Le piante officinali dell’arco alpino: leggi e divieti
Pubblicato il Novembre 20, 2014 - Piante officinali
Una veloce panoramica delle leggi e dei progetti regionali esistenti nelle regioni settentrionali della nostra penisola, al fine di capire cosa è concesso e cosa no nella produzione, raccolta e commercializzazione delle piante officinali.
A livello italiano la normativa di riferimento risale al 1931, con il Regio decreto n°1793. Tale decreto è obsoleto e successive disposizioni, spesso frammentarie, non hanno mai sostanzialmente fatto chiarezza al settore nel suo complesso.
Le regioni montane, da secoli cultori e fruitori di questa ricchezza naturale, hanno cercato di porre rimedio, mediante l’emanazione di apposite leggi e regolamenti volti a sopperire al vuoto legislativo esistente a livello nazionale.
Di seguito è presentata una piccola guida alle leggi e iniziative promosse dalle varie regioni e provincie dell’arco alpino, dove le piante officinali sono viste oltre che come patrimonio locale anche come fonte di possibile sviluppo economico-turistico.
Piemonte
La regione Piemonte è la regione dell’arco alpino che ha introdotto per prima una normativa di riferimento per le piate officinali.
La Giunta Regionale del Piemonte con la Legge regionale 3 agosto 1993, n. 38:
– ha definito dei provvedimenti volti ad incentivare la coltivazione, con sistema biologico, delle piante officinali;
– ha regolamentato l’organizzazione di corsi di formazione finalizzati all’attività di erborista e alla formazione, aggiornamento, specializzazione degli imprenditori agricoli e degli erboristi;
– ha approvato programmi volti a tutelare e valorizzare prodotti di tipo erboristico e promuove una corretta commercializzazione di tali prodotti.
Valle d’Aosta
Nella Valle d’Aosta ci sono una cinquanta di piccoli produttori che coltivano circa quindici ettari a erbe officinali da destinare principalmente alle filiere agroalimentari, liquoristiche e del benessere della persona. L’intervento normativo, attuato di concerto con i produttori, ha permesso di riordinare e disciplinare il settore, al fine di favorire la coltivazione delle piante officinali nelle zone montane o marginali.
La normativa vigente, Legge n.2 del 16 febbraio 2011, disciplina le attività di coltivazione, raccolta, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali. Definisce inoltre l’elenco delle piante officinali che possono essere utilizzate per tali usi.
In Valle d’Aosta, a Saint-Marcel, è presente un centro dimostrativo in cui sono state effettuate prove in campo per verificare l’adattabilità di alcune specie di erbe officinali. Sono stati realizzati, inoltre, alcuni progetti, tra cui il progetto INTERREG II Italo-francese per la valorizzazione delle erbe officinali alpine e il progetto LEADER +, in collaborazione l’Institut Agricole Régional per valutare la possibilità di realizzare nuovi prodotti che possano salvaguardare il territorio montano.
Lombardia
In Lombardia non esiste una legislazione specifica per questo settore. Attualmente l’unica normativa esistente sulle piante officinali riguarda la raccolta spontanea: Legge Regionale 31 marzo 2008, N. n. 10 : “Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea”.
Nel triennio 1999-2001 in Valle Camonica è stato sviluppato uno studio “vocazionale” condotto dalla Facoltà di Agraria di Milano su incarico del Servizio Agricoltura della Comunità Montana di Valle Camonica. Lo studio ha consentito l’acquisizione di numerosi dati sulla flora officinale spontanea della Valle Camonica e sul comportamento di alcune di queste specie cresciute in campi sperimentali.
Dalla sinergia tra Regione Lombardia, Comunità Montana di Valle Camonica e la Facoltà di Agraria di Milano nel 2002 ha preso avvio un progetto volto a trasferire le conoscenze acquisite in colture in pieno campo e a valutarne la fattibilità economica. Il progetto ha portato alla realizzazione della filiera delle officinali nell’area di riferimento. Con la nascita anche dell’associazione dei produttori di piante officinali “Herbane Camune”.
