Calendula

Nome Botanico: Calendula officinalis L.

Calendula, pianta dalle proprietà emollienti, ottimo colorante alimentare e cosmetico
Indice

Pianta erbacea annuale o perenne con fusti striati ricoperti da una sottile peluria.

Le foglie sono prive di picciolo, alterne, intere o poco dentate.

I fiori sono riuniti in capolini giallo-arancio: quelli centrali sono tubolari, quelli periferici invece sono ligulati e più lunghi delle brattee dell’involucro.

Il frutto è un achenio. La radice è fusiforme e provvista di radichette fibrose.

A scopo ornamentale, sono state ottenute, per selezione genetica, varietà  a fiori ligulati, ossia a fiore pieno. Il miglioramento genetico ha inoltre dato la possibilità  di ottenere altre varietà  a fiore doppio, dalle varie tonalità , dal giallo fino al rosso e dal portamento nano o a gambo allungato.

 

Altre specie

Esistono numerose specie del genere Calendula, anche se, tuttavia, la Calendula officinalis, è quella che viene maggiormente utilizzata a scopo officinale. 

Bisogna fare attenzione a non confonderla con il genere Tagetes minuta, detta anche Calendula messicana o con la Tagetes erecta, chiamata Calendula africana.

 

Storia e curiosità

Nel passato era indicata nel gruppo di erbae solaris, per l’apertura e chiusura del fiore con il passaggio del sole.
I latini la chiamarono solesequium, ossia che segue il sole.
Il nome latino Calendae sta ad indicare inoltre la capacità di fiorire ogni mese quasi tutto l’anno.

All’inizio del ‘900 la Calendula fungeva da barometro per gli agricoltori: se alle sette del mattino i fiori non erano ancora aperti, era segno di possibile pioggia in giornata.
Nel 1700 il medico Chomel riportava l’uso dei fiori in boccio conditi nell’aceto per ristabilire l’appetito.
In medicina popolare venivano fatti i bagni rilassanti di calendula per rinforzare i muscoli e calmare i nervi.
Secondo la teoria della Signatura i fiori di Calendula venivano utilizzati nelle patologia epatica e biliare, proprio per il colore giallo dei fiori.

Curioso è il fatto di come tale azione coleretica sia stata poi confermata da numerosi studi.

I petali della Calendula possono essere utilizzati per sofisticare o surrogare lo zafferano (Crocus sativus L.)
I fiori di calendula vengono dati come integratori della dieta del pollame per ravvivare il colore delle carni e del tuorlo d’uova.

Essicazione

Taglio Tisana

I capolini appena raccolti vengono fatti essiccare all’ombra o in essiccatoi a temperature non superiori i 40 °C.

Per ottimizzare i tempi è possibile effettuare anche un’essiccazione a temperature maggiori (80 °C) per tempi brevi.

La conservazione deve avvenire in locali asciutti e al buio al fine di evitare la perdita del colore dei fiori e quindi del contenuto in flavonoidi e carotenoidi.

Essiccazione
macerazione

Tintura Madre

La parte della pianta utilizzata sono le sommità fiorite fresche con circa 15 cm di stelo.

Vengono messe a macerare in una soluzione idroalcolica a titolo 55° per circa un mese mescolando giorno per giorno.

Attenzione: Rapporto droga/estratto non di 1:10 ma di 1:20 a causa dell’elevato contenuto di acqua presente all’interno dei fiori.

Macerazione
macerazione

Oleolito

I capolini una volta essiccati vengono posti in un contenitore di vetro a chiusura ermetica ai quali si aggiunge un olio vegetale (in genere olio extravergine di oliva) nel rapporto 1:10.

Ricordiamo che nell’autoproduzione casalinga non è necessario rispettare il rapporto esatto, l’importante è che la pianta venga sommersa completamente dall’olio utilizzato.

I capolini vengono lasciati macerare al sole per almeno 3 settimane.

Si filtra e si conserva l’oleolito ottenuto in una bottiglietta di vetro scuro e al riparo della luce e fonti di calore.

