Meliloto: utilizzo, proprietà e tradizione
Pubblicato il Ottobre 9, 2018 - Benessere
Il Melilotus officinalis o Trigonella officinalis è una leguminosa papilionata abbastanza comune in Italia, nei luoghi incolti e nei campi, da 0 a 1400 m di altitudine.
Si presenta come un’erba biennale che possiede più fusti, alti fino a 1 m, più o meno ramificati. Le foglie composte sono trireme; le due laterali sono inserite di qualche mm più in basso della mediana e hanno forma obovata, anche se le inferiori (12×8 mm) sono più strette delle superiori, con margine seghettato molto evidente; le stipole sono di dimensioni ridotte e di forma triangolare. All’altezza delle foglie superiori, precisamente all’ascella, sono presenti racemi lunghi fino a 12-15 cm, dotati di molti fiori quasi sessili, lunghi circa mezzo cm e di colore giallo, dotate di vessillo un po’ più lungo degli altri petali.
Il frutto è un legume lungo 2 mm, glabro, reticolato contenente un seme solitario.
La droga utilizzata è rappresentata dalle sommità fiorite, che hanno un tipico odore di “fieno”, conseguente al contenuto di cumarine (melitonina). Le sommità fiorite contengono anche flavonoidi, saponine e tannini.
Il Meliloto possiede effetti antiedematosi, antinfiammatori, venotropici, cicatrizzanti è in grado di aumentare il flusso linfatico, ed è anche spasmolitica e digestiva. Viene quindi consigliato in caso di disturbi associati all’insufficienza venosa, cioè senso di pesantezza alle gambe, edemi, crampi notturni, dolori alle gambe, congestione linfatica, malattia emorroidaria.
Avvertenze: tenendo conto dell’azione fluidificante del sangue delle cumarine è consigliabile evitare la contemporanea assunzione di anticoagulanti e salicilati e di sospenderne l’uso in previsione di un’operazione chirurgica o di un parto.
Questa officinale può essere utilizzata in molte forme: tisana, compresse, opercoli, via parenterale o via rettale (supposte), ma anche esternamente in pomate e cataplasmi. Gli usi tradizionali popolari ricalcano un po’ l’uso moderno, anche se in passato veniva utilizzato l’infuso prodotto a partire da 2 cucchiaini di sommità fiorite in una tazza come antisettico delle vie urinarie e come diuretico; e la stessa preparazione poteva essere utilizzata anche per lavaggi e impacchi in caso di congiuntivite e piaghe.
Curiosità: viene chiamato anche “trifoglio cavallino” o “erba vetturina”, in relazione al fatto che i cavalli ne sono ghiotti. Infatti, se scorgono il Meliloto al bordo della strada, è facile che interrompano il loro cammino per un assaggio goloso.
Una volta veniva utilizzato anche per profumare gli armadi e tenere lontane le tarme. Viene ancora oggi usato come additivo aromatico in certe qualità di tabacco.
ANJA LATINI
Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S
Altri articoli che potrebbero interessarti:
Il Pungitopo, pianta per il Natale e per il benessere delle vene
Bagno con erbe, fiori ed oli essenziali