Iperico, achillea e propoli: rimedi naturali per le ferite
Pubblicato il Luglio 28, 2014 - Benessere

La pelle è il nostro scudo verso le aggressioni esterne, una struttura in grado di conferire al nostro organismo una protezione di tipo meccanico, chimico e contro le variazioni di temperatura; ma così come funge da prima barriera di difesa, allo stesso tempo è anche l’organo che subisce maggiori danni, molti dei quali non sono visibili o che possono avere ripercussioni più gravi e profonde.
Vediamo ora, quali sono le erbe officinali principalmente utilizzate per la riparazione delle ferite cutanee.
L’Iperico o Erba di san Giovanni (Hypericum perforatum L.) è una pianta officinale che cresce spontanea nei campi, da sempre indicata, nella tradizione popolare erboristica, per la cura delle lacerazioni della pelle, che siano esse ferite, ustioni, ulcerazioni o scottature.
In genere si utilizza l’oleolito di Iperico, ottenuto lasciando macerare in olio (meglio se extra vergine di oliva) le sommità fiorite della pianta.
Il preparato deve essere esposto al sole, in modo da fargli assumere la tipica colorazione rosso vermiglio, attribuibile alla presenza dell’ipericina, una delle molecole più attive del fitocomplesso.
L’oleolito di Iperico può essere incorporato all’interno di creme od unguenti oppure utilizzato puro, applicandolo direttamente sulla ferita.
In caso di scottature od insolazioni, preparati a base di Iperico sono dei rimedi efficaci oltre che per la riparazione e rigenerazione della pelle, anche per alleviare il dolore.
L’Iperico, proprio per questo, viene utilizzato come ottimo doposole, tuttavia bisogna fare molto attenzione nel suo utilizzo; infatti si sconsiglia di esporsi al sole in seguito all’applicazione topica di Iperico, a causa del suo effetto fotosensibilizzante: la pianta può causare reazioni cutanee in seguito a esposizione ai raggi UV
Ricordiamo che le possibili reazioni avverse che si possono verificare con l’utilizzo di Iperico, ma così come con tutte le altre erbe officinali, dipendono in primo luogo dalla dose ma anche dalla sensibilità personale, quindi, nel caso dell’Iperico, le persone con carnagione chiara dovranno avere un ulteriore riguardo.
In caso di lesioni difficili da rimarginare entra in gioco l’Achillea (Achillea millefolium L.), piccola pianta erbacea, il cui nome deriva da Achille, il quale, secondo la leggenda, curò le ferite di Telefio, re dei Misi, proprio con questa pianta.
l’Achillea da ottimi risultati sulle ferite che cicatrizzano male poiché favorisce la riepitelizzazione del tessuto leso.
In particolare l’Achillea viene utilizzata all’interno di preparazioni per attenuare la formazione di smagliature e anche per limitare la formazione di condilomi sulle cicatrici in rimarginazione.
Nel caso di piccoli tagli o sbucciature, l’Achillea è una pianta molto efficace perché riduce l’infiammazione ma soprattutto ha azione emostatica e quindi blocca l’eccessiva perdita di sangue.
Per l’applicazione topica, in genere, si utilizza l’oleolito di Achillea che, come per l’Iperico, si ottiene lasciando macerare in olio le sommità fiorite della pianta in un olio vegetale.
Un altro prodotto che dovrebbe essere sempre presente nelle nostre case e che è estremamente utile per le ferite di qualunque tipo, è la Propoli.
Un rimedio che ha un’antichissima tradizione popolare, prodotto dalle api dalle gemme e da altre parti delle piante, la propoli è il più potente disinfettante presente in natura.
Oltre alla sua importante azione antibatterica, questo prodotto apistico è in grado di velocizzare sensibilmente la cicatrizzazione.
Messo direttamente sulle pelle lesionata (stringendo un po’ i denti a causa del bruciore!) favorisce quindi la completa guarigione della ferita.
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