Foglie di liquirizia e flavonoidi: i nuovi riscontri della ricerca
Pubblicato il Ottobre 12, 2017 - Benessere
La Liquirizia (Glycyrrihza glabra L.) è una pianta perenne, appartenente alla famiglia delle Fabaceae (Leguminose), conosciuta sin dall’antichità come “oro nero“.
Nella medicina cinese era considerata un prodotto di pregio, e veniva usata anche nell’antico Egitto, in Grecia e a Roma come rimedio per molti disturbi.
Attualmente la Liquirizia è coltivata in molte parti del mondo, dov’è presente un clima temperato; e la sua radice è utilizzata per produrre un succo scuro e denso che viene poi impiegato, grazie al suo sapore dolce e gradevole, nella produzione di caramelle e come aromatizzante.
La Liquirizia, la pinocembrina e la ricerca scientifica
Per molti anni la ricerca scientifica ha focalizzato i suoi studi proprio sulla radice, scoprendo innumerevoli virtù della Liquirizia: è antinfiammatoria, antibatterica, antiossidante, previene le ulcere allo stomaco, calma la tosse e attenua il mal di gola; previene lo sviluppo del tumore al fegato in chi soffre di epatite C cronica, è una delle componenti essenziali nella miscela PC-SPES (supporto alimentare per il mantenimento della buona salute e funzionalità della prostata), stimola la ricrescita dei capelli in chi soffre di alopecia e schiarisce le macchie della pelle formatesi a causa di un eccesso di melanina.
Tutte queste proprietà sono dovute alla presenza di numerose classi di composti chimici tra cui quella dei Flavonoidi, che sono i componenti più numerosi della Liquirizia e hanno un potere antiossidante 100 volte più forte della vitamina E!
Recenti studi hanno dimostrato però che la parte della pianta di Liquirizia che contiene la maggior quantità di Flavonoidi non è la radice, bensì le foglie.
Le parti aeree di Liquirizia, poiché non erano la principale risorsa della pianta, sono state per molto tempo utilizzate come mangime per bovini, greggi e come fertilizzante; la scienza ci rivela oggi che le foglie sono ricche di sostanze che nella radice non sono contenute o lo sono in quantità ridotta.
Il maggior componente presente nell’estratto delle foglie è un Flavonoide chiamato
Pinocembrina, presente anche in altre piante, nel miele e nella propoli, che possiede diverse proprietà: è antiossidante, antinfiammatoria, antimicrobica e antitumorale.
In alcuni studi è stato dimostrato che la Pinocembrina è in grado di portare alla morte le cellule tumorali di sangue e colon; è capace inoltre di eliminare i nitriti presenti all’interno dell’apparato digerente, introdotti tramite l’alimentazione, e ritenuti tra i probabili responsabili della formazione del tumore al colon retto e allo stomaco; ed è anche neuroprotettiva, in quanto previene le possibili lesioni dovute ad ischemia cerebrale.
L’estratto delle foglie di Liquirizia ha mostrato effetti benefici persino sulla pelle poiché può vantare proprietà antirughe, idratanti e protettive.
Tutti i meccanismi con cui agisce la Pinocembrina non sono stati ancora chiariti nel dettaglio, ma aver scoperto che anche le foglie possiedono importanti proprietà rende molto più alto il valore economico della pianta di Liquirizia, perché può essere sfruttata nella sua interezza ed essere utilizzata nell’industria cosmetica, farmaceutica e alimentare.
FEDERICA AIELLO
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