Coltivazione e produzione dell’olio essenziale di lavanda
Pubblicato il Giugno 16, 2021 - Attrezzature ed estrazioni

Le differenze tra lavanda e lavandino, e il loro olio essenziale
La Lavandula angustifolia (o Lavandula officinalis) conosciuta comunemente come Lavanda vera è una pianta perenne con portamento cespuglioso/arbustivo, che raggiunge facilmente il metro d’altezza. Solitamente la parte bassa della pianta è legnosa mentre quella superiore è erbacea. I fiori sono piccoli, viola, riuniti in infiorescenze a spiga.
Gli ibridi della Lavanda, comunemente detti Lavandini, si distinguono dalla Lavanda vera per il loro maggior sviluppo vegetativo e per la maggior lunghezza sia degli steli che portano le infiorescenze, sia delle stesse spighe fiorali.
Questo genere aromatico è coltivato, principalmente per la produzione di olio essenziale, in tutto il bacino del mediterraneo, dove cresce fino ai 1300 metri di altezza, prediligendo i terreni asciutti, leggeri e sassosi, a reazione neutra o leggermente acida; ben soleggiati.
Sia l’olio essenziale di Lavanda vera che quello di Lavandino, si prestano bene ad un ampio spettro di utilizzi ed hanno un profumo inconfondibile, che li rendono tra i più conosciuti, amati e acquistati.
Come può una medio-piccola azienda agricola produrre olio essenziale di lavanda o lavandino?
Lo scopo di quest’articolo è quello di fornire una panoramica in questa direzione, partendo da un’ipotesi di coltivazione fino ad arrivare al processo di distillazione.
La coltivazione della lavanda e del lavandino
Sia Lavanda vera che Lavandino hanno una durata d’impianto che può superare anche i 12 anni, ma in genere la durata economica di un impianto di Lavandula angustifolia è di 6-8 anni e per la Lavandula x intermedia di 10 anni.
Il principale metodo di propagazione per entrambe le specie è quello per talea, questo garantisce una più omogenea crescita e fioritura delle piante, anche se la Lavanda vera può propagare pure per seme.
I rametti legnosi si prelevano da piante madri di 2-3 anni, in periodo di assoluto riposo vegetativo. Possono essere impiegate direttamente in pieno campo se le condizioni sono ideali (terreni soffici e piogge frequenti); più spesso però, visto che le colture di queste piante prosperano in terreni aridi, si preferisce far radicare le talee in cassoni o aiuole, da trapiantare successivamente in pieno campo. Il periodo migliore per l’esecuzione della talea è fine inverno (febbraio o marzo), prima della ripresa vegetativa. Dalla fine dell’autunno all’inizio della primavera successiva, le giovani piante ben radicate vengono poi messe a dimora.
La densità ideale d’impianto per la Lavanda vera è di 1,4 -1,8 piante/mq, con una distanza di 140-150 cm tra le file e 35-50 cm sulla fila (circa 15˙000-20˙000 piantine ad ettaro); mentre per i Lavandini è di 0,8 – 1,2 piante/mq, con una distanza di 160-200 cm tra le file e 50-80 cm sulla fila (circa 10-12˙000 piantine ad ettaro).
Questi chiaramente sono sempre valori indicativi, in quanto tutto va traslato e adattato alla propria realtà e ai mezzi o macchinari di lavoro disponibili.
La raccolta delle infiorescenze destinate alla distillazione dell’olio essenziale si effettua nell’epoca di massima fioritura, o meglio: per i Lavandini quando tutti i fiori delle infiorescenze principali sono sbocciati, mentre per la Lavanda vera poco prima della completa fioritura; questo nella nostra area e con i nostri climi generalmente si verifica tra luglio e inizio agosto. Un sistema semplice ed efficace per determinare il momento ideale per la raccolta è quello di osservare la presenza di api nel lavandeto, quando si riduce è il momento giusto.
Il materiale raccolto viene poi distillato subito o leggermente appassito.
La resa in prodotto fresco per la Lavanda vera è di circa 5000-7000 kg/ha, mentre per il Lavandino si va dagli 8000 ai 12000 kg/ha. La resa in olio essenziale varia dallo 0,7 al 1% per la Lavandula angustifolia, e 1,5-2% per la Lavandula x intermedia. Le rese maggiori si realizzano tra il 4° e 6° anno di coltura, per poi diminuire progressivamente.
Ipotesi di coltivazione e produzione in una medio-piccola azienda agricola
Ipotizzando di disporre di uno spazio di 800 mq per la nostra coltivazione di Lavandula angustifolia, dovremmo avere almeno 1280 piantine nell’appezzamento per realizzare un densità di impianto media, ossia di 1,6 piante al mq.
Otterremo indicativamente una quantità di prodotto fresco che va dai 400 ai 560 kg (quando la pianta avrà raggiunto la maturità produttiva), che dopo distillazione in corrente di vapore (considerando la resa più bassa in olio essenziale dello 0,7%) renderà dai 2,8 ai 3,9 kg di olio essenziale di Lavanda vera.
Se volessimo invece coltivare delle Lavandula x intermedia su questi 800 mq, considerando una densità d’impianto media di 1 pianta/mq, serviranno 800 piantine per l’appezzamento; capaci di fornire, a maturità, una massa di materiale fresco di almeno 650-800 kg (maggiore della Lavanda vera). Da questo materiale fresco, considerando una resa in olio essenziale del 1,5%, si potrebbero produrre indicativamente dai 10 ai 12 kg di olio essenziale di Lavandino.
