La genziana, panacea delle alpi
Pubblicato il Aprile 1, 2019 - Benessere
La Gentiana lutea L. vegeta nei pascoli montani, su terreni calcarei, in Europa centrale e meridionale, e spesso è presente anche sull’Appennino.
È una pianta perenne, una genzianacea che nei primi anni presenta un rizoma breve, verticale, più o meno ramificato, e foglie opposte, ovali, acute, glabre e di un verde chiaro-brillante.
La pianta inizia a presentare il fiore dopo 10 anni di vita. Il fiore si sviluppa al termine di un fusto molto spesso, circa 2 cm di diametro, cavo all’interno, semplice e alto da 50 cm a 100 cm, spesso anche oltre.
Le foglie sul fusto si presentano picciolate alla base e sessili sulla parte superiore, queste ultime di dimensioni ridotte.
Il fiore si presenta all’altezza dell’ascella delle foglie apicali del fusto, riunito in infiorescenze cimose composte da 10 a 30 fiori che presentano pedicelli lunghi circa 2-3 cm. Il calice, molto sottile, a denti brevi si presenta aperto da una parte, mentre la corolla presenta lacinie gialle, lunghe circa 2 cm e larghe 2 mm. Gli stami sono liberi, con antera bianca e pistillo bicarpellare con 2 stimmi allungati e separati.
Il frutto è una capsula.
La droga è rappresentata dalla radice che viene raccolta in autunno o primavera e si presenta carnosa, molle, lunga e cilindrica, poco ramificata e con striature, di colore giallo-grigio esternamente e bianco-giallo all’interno, ma si raccolgono anche i rizomi.
La lavorazione a scopi conservativi deve essere eseguita con attenzione per evitare fenomeni di putrefazione e/o ammuffimento. La droga quindi deve essere essiccata e conservata in recipienti ben chiusi.
L’odore e sapore sono caratteristici. La droga contiene un glucoside amaro chiamato genziopicrina, solubile in acqua, mucillaggini, tannini ed un olio volatile; la genziopicrina una volta idrolizzata svolge la sua azione, che risulta essere: tonica, stimolante, febbrifuga, vermifuga, antipiretica, colagoga e coleretica, leucocitogena (stimola la crescita dei globuli bianchi, deputati alle difese organiche).
Se assunta prima dei pasti aumenta l’appetito, mentre dopo facilita la digestione.
Viene consigliata in caso di anoressia, affaticamento generale, dispepsia, anemia, febbre. La possiamo assumere sotto forma di polvere, infuso, tintura madre, tintura vinosa ed estratto fluido.
A livello tradizionale l’infuso della radice e delle foglie era impiegato sulla cute per combattere il morbillo e schiarire le macchie della pelle; prima della scoperta delle proprietà del chinino, veniva utilizzata come febbrifugo contro le febbri malariche.
La Genziana è controindicata in presenza di ulcere gastriche e duodenali, mentre non sono riconosciute interazioni con altri farmaci.
La Genziana non deve essere confusa con un’altra pianta che le somiglia molto, il Veratro o Elleboro (Veratrum album), molto tossica, che presenta foglie alterne e il colore della radice nerastro.
La Genziana è l’ingrediente-base del liquore digestivo molto famoso che si prepara mettendo a macerare per circa 1 mese questi ingredienti: 40 g di radice essiccata di Genziana, 1 litro di vino bianco secco, 6 g di Caffè in chicchi, mezza stecca di Cannella, una foglia di Alloro, scorza di 1/2 Limone, 300 g di alcool puro.
È fondamentale ricordare però che la Genziana è anche una specie protetta, quindi per preparare questa ricetta ci possiamo rivolgere presso un erborista professionista, dove acquistare la radice essiccata.
ANJA LATINI
Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S
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