Olio di neem, dalla pianta della buona salute
Pubblicato il Giugno 28, 2016 - Benessere

L’Azadirachta indica A. Juss., nota come Neem, è una pianta antichissima, utilizzata da secoli in India come fertilizzante ed insetticida.
In sànscrito se ne fa riferimento con il nome di Nimba, cioè “che dà buona salute”, basti pensare che lo stesso Gandhi aveva inserito le foglie di quest’albero nella sua dieta quotidiana (sembra per il potere “raffreddante”).
Tutte le parti dell’albero di Neem: foglie, fiori, semi, frutti, radici e corteccia; sono state tradizionalmente utilizzate per il trattamento di infiammazioni, infezioni, febbre, malattie della pelle e disturbi dentali. Spazzolare i denti con i suoi ramoscelli freschi è una antica pratica in Asia e Africa.
Aspetti botanici:
L’Azadirachta indica descritta dal botanico francese Adrien-Henri de Jussieu nel 1830; appartiene alla famiglia delle Meliaceae, che annovera tra le sue specie anche l’Azadirachta siamensis (Val) e l’Azadirachta excelsa (Jack) Jacobs.
L’Azadirachta indica (dal persiano Azad-darakht “albero libero“) è un albero sempreverde di medio sviluppo, alto fino a 25 m, dalla chioma arrotondata.
Le foglie sono imparipennate composte con 5-15 foglioline allungate, sottili, lanceolate, di colore verde scuro e margine crenato.
Le infiorescenze a pannocchia si dispongono nella zona ascellare delle foglie.
I frutti, che la pianta inizia a produrre dopo il suo quinto anno; sono drupe con un solo seme, con epicarpo sottile giallo-verdastro a maturazione e mesocarpo fibroso; dal sapore dolce-amaro.
Questa pianta può vivere circa 200 anni, è endemica della regione Indo-Pakistana e oggi viene anche coltivata in numerose zone tropicali.
Attenzione ai frutti tossici della Melia azedarach L., molto simile alla Azadirachta indica A. Juss alla quale assomiglia per le foglie, i fiori e i frutti; i quali nella Melia hanno forma sferica anziché ovale.
I semi e le foglie sono le parti più utilizzate e quelle più ricche di principi attivi.
La composizione è complessa con evidente prevalenza di triterpeni appartenenti alla classe dei limonoidi.
Olio di Neem:
L’Olio di Nimba si ottiene generalmente per spremitura a freddo dei semi.
Nei villaggi indiani sprovvisti di torchio si pestano in un mortaio i semi sino ad ottenere una pasta morbida, alla quale si aggiunge dello zucchero e si spruzza con acqua calda continuando a macinare con il pestello.
L’olio si separa quindi dall’acqua e viene raccolto per essere impiegato sia per uso esterno che interno; prescritto soprattutto come antimicrobico, insetto repellente ed antinfiammatorio. Viene impiegato come rimedio efficace nelle febbri malariche assunto in quantità di poche gocce due volte al giorno e nei casi di sifilide e lebbra.
L’olio di Neem è particolarmente efficace nelle comuni affezioni dermatologiche: psoriasi, allergie, ipersensibilità cutanea, bruciori, pruriti, scottature, emorroidi e altre affezioni dovute a batteri e funghi e nello stesso tempo idrata la pelle e contrasta le irritazioni.
A base di Neem si trovano anche efficaci prodotti contro diversi parassiti: pulci, zecche, pappataci e zanzare che infestano, oltre gli uomini anche cani, gatti e altri animali domestici.
Il Neem in Agricoltura:
L’utilizzo dell’olio di Neem in agricoltura si deve principalmente ad un entomologo tedesco che nel 1959, durante una devastazione di cavallette in Africa, notò che le piante del Neem erano le uniche rimaste intatte al passaggio dell’insetto migratore.
L’attività antiparassitaria di questa pianta è efficace verso un numero elevato di insetti e si esplica con diverse modalità d’azione: antifeedant o fagodeterrente (diminuisce od inibisce la capacità di alimentarsi dell’insetto), repellente, regolatore di crescita, ormonale.
Il principio attivo più importante per la sua attività insetticida è l’Azadiractina contenuta nei semi, classificata anche fra le molecole che possono essere utilizzate in agricoltura biologica.
Usi agricoli:
I semi schiacciati, il panello di estrazione dei frutti, l’olio e il nocciolo sono usati come coadiuvanti dei concimi azotati.
Nel deserto gli alberi del Neem sono utilizzati come barriere frangivento intorno ai campi e allo scopo di ridurre la desertificazione e l’erosione eolica del suolo. Con questo albero è quindi possibile favorire la bonifica di aree desertiche.
Il legno è duro e resistente all’attacco di insetti e funghi, quindi adatto a produrre attrezzi agricoli. Dalla corteccia di estraggono i tannini, utilizzati nell’industria, e con le sue fibre si producono corde. La polpa dei frutti può essere utilizzata per produrre biogas.
L’albero del Neem presenta una così vasta ed interessante gamma di utilizzi, che la comunità scientifica internazionale lo include tra le prime piante da studiare ed utilizzare.
GIULIA CALDARELLI
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