La dolcezza della vaniglia: storia e proprietà
Pubblicato il Dicembre 9, 2021 - Benessere
La Vanilla planifolia Jacks. ex Andrews, Famiglia delle Orchidaceae, è comunemente conosciuta come Vaniglia. Il suo nome deriva dallo spagnolo vainilla, diminutivo di vaina = vagina, per la forma del frutto.
La Vaniglia è il baccello di un’orchidea rampicante originaria del Messico e del Centroamerica – Costarica e Honduras. La coltivazione si è estesa in tutto il mondo in maniera tale che attualmente i principali produttori sono Madagascar, Indonesia, Cina, Comore e in misura minore Tonga, Réunion e Guadalupe. In Messico, gli stati produttori sono Veracruz e in misura minore Oaxaca e Puebla. Gli Aztechi già la conoscevano e la utilizzavano per aromatizzare il cioccolato.
Le foglie sono ovato-lanceolate ed i fiori, di colore verdastro, sono riuniti in corti grappoli. La liana può raggiungere i 100 m e si attacca agli alberi come l’Edera, con radici aeree.
La droga è costituita dai frutti, delle capsule, detti comunemente baccelli; che hanno forma cilindrica, colore bruno giallastro e contengono migliaia di piccoli semi neri.
Principali costituenti: 2-3% di vanillina, (da non confondere con la vaniglina, molecola artificiale sintetizzata dall’eugenolo, costituente dell’essenza aromatica del Guaiacolo o della coniferina estratta dal legno di Pino), insieme ad altri composti fenolici, quali acidi ed aldeidici (es. acido vanillico). I baccelli vengono fermentati e seccati.
Proprietà: aromatizzante, stimolante dell’apparato digerente e biliare, antiossidante, afrodisiaca, rilassante ed antistress.
La Vaniglia più apprezzata è quella messicana, seguita da quella coltivata a Reunion e nel Madagascar (Vaniglia “bourbon”).
La coltivazione si effettua attaccando pezzi del fusto sulla corteccia di alcuni alberi, nella quale la Vaniglia affonda le radici. L’impollinazione deve essere fatta artificialmente dall’uomo con un apposito bastone che perfora una membrana che separa stami e pistilli; e che in natura viene perforata da insetti o da colibrì.
Il Messico, insieme a poche altre zone del Centroamerica, è il luogo d’origine di tutte le specie di Vaniglia fragrante che furono diffuse nelle colonie tropicali. La Vanilla planifolia è la specie più coltivata fin dal periodo coloniale.
Le prime notizie sulla Vaniglia risalgono agli anni 1427-1440, periodo durante il quale gli Aztechi conquistarono l’impero totonaco, ricevendo come contributo la Vaniglia. Il termine “Totonocapan” si riferisce all’estensione geografica dove vivono gli indios totonachi, i primi coltivatori di Vaniglia.
Gli Aztechi la chiamarono in lingua nathuatl “tlit-xochitl”, che significa “fiore nero”, con allusione al frutto, una capsula cilindrica molto allungata che nel seccare al sole attraverso un lungo processo per ottenere l’aroma con le sue caratteristiche note, diventa scura, morbida e brillante, quasi color cioccolato.
All’inizio del XVI secolo, con il sorgere delle prime fabbriche di cioccolata, non c’era corte o convento in Europa che non conoscesse la combinazione cacao-vaniglia esportata dalla Nuova Spagna, assortita con l’aggiunta di Anice e Cannella.
Fu successivamente introdotta in Inghilterra ed alcune talee arrivarono a Parigi nelle serre del Jardin des Plaltes nel 1812, si svilupparono ma non diedero nessun frutto. In effetti, la fecondazione del fiore, che è ermafrodita, si faceva in Messico tramite l’intervento di insetti che esistono solo in America Centrale.
Il fattore determinante nella storia economica della Vaniglia, è la scoperta della tecnica della impollinazione artificiale, ad opera del botanico belga Morren nel 1836. Seguita pochi anni dopo, nel 1841, dalla messa a punto della nuova tecnica nelle isole Réunion da parte di Edmond Albius, giovane schiavo del ricco proprietario Féréol Beaumont-Bellier.
Il metodo dell’impollinazione artificiale dell’orchidea, che sconvolse l’economia delle isole Réunion e tolse al Messico l’esclusività della produzione di Vaniglia, fu esportato in Madagascar e verso altri paesi dell’Oceano Indiano.
L’Assoluta di Vaniglia si ottiene per estrazione con un solvente, preferibilmente alcool, dai baccelli. Il profumo è dolce, caldo e balsamico. Uno dei motivi per cui molte persone si consolano con il cioccolato è proprio il suo aroma di Vaniglia.
Si usa come aroma naturale per profumare lozioni e cosmetici per corpo e capelli. A giuste dosi la Vaniglia è utilizzata come aromatizzante in rossetti per labbra e lucida labbra. I dosaggi vanno comunque tenuti sempre bassi e vanno controllate la tollerabilità e la sensibilizzazione.
In aromaterapia l’assoluta è scaldata in bruciatori e diffusori per ottenere effetti tranquillanti, rigeneranti e afrodisiaci. Stessi risultati si ottengono utilizzandola in aggiunta a oli e unguenti per massaggi. Questa essenza rilassa e addolcisce ogni conflitto, ogni collera e frustrazione. In cucina si usa mescolato ad impasti e liquidi: una sola goccia è sufficiente per aromatizzare 100 g/ml di prodotti alimentari in alternativa alla vaniglina, che è un prodotto sintetico. Va usata con moderazione e sempre diluito in altri composti. Non è consigliato per donne in gravidanza o allattamento.
Pozione per fumatori affetti da tracheite (H. Leclerc)
Tintura di Vaniglia 15 g
Tintura di Zafferano 2 g
Tintura di Enula 3 g
Vino di Samos 150 g
Sciroppo semplice 50 g
Prendere alcuni cucchiai da minestra
Profumo fiorito-speziato
Alcool puro 300 ml
Assoluta di Rosa Marocco 3 g
Assoluta di Tuberosa 1 g
Olio essenziale Mandarino 5 g
Olio essenziale Cannella Cina 1 g
Olio essenziale Chiodi di Garofano 1 g
Resinoide di Fava Tonka 1 g
Tintura di Vaniglia 100 g
(L’Arte dei Profumi, L. Giannelli)
Miscela contro Ansia e Depressione
Per sostenere il tono dell’umore, scacciare la tristezza e portare un tocco di allegria.
Oli essenziali di: Arancio, Vaniglia, Palma rosa, legno di Rosa e Magnolia.
(Aromaterapia, L. Fortuna)
GIULIA CALDARELLI
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