Fumaria: storia, proprietà e benefici
Pubblicato il Ottobre 31, 2018 - Benessere
La Fumaria officinalis L. appartiene alla famiglia delle Papaveraceae.
Il nome Fumaria, dal latino fumus, si riferisce all’odore del fumo o di fuliggine che l’erba sfregata emana. Plinio scrive che il succo instillato negli occhi rende più chiara la vista ma provoca una lacrimazione come quella prodotta dal fumo.
Altri nomi comuni sono: Fumosterno, Feccia, Fumosa, Fumastrello, Erba acetina.
Pianta erbacea annuale abbastanza diffusa nei campi e luoghi incolti. Ama i suoli ricchi di potassio e calcare.
Il fusto, color verdognolo, può raggiungere i 70 cm, si presenta spesso prostrato e ramificato con radice fittonante di color bianco giallastra. Le foglie sono alterne, bi-tripennatosette di colore verde-blu.
Le infiorescenze sono a racemo e portano dei piccoli fiori zigomorfi, rosa-violacei, con 2 sepali pentaloidi più stretti, con una caratteristica curiosa forma che in qualche modo assomiglia al becco di un’anatra.
Il frutto è piccolo, globoso e ha un solo seme.
Di questa pianta officinale si utilizzano le parti aeree raccolte nel periodo della fioritura.
La droga che ha un sapore salato ed amaro contiene: alcaloidi isochinolinici, tra cui la fumarina e la protopina, alla quale sono ascritte proprietà antinfiammatorie ed antiaritmiche; glicosidi flavonici; acidi organici (acido fumarico) e sali minerali (potassio).
Attività: diaforetica, depurativa (dermatosi, eczemi), stimolante delle secrezioni dell’apparato digerente, regolatrice del flusso biliare (anfocoleretica), stomachica, lassativa, diuretica, inizialmente tonica poi ipostenizzante. Consigliata in caso di: arteriosclerosi, parassitosi intestinale, tendenza alla pletora (eritrocitosi, iperviscosità ematica), patologie delle vie biliari.
Nella medicina antica era considerata sia rinfrescante che riscaldante ed era una pianta dalle virtù depurative, tanto per il suo effetto sul fegato che per la capacità di “chiarificare” il sangue. Dioscoride ne parla per la sua azione sulla secrezione biliare, oltre che come rimedio tonico e depurativo. Galeno dice che è una pianta capace di eliminare gli umori tossici, di rinforzare il fegato e confortare lo stomaco. Culpeper la indica come pianta saturnina, adatta a curare le malattie della pelle. Lo sciroppo ricavato dal succo dell’erba, mescolato con fiori di Rosa damascena e di Pesco o di Senna, era “il rimedio più singolare con la melanconia dell’ipocondriaco” (M. Grieve in A. Modernal Herbal, 1931).
La Medicina Tradizionale Cinese ci insegna che la cura delle patologie dell’occhio si debba attuare attraverso la depurazione epatica.
Leclerc sottolinea la variabilità dell’effetto della pianta in relazione alla durata e alla posologia. Brevi periodi di somministrazione, 20 giorni circa, avrebbero un’azione tonificante, mentre periodi prolungati determinerebbero ipotonia con effetto similmorfinico.
Per uso esterno può essere impiegata per lavare la pelle in caso di eruzioni cutanee e di psoriasi, il che ha determinato l’impiego dell’acido fumarico in alcune specialità.
Tisana per la pelle (Valnet)
- Fumaria erba t.t. 40g
- Viola del pensiero fiori 20g
- Asperula odorosa erba t.t. 5g
- Tarassaco foglie 5g
- Senna follicoli t.t. 5g
- Regina dei prati somm. t.t. 6g
Un cucchiaio da minestra in infuso. Due, tre tazze al giorno, possibilmente a stomaco vuoto.
Tisana classica per soggetti ipertesi e con concomitante dislipidemia (Medicina Tradizionale Mediterranea, L. Giannelli)
- Galega 40%
- Centaurea minore 10%
- Olivo (foglie) 20%
- Fumaria 20%
- Noce (foglie) 10%
Un cucchiaio da minestra in infuso. Due, tre tazze al giorno, possibilmente a stomaco vuoto.
GIULIA CALDARELLI
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