Le differenti varietà di mirtillo
Pubblicato il Ottobre 7, 2015 - Benessere

Nel linguaggio comune, fuori dall’erboristeria, si parla del mirtillo come un’unica specie botanica, ma in realtà si fa una gran confusione tra “quello” rosso e “quello” nero. Anche stavolta i nomi scientifici ci vengono in aiuto per fare un po’ di chiarezza. Esistono Vaccinium macrocarpon, Vaccinium vitis-idaea e Vaccinium myrtillus (senza addentrarci nelle sottospecie) e tutte e tre le piante sono appartenenti alla famiglia delle Ericaceae.
MIRTILLO ROSSO AMERICANO
La specie V. macrocarpon è detta anche mirtillo rosso americano o più comunemente cranberry .
Il mirtillo rosso americano (Vaccinium macrocarpon Aiton) è un piccolo e basso cespuglio alto circa 20 cm, dalle foglie coriacee e i fiori rosati. Il frutto è una bacca globosa rossa molto ricca di fibre e acidi organici (citrico, malico, chinico, benzoico), carboidrati (fruttosio e oligosaccaridi), tannini e antociani, in particolare i glucosidi di cianidina e peonidina.
L’effetto benefico del mirtillo rosso americano è dovuto alla sua capacità di inibire l’adesione batterica all’epitelio della mucosa vescicale da parte di batteri come E. coli. Tale adesione è facilitata dalle fimbrie, strutture simili a flagelli che permettono ai batteri di aderire all’ambiente in cui si trovano, le quali producono delle molecole, le adesine, che si legano a specifici recettori presenti sulle cellule epiteliali. Fra le molecole del mirtillo rosso in grado di inibire le adesine fimbriali vi sono le ProAntoCianidine di tipo A (PAC-A), le quali sono oggi ritenute tra le principali responsabili dell’effetto benefico attribuito al mirtillo rosso americano. Gli studi clinici sull’efficacia del mirtillo rosso americano nella prevenzione del tratto urinario sono incoraggianti, diversamente dagli studi riguardanti il trattamento delle infezioni del tratto urinario già conclamate.
MIRTILLO NERO
Vaccinium myrtillus L. o mirtillo nero è un piccolo arbusto alto dai 15 ai 50 cm, con rami appuntiti e foglie caduche finemente seghettate. Il suo habitat è il sottobosco e si trova fino a 1500-1800 m s.l.m.; è infatti numeroso sulle Alpi e sugli Appennini. Il fiore è urceolato, solitario o a coppia, posto all’ascella della foglia. Il frutto è una bacca blu-nerastra, rivestita di pruina, e contenente semi con apice appiattito, sormontato dai resti del calice e dello stilo che formano un disco con una lieve bordatura. La droga è rappresentata dal frutto e le foglie. La bacca contiene antocianosidi, flavonoidi (iperoside e quercetina), pectine, vitamina C e tannini. Il mirtillo nero viene consigliato per il trattamento della diarrea, infiammazioni del cavo orale, insufficienza venosa, come antiossidante, nei disturbi oculari e nella fragilità capillare. Gli antocianosidi migliorano la visione notturna perché hanno affinità con lo strato dei fotocettori (bastoncelli e coni) che si trovano in fondo alla retina, e che sono responsabili dell’adattamento visivo luce-notte, ed in particolare aumentano la sintesi del pigmento rodopsina. L’utilizzo del mirtillo per il miglioramento alla visione notturna è stato dedotto quando, durante la II guerra mondiale, i piloti d’aereo che utilizzavano marmellata di mirtillo o il mirtillo frutto, notarono un miglioramento della visione durante i voli notturni. Oggi viene utilizzato l’estratto di mirtillo anche contro le retinopatie e per chi utilizza molte ore il computer, con un conseguente affaticamento degli occhi. Le foglie sono ritenute ipoglicemizzanti.
Pianta decisamente nordica, il mirtillo nero fu impiegato ben presto da quelle popolazioni per ricavare dai frutti sostanze coloranti con cui tingevano le stoffe di blu-porpora, per distillarne le bacche ottenendo una gradevole acquavite chiamata Heidelbeer wasser e per farne dolci, salse, marmellate.
Gli antociani del mirtillo vengono utilizzati anche come coloranti naturali per alimenti.
MIRTILLO ROSSO
Vaccinium vitis-idaea L. è il nome scientifico dell’altro mirtillo rosso. L’etimologia è la seguente: Vaccinium da baccinium cioè bacca e vitis-idaea = vite del monte Ida, ritenuto sacro e che si trova nell’isola di Creta, dove fu allevato Zeus (Giove).
E’ un piccolo arbusto sempreverde, alto dai 10 ai 30 cm, con rizoma strisciante, fusti legnosi, cilindrici o poco angolosi, eretti o ascendenti, generalmente poco ramificati.Le foglie sono picciolate, alterne, rigide, persistenti, coriacee, glabre, la pagina superiore lucida e verde scuro, mentre quella inferiore è verde chiaro, con ghiandole puntiformi. Il lembo fogliare è subovale, con il margine leggermente revoluto ed apice arrotondato. I fiori penduli, o raccolti in racemi terminali aventi dai 2 ai 6 elementi, sono peduncolati, hanno corolla campanulata dai 5 agli 8 mm, bianca a volte screziata di rosso, con 4-5 dentelli alla fauce, calice membranoso, formato da lobi cigliati, stimmi sporgenti. I frutti sono bacche prima biancastre, poi color rosso vivo, formano piccoli grappoli laterali. La polpa è amarognola, leggermente farinosa, piena di minuscoli semi. La droga è costituita dalle foglie, dai frutti, ma anche dalle gemme. Questa specie di mirtillo è infatti utilizzata anche in gemmoterapia. Nelle foglie sono contenuti glucosidi fenolici (arbutina, meticarbutina, gallio e caffeilarbutina), flavonoidi, animo catechico, mentre i frutti contengono antocianosidi, tannini, zuccheri e acido ascorbico. Il mirtillo rosso si utilizza come diuretico e disinfettante delle vie urinarie. I frutti si utilizzano freschi per la preparazione delle conserve.
ANJA LATINI
Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S
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