad esso attaccate, che impropriamente vengono chiamate foglie)

 

Proprietà ed impiego:

Già a partire dal XVI sec. il Carciofo veniva considerata una pianta medicinale di grande interesse per le sue virtù terapeutiche.
Sono infatti confermate da dati scientifici e sperimentali le sue proprietà colagoghe (stimola il flusso di bile dalla cistifellea e dotti biliari al duodeno) e coleretiche (stimola la secrezione di bile da parte del fegato).
L’intero fitocomplesso del Carciofo ha inoltre dimostrato avere attività di protezione sul fegato, da sostanze tossiche e nocive, ma non solo va a migliorarne la sua funzionalità, per esempio a livello del metabolismo dei grassi e delle molecole azotate.
Il Carciofo agisce sul metabolismo lipidico riducendo la produzione di colesterolo e di trigliceridi endogeni ed aumentandone la loro escrezione e ridistribuzione nei depositi naturali.
L’escrezione dei grassi avviene attraverso gli acidi biliari e quindi aumentando la loro eliminazione aumenta anche di conseguenza la motilità intestinale e la digestione dei grassi stessi.
Per quanto riguarda le molecole azotate, se queste non vengono metabolizzate correttamente dal fegato, risulterebbero poco diffusibili dai reni e quindi difficilmente eliminabili. Gli estratti di Carciofo svolgono la loro azione depurativa e disintossicante proprio andando ad incrementare la trasformazione epatica di molecole azotate (come per esempio l’urea).
Ha anche una buona azione diuretica, andando ad aumentare il volume di urina e della parte solida in essa contenuta.
Per la presenza di sostanze amare, le foglie di Carciofo migliorano anche i processi digestivi.

 

Attenzione: la cinarina (principio attivo principalmente responsabile dell’azione coleretica della pianta) viene inattivata con la cottura. Tuttavia sperimentazioni cliniche-farmacologiche hanno messo in evidenza come anche l’estratto totale abbia un’azione epatoprotettrice e disintossicante e quindi, anche dopo cottura, ci può essere una certa azione della pianta.
Queste sperimentazioni sono testimonianza di come sia importante, ancor una volta, considerare, in un vegetale, tutte le componenti del fitocomplesso.

DATI PIANTA

Nome Comune:Carciofo
Nome Botanico:Cynara scolymus L.
Famiglia: Asteraceae
Origine: Bacino mediterraneo
Altri nomi:EN: Artichoke
ES: Alcachofa
FR: Artichaut
DE: Artischocke
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