Oro, incenso e mirra: doni preziosi per la salute
Pubblicato il Ottobre 7, 2014 - Benessere
È una storia che nasce molto lontano, in terre esotiche e dalle antiche tradizioni.
Seguendo la scia di una stella cometa, i Re magi arrivarono dall’oriente a Gerusalemme, per adorare la nascita di Gesù bambino, portandogli in dono oro, incenso e mirra.
Questi doni, secondo la tradizione del tempo, avevano un potente valore simbolico: l’oro è il dono riservato ai re, l’incenso come segno di divinazione e infine la mirra, usata da sempre nel culto dei morti, per simboleggiare la mortalità di Gesù.
Tutti e tre questi doni, oltre al significato spirituale, hanno delle importantissime usanze e proprietà medicamentose.
Forse non tutti sanno che l’oro non è solo un preziosissimo metallo, ma è anche un ingrediente alimentare e per di più possiede numerose proprietà terapeutiche.
Il suo uso risale ai tempi degli egizi, i quali aggiungevano l’oro a bevande e cibi per suscitare il favore degli dei.
A partire dal XV sec d.C i primi alchimisti iniziarono ad aggiungere l’oro alimentare ai medicamenti, considerandolo un toccasana per ogni malattia.
Attualmente, preparati a base di oro sono ampiamente utilizzati in cucina per impreziosire torte o piatti sfiziosi; in odontoiatria l’oro viene utilizzato per otturazioni e ponti; in campo medico per molte pratiche diagnostiche e, nella sua forma colloidale (in sospensione in un fluido), anche per la cura di malattie.
Tuttavia, ad oggi, l’utilizzo dell’oro è stato quasi del tutto sostituito da pratiche più moderne, ma viene ancora impiegato dalle cosiddette medicine non convenzionali quali l‘omeopatia, la naturopatia e la medicina tradizionale cinese.
Secondo altre leggende, l’oro portato in dono dai magi, altro non era che polvere di Curcuma, una radice originaria dell’oriente dal colore giallo oro, utilizzata già a quel tempo per insaporire i cibi ma anche come medicamento, in particolare per curare le infezioni.
La Curcuma infatti, viene definita l’oro delle spezie, in riferimento, oltre che al colore, alle sue notevoli proprietà terapeutiche.
Numerosi studi scientifici e clinici hanno dimostrato le proprietà antiossidanti, antireumatiche e antitumorali di questa straordinaria radice.
Gli altri due doni, Incenso e Mirra sono invece due resine, che sgorgano dalla corteccia di piante originare della penisola arabica e dell’Africa nord orientale, entrambe appartenenti alla famiglia delle Burseraceae.
L’incenso, chiamato anche gomma di olibano, è una oleoresina estratta dalla Boswellia cateri, praticando incisioni sulla corteccia.
Da sempre è presente in tutte le cerimonie sacre e religiose, dove è abitudine bruciare questa resina, in quanto in grado di indurre uno stato favorevole alla meditazione e alla preghiera.
Ma l’importanza dell’incenso è data soprattutto alla sua potente attività antinfiammatoria.
L’incenso viene utilizzato dalla fitoterapia moderna negli stati infiammatori a carico dell’intestino (morbo di Crohn, colite ulcerosa) e dell’ apparato mucolo-scheletrico (artrite, artrosi, artrite reumatoide), ma anche in caso di infiammazioni delle vie respiratorie, in particolar modo nell’asma e, infine, contro le affezioni cutanee (psoriasi, eczemi, dermatiti, ecc..).
La Mirra, è una gommoresina estratta dalla Commiphora myrrha.
Al tempo dei faraoni veniva utilizzata nella mummificazione e, per tutte le civiltà dei tempi antichi, è sempre stata una componente fondamentale negli oli e nei profumi utilizzati per l’unzione del corpo del defunto.
Importantissima, per le sue proprietà antinfiammatorie, antisettiche e analgesiche, la Mirra viene tutt’oggi impiegata in caso di affezioni del cavo orale come afte e gengiviti, ma anche ferite e ulcerazioni cutanee.
Dalla Commiphora myrrha è possibile estrarre anche un olio essenziale che viene impiegato principalmente come disinfettante delle vie intestinali.
Per quanto riguarda la proprietà analgesica, il primo lavoro scientifico a riguardo, venne effettuato dal dipartimento di farmacologia dell’università di Firenze, che studiò il meccanismo d’azione dei principi attivi contenuti nella mirra, paragonandoli a quelli della morfina e confermandone il suo uso come potente analgesico.
Si narra infatti, che il vino offerto dal soldato romano a Gesù in croce, per alleviarne le sofferenze, fosse proprio a base di mirra, il cosiddetto mirrato.
Incenso e Mirra sono dei rimedi curativi, che spesso si trovano associati, non solo per le loro simili proprietà, ma anche per le loro ottime fragranze.
Famoso è il cosiddetto “Balsamo di Gerusalmme” contenente entrambe le resine, che proprio per il suo potente effetto antinfiammatorio è entrato a far parte di alcune recenti farmacopee.