Il profumo degli oli essenziali per risvegliare le emozioni
Pubblicato il Settembre 17, 2014 - Aromaterapia
“L’olfatto è il senso del desiderio e del ricordo”, così scriveva Rosseau, filosofo e scrittore del ‘700.
Ancor prima Platone definiva l’olfatto come un senso animale che l’uomo ha sempre più abbandonato, utilizzando fin troppo la ragione.
Il filosofo ateniese sosteneva che è quindi necessario rifarne esperienza per riscoprire le parti più arcaiche di se stessi e per avere percezione completa del mondo che ci circonda.
L’olfatto è il senso che, non essendo gli odori sempre riconoscibili, viene spesso trascurato, a vantaggio di vista ed udito. Ma, come aveva già detto Platone, la percezione degli odori è un potere animalesco e viscerale che, a livello inconscio, esercita un ruolo determinante nella nostra storia personale.
L’olfatto infatti, essendo legato a comportamenti istintivi, rimane un senso con un enorme potere emozionale ed evocativo.
Ognuno di noi ha notato di come la percezione di un particolare profumo ci può rievocare impressioni e ricordi anche molto lontani. Questo accade perché l’apparato olfattivo va ad agire direttamente sull’amigdala e sull’ipotalamo, parti del cervello che fungono da centri regolatori dell’emotività.
Quant’è vero che quello che si coglie con l’olfatto è alla pari di ciò che vediamo con gli occhi, almeno in fatto di relazioni ed affinità…
Nella storia dell’uomo, l’abitudine di bruciare particolari piante al fine di disperderne l’aroma nell’ambiente risale a moltissimo tempo fa. Basti pensare ai rituali religiosi: l’usanza di bruciare l’incenso sembra sia necessaria per predisporre alla preghiera e alla meditazione.
Anche nella tradizione erboristica, le piante contenenti oli essenziali rivestono un ruolo fondamentale, soprattutto per quanto riguarda il loro effetto sul nostro organismo.
Nonostante siano presenti numerosi studi che ne confermino l’effetto sul sistema nervoso, c’è ancora molto da indagare sulla loro esatta farmacologia.
Tuttavia,nonostante la mancanza di dati certi, l’esperienza, nella storia della fitoterapia, conferma l’efficacia degli oli essenziali.
Sappiamo bene di quanto benefici siano, per i nostri bronchi, i fumenti a base di piante balsamiche. Ma tanto è facile credere all’effetto positivo sull’apparato polmonare in seguito all’inalazione degli oli essenziali, quanto è difficoltoso quando si parla di effetti sul sistema nervoso.
In questo caso ci viene in soccorso la conoscenza della fisiologia umana: le molecole volatili (responsabili del profumo) presenti all’interno degli oli essenziali, attraverso specifici recettori olfattivi, portano il loro messaggio al sistema limbico, una regione del cervello dove sono registrate tutte le nostre esperienze emozionali.
Ed è proprio qui che le essenze manifestano il loro potere evocativo o fungono da catalizzatori per situazioni ancora da esperire.
Nel momento in cui si annusa un olio essenziale, al di là delle sue caratteristiche chimiche, è sensazionale ”l’energia” della pianta che si respira e tutto il mondo di simboli, immagini, memorie, anche nascoste, che l’aroma è in grado di suscitare.
È questo insieme che determina l’effetto benefico dell’essenza!
Ecco quali sono gli oli essenziali che vengono principalmente utilizzati per creare un ambiente favorevole ed armonioso, in base all’effetto che si vuole ottenere:
l’olio essenziale di rosmarino per favorire la concentrazione e ridare energia (spesso associato all’olio essenziale di Menta);
l’olio essenziale di Lavanda contro l’ansia, lo stess, l’insonnia e per alleviare l’emicrania;
L’olio essenziale di limone, mandarino e degli agrumi in generale, sono tonicizzanti e rinvigorenti;
lo Ylang – Ylang, il Patchouli e la Vaniglia, oli essenziali di piante esotiche che, non a caso, hanno una funzione afrodisiaca, ossia aiutano ad aumentare la libido e a risvegliare i desideri…
Annusare una pianta è di fondamentale importanza per captare la sua completa energia, ma soprattutto per entrare in completa e profonda relazione con noi stessi e il mondo che ci circonda!