Camomilla romana

Nome Botanico: Chamaemelum nobile (L.) All. = Anthemis nobilis L.

Camomilla Romana, più pregiata rispetto alla Camomilla Comune, un'azione amaro-tonica e digestiva maggiore rispetto alla Matricaria recutita
Indice

Specie erbacea perenne, cespugliosa, fortemente aromatica, presenta fusto molto ramificato e tomentoso con portamento strisciante o eretto.

Le foglie sono alterne, pennate e lanciniate. I fiori raccolti in capolini solitari, sono portati da lunghi peduncoli. I capolini sono formati da fiori ligulati bianchi all’esterno, e i fiori tubulosi gialli al centro.

Nei tipi coltivati, i capolini sono doppi, con più file di fiori ligulati, fino a sostituire completamente quelli tubulosi gialli, per cui, in questo caso, la propagazione viene effettuata per divisione del cespo.

I capolini della Camomilla romana risultano di dimensioni maggiori rispetto a quelli della Camomilla comune. La fioritura è scalare, da metà maggio a metà agosto circa.
Presenta l’apparato radicale fittonante e il frutto è un achenio di piccole dimensioni.
L’intera pianta emana un profumo simile a quello della mela.

 

Altre Specie

Esistono numerose specie del genere Anthemis, diffuse in tutto il mondo:

  • Anthemis arvensis: chiamata volgarmente Camomilla selvatica o bastarda che è spesso confondibile con la Camomilla comune (Matricaria recutita L.). Per poterle riconoscere un ottimo metodo è annusarne il profumo, di cui la Camomilla selvatica ne è priva. inoltre si differenziano in quanto verso la fine della fioritura, le ligule bianche della Camomilla comune si piegano verso il basso.
  • Anthemis tinctoria: la Margherita gialla
  • Anthemis cotula
  • Anthemis chia
  • Anthemis maritima

Tuttavia di tutte queste specie, solo la Camomilla romana (Anthemis nobilis L.) viene usata nella pratica erboristica.

 

Storia e curiosità

Il nome Anthemis deriva dal greco e significa piccolo fiore.
Il termine romana o nobile non va ad indicare la provenienza della pianta, ma è in riferimento al pregio qualitativo della specie.

Essicazione

Taglio Tisana

I capolini vengono disposti su dei telai in strati sottilissimi e messi all’ombra o all’interno di essiccatoi.

Durante questa operazione viene consigliato di rigirare spesso il raccolto, al fine di evitarne un suo imbrunimento. In seguito all’essiccazione si prosegue con la cernita del prodotto, che convenzionalmente viene diviso in:

prima qualità, se i capolini sono grossi e perfettamente bianchi;

seconda qualità, se i capolini sono di dimensioni inferiori e non perfettamente bianchi.

I capolini che sono giallastri vengono scartati direttamente.
Il prodotto erboristico non deve contenere più dell’ 30% di fiori con diametro inferiore a 8 mm.

Molto spesso i  capolini di Camomilla Romana, si ritrovano mescolati in minor quantità insieme a quelli di Camomilla comune, poichè pur essendo meno pregiati da un punto di vista terapeutico, risultano “più belli da vedere”, una volta aggiunti all’interno di tisane.

Essiccazione
distillazione

Olio Essenziale

L’olio essenziale viene estratto per distillazione in corrente di vapore delle sommità fiorite. Il quantitativo di olio essenziale contenuto nei capolini essiccati va dallo 0,6% al 2%; esso è infatti molto variabile nel corso della fioritura e tende a diminuire con l’apertura dei fiori. L’essenza che si ottiene è di un colore azzurro caratteristico, che tende a variare al giallo-verdastro.

L’olio essenziale di Camomilla romana, a differenza di quello estratto dalla camomilla comune, risulta essere scarsamente presente l’azulene ed è assente il bisabololo; tuttavia l’olio essenziale di Camomilla romana è considerata più pregiata rispetto la comune ed infatti il suo olio essenziale viene maggiormente impiegato in profumeria e liquoreria.

