Marrubio: utilizzo, proprietà e tradizione
Pubblicato il Marzo 8, 2018 - Benessere

Il Marrubium vulgare L. della famiglia delle Lamiaceae, è una pianta utilizzata sin dall’antichità nel trattamento delle affezioni dell’apparato respiratorio. Nel corso dei secoli sino ad oggi, il Marrubio è stato utilizzato in particolar modo come febbrifugo e modificatore della mucosa respiratoria.
Pianta erbacea annuale o perenne, molto comune nei terreni incolti, è fittamente pelosa e caratteristica per il cattivo odore. Presenta un fusto quadrangolare vigoroso bianco-lanuginoso, alto 30-60 cm, con numerose foglie opposte, ovali, crenate e rugose. I fiori bianco-rosei, con calice peloso e sepali di 10 denti lesiniformi, sono raccolti in glomeruli densi all’ascella delle foglie a costituire uno spicastro; il frutto è una drupa con 4 semi. La pianta esala un forte odore muschiato; sapore acre caldo amaro.
Il Marrubio era la tipica pianta depurativa della terapeutica popolare provenzale e occitana. Il suo nome deriva dall’ebraico Mar = amaro e Rob = succo. La pianta infatti faceva parte delle “cinque erbe amare” che gli ebrei assumevano in preparazione alla Pasqua: simboleggiava l’amara schiavitù in Egitto.
Di questa pianta si usano le foglie e le sommità fiorite.
I principali componenti sono i diterpeni, come ad esempio il lattone marrubina; ed in misura minore alcoli, alcaloidi di tipo pirrolidinico, flavonoidi (apigenina, luteolina, quercetina), piccole quantità di olio essenziale, saponine, pectina e mucillagine, colina, tannini e sali minerali (calcio, potassio e ferro).
Il Marrubio possiede proprietà coleretiche ed amare. Il principale componente coleretico è l’acido marrubinico (prodotto d’idrolisi della marrubina), mentre la marrubina (che non possiede proprietà coleretiche) stimola la secrezione bronchiale (azione espettorante); i saponosidi poi coadiuvano quest’azione fluidificando il muco e favorendo l’eliminazione dei catarri senza inaridire le mucose.
Possiede inoltre proprietà antiaritmiche (anche se a dosi elevate può provocare aritmie).
Questa officinale è efficace nell’inappetenza, nel mal di stomaco, nella dissenteria cronica.
Il Marrubio è anche febbrifugo per cui diventa un componente molto importante nella formulazione di tisane bechiche invernali. In passato veniva impiegato nelle febbri intermittenti resistenti al trattamento con chinino.
Le virtù bechiche sono le più interessanti: nella bronchite cronica, nella tosse ribelle, nell’asma, nella polmonite e nelle pleuriti croniche.
Si utilizza sia l’infusione al 2-3%, 2-3 tazze al dì nell’asma, tosse secca e catarri; sia il vino (enolito), ottenuto facendo macerare per 15 giorni 60 g di pianta secca in un litro di vino bianco. Una volta filtrato, 2-3 bicchierini prima di mangiare, rinforza lo stomaco, libera il fegato e la milza dagli ingorghi; regola le mestruazioni.
Tisana espettorante – fluidificante – bechica del dott. Luciano Zambotti
- Malva silvestris flores 20 g
- Marrubium vulgare flores 30 g
- Verbascum thapsus folia 20 g
- Hyssopus officinalis herba 20 g
- Glycyrrhiza glabra radix 10 g
Infuso 5%. Una tazza 2-3 volte al giorno lontano dai pasti. Addolcire con miele.
GIULIA CALDARELLI
Altri articoli che potrebbero interessarti:
Tosse, raffreddore e mal di gola: come difendersi secondo natura
Verbasco (Verbascum thapsus L.): il suo utilizzo nella tradizione popolare
Tisane, infusi e decotti: le differenze e le modalità di preparazione