Fiordaliso: un magnifico fiore per i nostri occhi
Pubblicato il Luglio 24, 2019 - Benessere
Il nome botanico della Centaurea cyanus L., famiglia delle Composite, fu attribuito alla pianta da Linneo nel 1737, tale nome trova la genesi nella figura mitologica del centauro Chirone, un Centauro figlio di Crono, molto famoso per il suo animo nobile e saggio, nonché per il suo talento nel tiro dell’arco, nella medicina, nella musica e nella profezia, divenendo per queste sue doti il maestro di Achille, di Esculapio e di Ettore. Ferito accidentalmente ad un piede da una freccia avvelenata tirata da Ercole, Chirone poté salvarsi solo medicandosi con la pianta del Fiordaliso, le cui proprietà furono scoperte da lui proprio in quell’occasione.
Nelle antiche leggende religiose russe, il Fiordaliso è il fiore di Basilio, un bel giovane che fu sedotto in un campo di grano da una bella ninfa, che poi lo trasformò proprio nel fiore di questa pianta.
Le sue proprietà medicinali furono menzionate per la prima volta negli scritti del XII secolo di Santa Ildegarda di Bingen. Successivamente, l’erborista Pierandrea Mattioli (1501-1577) ne analizzò il possibile utilizzo sulla base della Dottrina dei segni.
Il Fiordaliso è una pianta erbacea annuale; originaria dell’Europa meridionale, dell’America settentrionale e dell’Asia, dotata di un fusto abbastanza ramificato alto fino a 80 cm, con foglie lanceolato-lineari, grigio-verdi.
I capolini, azzurri, costituiti da non molti fiori, sono larghi 2,5 cm e sbocciano da maggio a luglio. Durante l’antesi i suoi fiori sono visitati dalle api in quanto pianta mellifera.
Isolato o a gruppi radi, il Fiordaliso spicca sempre per i bei capolini, dai fiori azzurro-violetti tubulosi che si allargano all’apice in punte acute. Fino a qualche decennio fa lo si trovava facilmente nei campi di grano insieme al papavero, oggi è a rischio estinzione a causa delle arature profonde e dell’uso di concimi chimici e diserbanti.
I fiori sono usati sia come bechico (rimedio contro la tosse), sia come collirio in caso di congiuntivite, grazie alla presenza di antociani e flavonoidi; questa pianta vanta infatti virtù decongestionanti e astringenti.
Una tradizione vuole che la pianta convenga soprattutto ai soggetti che hanno gli occhi blu. Agli occhi neri sarà invece consigliata la Piantaggine, i cui semi sono bruni. (Leclerc H.)
I fiori, dal bel colore azzurro, vengono aggiunti alle tisane per dare una piacevole nota di colore.
In cosmetica rientra nella formulazione di acque palpebrali e tonici per pelli delicate.
Collirio astringente:
Eufrasia 50 g, fiori di Fiordaliso 25 g, foglie di Piantaggine 25 g.
Dose: 1 cucchiaio da minestra per 100 g d’acqua bollente, tenere in infusione 30 min. filtrare. Per bagni oculari. (Valnet J.)
Lavaggi in caso di blefarite (infiammazione dei margini delle palpebre):
Fiordaliso fiori 65 g, Camomilla fiori 35 g.
Dose: 10 g in 225 g di acqua, bollire 3 minuti. Per lavaggi e impacchi. (Palma L.)
GIULIA CALDARELLI
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