Erisimo: utilizzo, proprietà e tradizione
Pubblicato il Febbraio 19, 2020 - Benessere
L’Erisimo è una pianta erbacea, spesso spontanea, che appartiene alla famiglia delle Crucifere altrimenti dette Brassicaceae.
Il Sisymbrium officinale è chiamato volgarmente erba cornacchia o erba crocione, ma il suo nomignolo più diffuso è erba dei cantanti. Il nome Erisimo infatti deriva dal greco e significa “io salvo il canto“.
L’Erisimo è una pianta che cresce bene in qualsiasi tipo di terreno, anche povero, purché sia umido e ben drenato; richiede un’esposizione calda e soleggiata e tollera il freddo invernale, purché secco; si può trovare facilmente in tutti i pascoli caldi e asciutti, lungo le siepi e lungo le strade, agli argini delle strade, nei terreni incolti, nei luoghi erbosi, talvolta sulle pareti fino a un’altitudine di 1700-1800 m.
È una pianta annuale, alta circa 50 cm, possiede un fusto semplice che ad un tratto presenta lunghi rami inseriti ad angolo retto o quasi. Le foglie sono differenti a seconda della loro posizione sul fusto: le inferiori sono picciolate, disposte a rosetta, pennatosette e lunghe fino a 15-20 cm; le intermedie semiamplessicauli (ovvero una foglia che abbraccia il fusto), dentate e lunghe circa 5 cm; le superiori si presentano amplessicauli, astate con lobo terminale oblungo-lanceolato e 2 lobi laterali patenti.
I rami fioriferi all’inizio della fioritura sono brevissimi, dopo si allungano quando i frutti sono maturi. I fiori sono terminali, organizzati a racemo, piccolissimi e quasi sessili, posseggono 4 petali lunghi 2 mm circa, il colore è giallo vivo. Il frutto è una siliqua cilindro-conica lunga 12-18 mm e addossata per tutta la sua lunghezza all’asse dell’infiorescenza, con un peduncolo di circa 1 mm. A maturità la siliqua si apre lungo le tre nervature liberando semi di colore bruno e piccoli circa 1 mm. L’antesi avviene tra maggio e luglio.
La droga è rappresentata dalle parti aeree che vanno raccolte durante la fioritura, periodo in cui presentano il massimo dei principi attivi. Si possono utilizzare anche i semi che vengono raccolti a fine estate.
La droga dell’Erisimo presenta principi attivi particolari, molecole che contengono al loro interno l’elemento zolfo, chiamati glucosinolati (tra i principali: putranjivina e glucobrassicina) e isotiocianati, ma anche altre molecole come glicosidi steroidei, polifenoli ed aminoacidi (prolina). I semi contengono sostanze a struttura cardenolitica.
L’Erisimo trova il suo impiego negli stati disfonici della voce, nelle laringiti, faringiti, nella tosse e nell’asma.
È consigliato ai fumatori per le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, ma anche mucolitiche ed espettoranti.
Secondo uno studio l’aminoacido prolina è in grado di modulare a livello centrale la risposta allo stress e quindi potrebbe essere di auto in caso di disfunzione vocale dovuta a stati di ansia.
Le Brassicaceae, la famiglia a cui appartiene l’Erisimo, è una vasta famiglia di piante molto utilizzate a scopo alimurgico come ad esempio Cavolo, Cavolfiore, Cavolo cappuccio, Cavolo verza, Cavolo nero, Cavolo rosso, Cavolo riccio, Cavolini di Bruxelles, Broccoli, Cime di rapa, ma anche la Senape, il Ravanello e la Rucola; piante sia coltivate che selvatiche. Possiedono un basso valore calorico, sono ricche di vitamine (C, K, B9 e beta-carotene), minerali (calcio, magnesio, fosforo e potassio), e l’importantissimo sulforafano, che può essere un potente alleato della nostra salute agendo nella prevenzione dei tumori, in maniera selettiva su quelli riguardanti l’apparato digerente.
Le foglie fresche di Erisimo possono essere mangiate ed hanno un profilo sensoriale con note tipicamente “solforate” e pungenti, che sono più̀ accentuate man mano che la pianta cresce. La pungenza si avverte maggiormente nei semi e nelle cime fiorite.
L’Erisimo ha trovato ampio impiego tradizionale come antisettico su ferite e piaghe e in caso di tosse, raucedine e raffreddore.
Racconti popolari citano una vicenda in cui si racconta che nel 1951 il famoso tenore Tito Schipa due ore prima di entrare in scena fosse completamente afono e che, grazie a un decotto di Erisimo, poté cantare al meglio.
ANJA LATINI
Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S
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