Disponendo di un distillatore con capacità di 125 L, in grado di lavorare circa 25 kg di materiale fresco a singola distillata, dovremmo effettuare dalle 16 alle 22 distillazioni di Lavanda vera, e dalle 26 alle 32 distillazioni di Lavandino a pieno carico, per lavorare la totalità del materiale vegetale fresco prodotto.
Effettuando 4 distillazioni a pieno carico al giorno, tutto ciò richiederà dai 4-6 giorni di lavoro per la Lavanda vera, e almeno 7-8 giorni per il Lavandino.
Come effettuare la distillazione in corrente di vapore passaggio per passaggio
Sia che si tratti di Lavanda vera, sia che si tratti di Lavandino, vediamo come avviene la produzione dell’olio essenziale, attraverso l’utilizzo di un distillatore da 125 L di capienza; affrontando tutte le fasi, tappa per tappa.
Apparecchiature necessarie per il procedimento:
- Distillatore con capienza 125 L
- Infiorescenze di Lavanda/Lavandino fresche, circa 25 kg
- Acqua corrente
- Fornellone a gas
Se vuoi visualizzare le fasi vai al Video
Fase 1 – Raccolta del materiale vegetale:
Una volta individuato il periodo balsamico (quando le api ormai visitano poco le piante) la prima cosa da fare è quella di effettuare la raccolta degli steli portanti le infiorescenze. Per un buon processo di distillazione è bene ricordare che va mantenuto almeno un 10 cm di fusto al di sotto della spiga fiorale, e non è necessario ne sgranarne ne sminuzzare il materiale vegetale per distillare la Lavanda/Lavandino, in quanto l’olio essenziale viene prodotto a livello dei tricomi ghiandolari, ossia in strutture superficiali.
Fase 2 – Caricamento del distillatore:
Nel caso di Lavanda/Lavandino un leggero appassimento non pregiudica la resa in quantità e qualità di olio essenziale. È tuttavia sempre consigliabile non lasciare il materiale vegetale fresco ammassato in cumuli, ma ben disteso in uno strato sottile in un posto ombreggiato e areato; per evitare che si inneschino fenomeni fermentativi e degradativi.
Montato il distillatore e collegati tutti i tubi di collegamento per il carico e lo scarico dell’acqua di raffreddamento; si può procedere ad introdurre l’acqua nel fondo della caldaia, fino allo sfioramento della griglia di fondo; procedendo poi al carico del materiale vegetale.
Il materiale va introdotto in caldaia in modo uniforme, distribuendolo quasi a creare degli strati. È molto importante pressare bene il materiale, anche pigiandolo con i piedi, senza timore di schiacciarlo troppo; insistendo soprattutto in prossimità delle pareti del distillatore, per evitare che si formino spazi vuoti attraverso cui il vapore possa fluire senza attraversare tutti i calici fiorali.
Terminato il carico, va assicurato che tutte le infiorescenze si mantengano all’interno della caldaia, posizionandovi sopra la griglia superiore, dopodiché si chiude il distillatore con l’apposita cerniera.
Si accende a questo punto il fornellone, per riscaldare l’acqua in caldaia.
Quando la temperatura interna raggiunge i 40-50 gradi, si apre l’acqua di raffreddamento per il circuito di condensazione.
Fase 3 – La distillazione:
Superati i 50°C, la temperatura del distillatore sale abbastanza velocemente e già intorno agli 85°-90°C gradi si vedranno fuoriuscire le prime goccioline di distillato.
A questo punto non resta che tenere monitorata la temperatura dell’acqua di raffreddamento del condensatore, che deve mantenersi tiepida.
Si lascia distillare fintanto che il livello di olio essenziale smette di aumentare all’interno del cilindro graduato.
Fase 4 – Confezionamento dell’olio essenziale:
Terminata la distillazione non resta che separare l’olio essenziale dall’acqua aromatica, facilmente distinguibili all’interno della buretta in vetro di raccolta.
Per facilitare la procedura è possibile versare il contenuto della buretta all’interno di un imbuto separatore, lasciar riposare il tutto per il tempo necessario ad una nuova separazione completa ed aprire gradualmente il rubinetto dell’imbuto, facendo gocciolare prima l’idrolato e poi in una apposita boccetta ambrata l’olio essenziale di Lavanda/Lavandino.
Fase 5 – Maturazione e conservazione:
Come per qualsiasi olio essenziale appena distillato è necessario un tempo di maturazione prima di poter godere appieno dalla sua fragranza.
Per quanto concerne la conservazione: l’olio essenziale è una sostanza molto delicata che, può facilmente alterarsi o degradarsi perdendo quindi il suo naturale profumo e sviluppando sostanze che possono anche essere dannose; perciò è importante conservarlo sempre in boccette di vetro scuro, lontano dalla luce diretta e da fonti di calore.
Come ben sappiamo l’impiego degli oli essenziali avviene per gocce; il loro uso, infatti, dev’esser limitato a piccole quantità essendo queste sostanze altamente concentrate e ricche di molecole attive, molte delle quali possono anche avere degli effetti negativi. Perciò nell’utilizzarli è sempre necessario procedere con attenzione, chiedendo anche consiglio agli esperti.
Ed ora non rimane che etichettare al meglio tutte le boccette di olio essenziale di Lavanda vera o Lavandino, a seconda di ciò che avete scelto di produrre!
Approfondisci con il video:
LAURA EDERLE
in collaborazione con CELESTE MELCHIORI
Maggiori informazioni su:
Lavanda (Lavandula angustifolia)
La distillazione in corrente di vapore
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