Provincia Autonoma di Bolzano
In Alto Adige persiste una lunga tradizione della raccolta spontanea e coltivazione di piante officinali. Attualmente, sul territorio provinciale sono presenti 42 aziende, che coltivano 80 diversi tipi di specie di piante. La superficie complessiva coltivata in tutto il territorio è pari a 5,5 ha.
La normativa di riferimento che disciplina la coltivazione, raccolta, lavorazione, preparazione, confezionamento e vendita di prodotti agricoli e piante officinali, è stata rappresentata inizialmente dal Decreto del Presidente della Provincia del 7 aprile 2003, n° 10 che è stato modificato e rivisto con un nuovo decreto nel 2008: Decreto del Presidente della Provincia del 26 settembre 2008, n. 52. Tale regolamento costituisce attualmente la normativa di riferimento.
Sul territorio è presente il Centro per la Sperimentazione Agraria e Forestale di Laimburg che si occupa altre che della sperimentazione anche di formazione e consulenza. Il centro presso il Maso Gach realizza prove sperimentali su una superficie di circa 0,8 ha interamente coltivata a piante officinali.
Provincia Autonoma di Trento
Il settore delle piante officinali nella provincia di Trento è in crescita e riscontra sempre maggiori interessi presso i consumatori. Per questo motivo in trentino si è ritenuto opportuno regolamentare il settore. Prendendo spunto dalla limitrofa Provincia di Bolzano, e tramite un accurato lavoro, la Provincia di Trento ha creato una legge specifica e il marchio TRENTINERBE con apposito regolamento.
In particolare il Consiglio provinciale ha integrato la Legge Provinciale 4/2003 (Sostegno dell’economia agricola, disciplina dell’agricoltura biologica e della contrassegnazione di prodotti geneticamente modificati) inserendo l’art 43 ter.: “Coltivazione, raccolta e commercio di piante officinali coltivate in Trentino”.
Con il contributo del Servizio Vigilanza e Promozione delle attività agricole è stato elaborato, l’apposito regolamento di attuazione della legge, adottato con Decreto del Presidente della Provincia 24 settembre 2008, n. 41-148/ Leg. 4.In esso sono definiti il disciplinare per la produzione e prima trasformazione, confezionamento e etichettatura di piante officinali ed il piano dei controlli.
Veneto
In Veneto non esiste una tradizione della coltivazione delle piante officinali e non esiste una legislazione specifica. Nell’ultimo decennio c’è stato però un crescente interesse verso il settore che ha portato nel biennio 2007-2008 allo sviluppo del progetto OFFMONT. Progetto che riguarda lo “Sviluppo della Microfiliera di prodotti da piante officinali allo scopo di creare una integrazione di reddito per l’azienda agricola di montagna”.
Il progetto è stato finanziato dalla Regione Veneto con DGR n. 2493 del 07-08-2006 nell’ambito della Legge regionale n. 32, art. 4 “Ricerca di interesse regionale e sperimentazione”.
L’attività, coordinata sotto l’aspetto scientifico del Dipartimento di Agronomia e Produzioni Vegetali dell’Università di Padova, è stata avviata nella primavera del 2007 presso l’azienda biologica Villiago di Sedico (BL) e si è conclusa a fine 2008. La coltivazione ha interessato una superficie complessiva di circa 1250 mq.
Friuli Venezia Giulia
Nella regione non vi è una legge specifica di riferimento ma solo una proposta che vuole regolamentare il settore erboristico: Proposta di legge n°186 presentata il 4 aprile del 2006.
Tale proposta di legge tende a definire in maniera chiara i profili e le competenze dell’erborista e a garantire una moderna professionalità degli operatori del settore.
Scritto da: Stefano Menapace
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