Enula: una radice per combattere l’artrite reumatoide

Pubblicato il Maggio 4, 2018 - Benessere

Dalla ricerca scientifica ci giungono interessanti novità: l’estratto ottenuto dalla radice secca di Enula possiede spiccate proprietà antinfiammatorie utili nel trattamento dell’artrite reumatoide.

 

L’Hinula helenium L. è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae, inclusa nella Farmacopea Cinese, utilizzata nella medicina popolare come diuretico e per trattare problemi legati all’apparato respiratorio.
Dalle analisi effettuate sull’estratto, sono state identificate due molecole presenti in maggiori quantità, chiamate Alantolattone e Isoalantolattone (lattoni sesquiterpenici), che possiedono proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antitumorali.
Entrambe sono state testate principalmente per valutarne l’efficacia nel trattamento di una patologia sempre più diffusa: l’artrite reumatoide.

 

L’artrite reumatoide è una malattia cronica, originata da cause ancora sconosciute, che si manifesta con infiammazione delle articolazioni piccole e grandi,rendendole dolenti e deformi. È un disturbo che oggi colpisce prevalentemente le donne, anche prima dei 50 anni di età; chi ne è affetto si trova a dover “combattere” un “nemico” che attiva il sistema immunitario contro la membrana che riveste le articolazioni (membrana sinoviale), con conseguente destrutturazione di ossa e cartilagine.
Nel peggiore dei casi porta alla disabilità, può coinvolgere gli occhi e altri organi interni, predisponendo a malattie cardiovascolari.

 

Il trattamento dell’artrite reumatoide prevede l’uso di farmaci antireumatici e anticorpi monoclonali (anticorpi identici tra loro che si legano alla cellula bersaglio) che devono essere somministrati tramite iniezione. La loro funzione è quella di colpire le proteine responsabili dell’infiammazione (le citochine), ma sono sempre di più i casi di resistenza al farmaco.

 

Le due molecole isolate dall’estratto della radice di Enula agiscono in maniera innovativa perché hanno la capacità di inibire l’azione di due complessi proteici (NK-кB e MAP) che sono deputati al trasferimento del segnale inviato dalle citochine: il segnale che provoca l’infiammazione viene quindi bloccato all’origine, ottenendo un’azione preventiva.
Altra notizia importante è che i due lattoni sono efficaci attraverso la somministrazione orale e non hanno effetti collaterali rilevanti.
Questa scoperta offre due importanti opportunità: la prima, è quella di curare l’artrite reumatoide con una azione ad ampio spettro, perché l’azione inibitoria del segnale che provoca l’infiammazione è estesa a tutti tipi di citochine; la seconda, è il miglioramento della qualità della vita di chi soffre di questo disturbo, perché grazie alla somministrazione orale è possibile mantenere costante l’assunzione del medicinale anche se si è da soli o fuori casa.

 

Uno degli obiettivi della ricerca scientifica è scoprire composti di derivazione naturale che riescano a trattare la maggior parte dei disturbi fisici in maniera efficace e senza effetti collaterali; purtroppo dall’artrite reumatoide non si guarisce, le cause che ne provocano la comparsa sono ancora sconosciute, ma la natura viene quasi sempre in nostro soccorso: non ci resta che sperare in altre nuove scoperte che, un giorno, porteranno alla remissione completa di questa malattia.

 

FEDERICA AIELLO

 

Maggiori informazioni su:

Enula (Hinula helenium): coltivazione, trasformazione e utilizzo

 

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