Le piante della buonanotte

Pubblicato il Settembre 26, 2014 - Benessere

Piante che ci aiutano a dormire, come la Passiflora e la Melissa

Quando contare le pecore non basta, la soluzione ci viene data dalla Natura!
Molte sono le piante officinali che vengono classificate come sedative e calmanti e numerose sono le proposte fitoterapiche contro l’insonnia o, più semplicemente, per riuscire a dormire bene.
In questo articolo ci limiteremo ad illustrare le piante maggiormente conosciute e diffuse nelle nostre erboristerie.
Ricordiamo che le piante officinali, nonostante possiedano potenzialità curative importanti, molte delle quali vengono confermate da studi scientifici, non sono da considerarsi dei “rimedi fai da te”. La loro assunzione, quindi, deve avvenire sotto controllo medico e dell’erborista, i quali andranno a valutare la storia del paziente cercando di risalire alla causa dei disturbi manifestati.

Così, anche nel caso dell’insonnia, è necessario capire prima di tutto quali possono essere i fattori scatenanti ed in seguito stabilire la terapia più adeguata.

Nel caso in cui si tratta di un’insonnia transitoria, legata a stati emozionali di vario tipo, con presenza di ansia ed inquietudine, la prima cosa da fare è mettere qualche goccia di olio essenziale di Lavanda in un dispersore di essenze e respirare profondamente…
È ormai risaputo di come le profumazioni vadano ad interagire con lo stato emozionale dell’individuo.
L’olio essenziale di Lavanda presenta proprietà ansiolitiche e sembri aiutare l’organismo a rilassarsi.

Le altre piante medicinali utili negli stati ansiosi e nelle forme di nervosismo (palpitazioni, eccitazione, ecc..) che provocano difficoltà nell’addormentarsi, possono essere:
il Tiglio (Tilia cordata L.) che allevia la tensione nervosa e agisce come tranquillante, viene in genere consigliato per indurre il sonno e alleviare anche gli stati d’ansia del bambino.
La Melissa (Melissa officinalis L.), da sempre conosciuta come pianta sedativa, viene indicata in caso di disturbi d’ansia temporanea, causata da eventi esterni spiacevoli.

Da tempo è risaputo che la Melissa, va ad agire sugli stessi neurotrasmettitori delle benzodiazepine (farmaci tipi per l’ansia e depressione), con il vantaggio, però, di non avere controindicazioni.
Questa pianta, godendo anche di proprietà spasmolitiche a livello gastro-intestinale, ritorna molto utile nei casi di nevrosi gastrica, ossia nei disturbi gastrici di origine psicosomatica che, molto spesso, sono accompagnati da irritabilità generale e difficoltà nell’addormentarsi.

Nell’uso tradizionale, la Melissa, ma anche il Tiglio, vengono spesso associati al Biancospino (Crategus monogyna Jacq.), Valeriana (Valeriana officinalis L.) e Passiflora (Passiflora incarnata L.).
Il Biancospino ha una blanda azione sedativa, ma viene impiegato principalmente per alleviare le situazioni di forte agitazione e angoscia, caratterizzate da ipereccitabilità, tachicardia e palpitazioni (eretismo cardiaco).
Il Biancospino è utile in questo caso, poiché agisce come miorilassante a livello della muscolatura cardiaca e va a diminuire la pressione esercitata dal sangue sui vasi.
La Valeriana e la Passiflora agiscono, entrambe, sul sistema nervoso centrale con meccanismo di tipo ipnotico-sedativo, riducendo i tempi di addormentamento, ma soprattutto favoriscono un sonno di qualità e un risveglio rapido, senza andare ad incidere, il giorno seguente, sulla concentrazione e sui tempi di reazione; inoltre, entrambe le piante determinano un’attenuazione dello stato d’angoscia.

Meno utilizzata, ma che ha dimostrato risultati benefici per il nostro dolce dormire, è l’Escolzia (Escholtzia californiana Chmisson), chiamata anche Papavero della california.
Questa pianta appartiene infatti alla stessa famiglia del Papavero rosso (Papaveraceae).
Studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di preparati a base di Escolzia, per un periodo prolungato, fa diminuire il tempo di addormentamento e migliora la qualità del sonno.
In particolare viene consigliata nel caso in cui vi sono numerosi risvegli notturni caratterizzati da angoscia.

Secondo la tradizione, un’altra specie officinale da sempre utilizzata in caso di insonnia è il Luppolo (Humulus lupulus L.).
La pianta appartiene alla famiglia delle Cannabaceae e vengono utilizzate le infiorescenze femminili (chiamate coni o strobili).
Sono stati osservati effetti sedativi soprattutto sulla donna, infatti, il Luppolo viene consigliato soprattutto nei disturbi minori del sonno, inseguito a menopausa o climaterio (periodo di transizione dalla fase fertile alla menopausa).
Il Luppolo, oltre all’azione sedativa, possiede anche proprietà regolarizzanti, che favoriscono un sonno continuativo anche in situazioni di cambiamento fisiologico ed ormonale.

In quasi tutte le tisane presenti in commercio, indicate come rilassanti o per conciliare il sonno, è presente anche la Camomilla (Matricaria recutita L.).
Bisogna però sfatare un mito: la Camomilla comune (ma anche la Camomilla romana), in realtà, non dimostra proprietà sedative e calmanti a livello del sistema nervoso.
La sua principale azione, è quella antispasmodica e antinfiammatoria, di cui ne è stata ampliamente dimostrata l’efficacia.
L’utilizzo della Camomilla in associazione ad altre piante ad azione sedativa, può avere comunque effetti positivi, poichè va a rilassare il tratto gastro-intestinale ed allevia eventuali spasmi intestinali, dovuti a stati d’ansia ed agitazione.

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