Distillazione in corrente di vapore

Clima e Terreno

La Camomilla romana predilige terreni profondi, freschi, ben strutturati e di buona fertilità .
E’ una specie abbastanza resistente ai freddi invernali.

 

Impianto e Propagazione

L’impianto è preferibile effettuarlo in autunno, in modo da avere la prima produzione nell’estate successiva. La propagazione avviene per divisione del cespo. In genere le piante madri migliori che vengono selezionate sono quelle a fiore doppio.
In seguito alla fioritura, nel periodo estivo, le piante vengono tagliate a livello del terreno, per favorire il ricaccio di nuovi germogli, forniti di radici.

 

Durata della coltura

Ha un ciclo colturale primaverile-estivo, ed è una specie poliennale, ma è consigliato tenerla in coltura solo un biennio.

 

Cure colturali

E’ bene effettuare un’accurata preparazione del letto di semina, con lavorazioni non troppo profonde, a causa del limitato sviluppo dell’apparato radicale.
Si consiglia un buon apporto di fertilizzanti sia sotto forma organica con letame, durante la preparazione del letto di semina, sia sotto forma minerale, nella fase pre-trapianto.
Sono necessarie frequenti sarchiature, scerbature ed eventuali apporti idrici nel periodo estivo: in genere è consigliato effettuare l’irrigazione a seguito della raccolta dei capolini, per evitare che l’acqua possa deteriorarli.

 

Raccolta

La raccolta è scalare ed inizia a metà giugno e continua fino l’inizio di agosto.
Bisogna effettuarla quando è completamente evaporata la rugiada notturna, e nelle ore meno calde della giornata. Per quelle colture che si intende mantenere anche l’anno successivo, dopo la raccolta, si esegue un taglio a raso terra per favorire il ricaccio di germogli robusti. La raccolta è manuale, nei piccoli appezzamenti, e viene eseguita quando i fiori sono completamente aperti.
Bisogna fare attenzione a non superare questo stadio, poiché il fiore anche solo leggermente appassito, in seguito all’essiccazione diventa bruno, perdendo una prerogativa fondamentale per questa pianta, ossia la qualità visiva. Anche i fiori raccolti in bocciolo si alterano con l’essiccazione assumendo un colore verdognolo.
Per una giornata di lavoro, in media vengono raccolti dai 10 ai 20 kg di capolini freschi.
Se la coltura è di tipo industriale, la raccolta può essere meccanizzata utilizzando delle macchine munite di pettini che asportano i capolini, assieme alla porzione apicale dei peduncoli. Questo tipo di raccolta in genere va bene per il prodotto destinato alla distillazione ed ha una resa che si aggira intorno alle 15 t/ha di biomassa, con una produzione da 4 a 8 kg/ha di olio essenziale.

Parti utilizzate

Capolini fioriti

 

Proprietà ed impiego

La Camomilla romana, presenta attività ed indicazioni simili analoghe a quelle della Camomilla comune (Matricaria recutita), sebbene di minore intensità.

Tuttavia manifesta una attività amaro-tonica e digestiva maggiore rispetto alla Matricaria recutita.
Molto spesso le due specie si ritrovano mescolate insieme all’interno di tisane, poiché la Camomilla romana è più bella da vedersi.
Dal punto di vista dell’essenza, la Camomilla romana è considerata più pregiata rispetto la comune, infatti il suo olio essenziale viene maggiormente impiegato in profumeria e liquoreria.

Per uso esterno la pianta viene consigliata come lenitivo e antipruriginoso nelle affezioni dermatologiche. In genere viene consigliato l’olio a base di Arthemis nobilis in caso di dolori articolari, mentre l’infuso viene utilizzato nel lavaggio di ferite o all’interno di collutori per le affezioni della cavità orale.

L’acqua distillata di Camomilla romana viene consigliata per i lavaggi oculari o lozioni cutanee in genere.

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