Macerazione

Clima e Terreno

E’ una pianta abbastanza rustica. Richiede temperature miti, predilige terreni freschi, ricchi di sostanza organica, ben drenati e ben esposti al sole per favorire la formazione di carotenoidi e flavonoidi.

 

Impianto e Propagazione

La propagazione in genere avviene per semina in aprile-maggio o in autunno nei climi meno freddi, utilizzando 2-3 kg/ha di seme, posto su un terreno finemente sminuzzato.
E’ possibile anche effettuare il trapianto preparando i semenzai mediante l’impiego dei paper-pot, un paio di mesi prima della messa in dimora. Tuttavia tale tecnica non è sempre conveniente dal punto di vista economico.
Non è consigliabile un elevata densità d’impianto in quanto si otterrebbe un maggior numero di capolini ma di dimensioni inferiori, ottenendo di conseguenza rese modeste. La densità finale non dovrebbe superare le 6 piante/m².

 

Durata della coltura

annuale

 

Cure colturali

Viene data una dose più modesta di azoto in copertura per evitare un eccessiva fogliosità e una conseguente minor produzione di fiori.
Possono essere necessari interventi irrigui per favorire l’attecchimento e la ripresa vegetativa.
E’ sconsigliabile irrigare in presenza dei capolini, per evitare una perdita della qualità dei fiori.
In genere si interviene con ripetute sarchiature nell’interfila per il controllo delle infestanti.
La coltura risulta particolarmente sensibile a patologie fungine quali l’oidio; in caso di attacco la coltura non viene trattata e si interrompe la raccolta.

 

Raccolta

La fioritura della pianta è scalare: inizia verso la fine di maggio e si protrae fino a settembre, di conseguenza anche la raccolta è scalare.
Viene effettuata a mano nei piccoli appezzamenti staccando il fiore senza peduncolo. Tuttavia la raccolta può essere meccanizzata nelle colture di dimensioni elevate, utilizzando le macchine raccoglitrici per la camomilla.
La capacità di raccolta manuale è di circa 10-15 kg all’ora. La resa in capolini freschi è di circa 10-15 t/ha pari a 2-3 t/ha di prodotto secco.

Parti utilizzate

Fiori completamente sbocciati, staccati dal ricettacolo.

 

Proprietà ed impiego

I capolini trovano impiego come colorante alimentare o cosmetico per favorire il colore arancio.
Per uso interno viene utilizzata nelle irregolarità mestruali, nel raffreddore e nelle faringiti per le sue proprietà emollienti, antiinfiammatorie, antisettiche e antivirali, per esempio contro il virus dell’influenza e quello erpetico.
L’infuso è indicato per combattere i gonfiori, i disturbi dello stomaco e del fegato.
Numerosi studi confermano l’efficacia di preparati a base di Calendula sulla secrezione biliare.
L’infuso e la tintura risultano efficaci da usare per i gargarismi contro le infiammazioni della bocca e della gola.
Per guarire le onicosi, si tengono le dita a bagno nell’infuso per 10 minuti.

Per uso esterno trova impiego in creme e unguenti usati nel trattamento di pelli secche, screpolate, delicate.
Agisce sulla circolazione periferica con proprietà vasodilatatrici, utile in caso di pelle arrossata, gambe stanchi, pesanti , vene varicose e emorroidi. In questi casi, agisce riducendo l’infiammazione a livello di cute e mucose e la tensione tissutale locale. L’uso topico, migliora l’elasticità cutanea, rendendo inoltre la pelle più resistente agli insulti meccanici.
E’ efficace anche in caso di eritemi e dermatosi, acne, ulcere e ipercheratosi.
E’ spesso indicata nelle ferite e nelle scottature cutanee per le sue note proprietà cicatrizzanti.
Pomate a base di Calendula risultano essere efficaci nel prevenire le dermatiti da radioterapia.
La calendula presenta anche azione antimicrobica e antivirali.

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