Olio essenziale di nardo indiano: segno di devozione e amore
Pubblicato il Aprile 2, 2015 - Aromaterapia
Un profumo inebriante che ci rimanda a tempi lontani, simbolo di devozione e spiritualità, l’olio essenziale di Nardo veniva impiegato già al tempo degli antichi Egizi, ritrovato all’interno di anforette nelle tombe dei Faraoni.
È uno dei più celebri profumi impiegato al tempo dei romani: l’olio essenziale di Nardo veniva infatti preparato dagli unguentari, i mastri profumieri dell’antica Roma.
È possibile trovare testimonianza del suo uso anche all’interno della Bibbia, come segno di devozione e amore: “E trovandosi Gesù a Betania nella casa di Simone il lebbroso, mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro di olio di nardo genuino molto costoso; rotto il vasetto di alabastro lo versò sul capo di lui.” Fu lo stesso olio che Maria Maddalena utilizzo per ungere i piedi di Gesù prima dell’ultima cena. Nel Cantico dei Cantici viene più volte celebrato per il suo “profumo effuso”, che trasporta in uno spazio intimo e sacro, simbolo di amore e adorazione verso il Re, il Dio e l’amato.
Proprio per questa sua antica tradizione devozionale, l’olio di Nardo è una delle undici erbe ancor oggi utilizzate per le fumigazioni rituali nel Tempio di Gerusalemme.
È un olio ricavato dalla distillazione delle radici di una pianta che cresce sui pendii montani dell’Himalaya, il Nardostachys jatamansi, una delicata erba aromatica con radici rizomatose pungenti. Appartiene alla famiglia delle Valerianaceae; è infatti una pianta molto affine alla Valeriana officinalis, con la quale condivide alcune proprietà.
Un’essenza dal forte e caratteristico odore dolce e legnoso, l’olio essenziale di Nardo è un buon antinfiammatorio, utile da massaggiare sulle parti del corpo che presentano un’infiammazione locale.
Lo stesso Dioscoride, medico e botanico dell’antica Grecia, indicava il Nardo come ottimo riscaldante ed essiccante.
Massaggiare qualche goccia di questo olio essenziale sulle tempie può essere utile anche per alleviare il mal di testa e di sicuro la sua dispersione nell’ambiente ci predispone al rilassamento, comunicando direttamente con i nostri centri nervosi.
Le sue componenti olfattive fortemente aromatiche e persistenti l’hanno reso protagonista, fin dall’antichità, nei rituali religiosi, che molto spesso erano legati alla guarigione dello spirito ed anche del corpo. Ad oggi, il suo utilizzo nel settore erboristico risulta desueto, ma rimane comunque un’essenza conosciuta, dalle remote tradizioni, legata per lo più a una sfera spirituale e simbolica.
Elisa Carnevale
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