Oli essenziali: dall’alambicco ad oggi

Pubblicato il Settembre 17, 2014 - Aromaterapia

L’essenza rispecchia tutta la personalità di una pianta e la sua relazione con l’ambiente.
È la voce che essa utilizza per comunicare con l’esterno, dosando l’intensità dell’aroma se vuole chiamare o respingere.

L’essenza è una secrezione naturale elaborata dall’organismo vegetale e contenuta in organi e cellule secretorie specializzate.
Si parla di olio essenziale solo dopo l’estrazione e tale termine corrisponde all’ “essenza distillata”.
Questa ha composizione diversa dall’essenza vera e propria perché durante la distillazione avvengono alcune trasformazioni chimiche.

Un po’ di storia…

Le ipotesi in merito alla scoperta del processo di distillazione sono diverse e controverse: la più accreditata attribuisce tale scoperta ad Avicenna, medico e filosofo Persiano (980-1037 a.C) soprannominato “il principe dei medici” che, all’interno della sua più grande opera Il canone della Medicina, fu il primo a descrivere il modo per produrre gli oli essenziali e le acque aromatiche attraverso la distillazione di erbe e fiori.
Furono gli Arabi poi ad esportare tale tecnica in Europa.

Ancor prima Dioscoride (40-90 a.C) medico, botanico e farmacista dell’antica Grecia, nella sua prestigiosa opera De Materia Medica scriveva che “distillare è imitare il sole che evapora le acque dalla terra e le riinvia in pioggia”.

La distillazione in corrente di vapore

La convinzione che solo le grosse aziende farmaceutiche od erboristiche possano estrarre gli oli essenziali è del tutto sbagliata.
Difatti i primi Alambicchi nascono tra le mura domestiche e nonostante la raffinata tecnologia che vi sta alla base, la distillazione è di per sè un’operazione estremamente semplice e alla portata di tutti.
Esistono in commercio distillatori ad uso hobbistico e personale, poco più grandi di una classica pentola a pressione, utilizzabili tranquillamente sul fornello della propria cucina.

Vi sono diversi tipi di distillazioni, ma vogliamo ora concentrarci sulla distillazione in corrente di vapore.
Tale procedimento si basa sulla proprietà fisica degli oli essenziali di essere volatili, ossia facilmente vaporizzabili e trascinabili dal vapor acqueo.

Un distillatore è composto da una camera di carico all’interno della quale viene inserita l’acqua e la parte della pianta che si vuole distillare.
È possibile utilizzare sia materiale secco che fresco ma, per ottenere un prodotto di qualità, è fondamentale lavorare con piante fresche, appena raccolte (la distillazione ideale dovrebbe avvenire sul luogo di raccolta) e che rispettino il tempo balsamico, ossia quando la concentrazione di principi attivi all’interno della pianta è massima.

Nella distillazione in corrente di vapore il prodotto vegetale non deve essere a diretto contatto con l’acqua ma viene posto al di sopra di una apposita griglia di separazione dotata di piccoli fori che permettono il passaggio del vapore generato dall’ebollizione dell’acqua sottostante.

Le pareti cellulari della pianta, dopo essere state investite dal vapor acqueo diventano sempre più permeabili fino a rompersi, determinando la fuoriuscita del loro contenuto.
L’essenza liberata dal tessuto della pianta viene trascinata dal vapore all’interno di una colonna dotata di un refrigerante a serpentina dove il miscuglio vapor acqueo/olio essenziale viene condensato e riportato allo stato liquido, separandosi in olio essenziale e acqua aromatica.
La loro separazione è immediata poiché l’olio essenziale è immiscibile all’acqua ed avendo densità inferiore si deposita in superficie.

L’olio essenziale ottenuto non può essere utilizzato immediatamente ma solo dopo un tempo di maturazione necessario per eliminare le componenti inutili, irritanti e sgradevoli dal punto di vista organolettico.
L’acqua raccolta viene definita aromatica poiché contiene una piccola percentuale di essenza in essa disciolta e che le conferisce la profumazione tipica dell’olio essenziale estratto.
Essa può essere utilizzata in cosmesi, in cucina, come acqua per stirare per profumare la biancheria.

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