Distillare Lavanda
Pubblicato il Febbraio 18, 2025 - Attrezzature ed estrazioni

Introduzione
Tradizionalmente impiegata da migliaia di anni, la Lavanda è tra le piante aromatiche di maggiore interesse per la produzione di olio essenziale, grazie al piacevole profumo floreale e alle numerose proprietà terapeutiche.
Nell’ottica di una produzione quantitativamente e qualitativamente notevole, non possono passare in secondo piano la conoscenza del materiale vegetale e del processo di distillazione, l’attenzione alle buone pratiche agronomiche e la scelta di un macchinario efficiente.
La passione e l’esperienza guidano poi verso lo sviluppo di pratiche sempre più funzionali e sostenibili, per un prodotto competitivo e di qualità. È il caso della produzione di olio essenziale di L. angustifolia nel Frignano, supportata dal distillatore Farmer 1500L marchiato Inherba.
Le Varie tipologie di Lavanda
All’interno dell’ordine Lamiales, nella famiglia delle Lamiaceae (Labiateae), sottofamiglia Nepetoideae, il genere Lavandula L. include 39 specie, con circa 400 cultivar registrate. La classificazione tassonomica è strutturata in sei sezioni, discriminate sulla base di caratteri morfologici, come portamento, forma della foglia, disposizione dei fiori, caratteristiche di brattea, calice e corolla. Tra queste, la sezione Lavandula include i maggiori taxa coltivati in Europa per la produzione di oli essenziali: Lavandula angustifolia e Lavandula x intermedia.
L. x intermedia Emeric ex Loisel. (L. angustifolia x L. latifolia) è un ibrido sterile naturale, derivato dall’incrocio di L. angustifolia e L. latifolia, comunemente conosciuto come “Lavandino”. Grazie al grande vigore della pianta e all’elevato contenuto di olio essenziale, questo ibrido ha acquisito una posizione prioritaria nella produzione mondiale.
Tuttavia, è l’olio essenziale ottenuto dalla L. angustifolia, o L. vera, uno dei più importanti in commercio, vantando una produzione annua mondiale di 250 tonnellate (2).
L. angustifolia Miller subsp. angustifolia è una specie nativa dell’Europa Centro-meridionale e Sud-occidentale, principalmente di Italia, Francia e Spagna. Attualmente sono riconosciute e commercializzate oltre 50 cultivar di L. angustifolia. Cresce spontaneamente in aree montane, sopra i 1.500 m s.l.m., ma la sua coltivazione è stata estesa ad altitudini più basse (1,3). È una pianta eliofila, che predilige terreni soleggiati, in quanto una buona esposizione garantisce la produzione di un olio essenziale di qualità (2). Le piante si sviluppano in arbusti di 50 cm di altezza. Le foglie lanceolate sono grigie e tomentose quando giovani, e diventano sempre più verdi nel corso del tempo. Gli steli fiorali, singoli e lunghi circa 10-25 cm, portano spighe di 4-8 cm di lunghezza, di diverse colorazioni tra il bianco e il viola (1,3).
Gli oli essenziali sono un insieme complesso di composti chimici, prodotti nelle vie biosintetiche della pianta come metaboliti secondari. La biosintesi di queste molecole è avviata per una varietà di funzioni ecologiche, in risposta a stimoli biotici e abiotici. Così, l’olio essenziale rappresenta un “linguaggio chimico” che permette un’interazione tra la pianta e l’ambiente circostante.
Tra i maggiori componenti dell’olio essenziale di lavanda, linalolo, acetato di linalile e acetato di lavandulile sono sintetizzati all’interno delle infiorescenze per l’attrazione degli insetti impollinatori. Non a caso, infatti, questi composti chimici regalano all’olio essenziale un profumo piacevole e delicato e ne aumentano la qualità. Al contrario, borneolo, canfora, cineolo, canfene e acetato di bornile agiscono all’interno di foglie e fusti come repellenti per gli insetti nocivi, a causa dell’odore molto pungente.
Il Processo di Distillazione della Lavanda
La distillazione è definita come un processo di estrazione e lenta purificazione di un liquido, attraverso i meccanismi di evaporazione e successiva condensazione. In una prima fase, l’evaporazione implica la trasformazione di un liquido in vapore, attraverso il calore. Successivamente, la condensazione riguarda il passaggio da fase gassosa a fase liquida, attraverso un sistema di raffreddamento.
L’estrazione degli oli essenziali da piante aromatiche è effettuata tramite diverse tecniche di distillazione che impiegano vapore o acqua bollente. Nel caso della Lavanda, la distillazione in corrente di vapore è il metodo più frequentemente utilizzato per la produzione di olio essenziale. Ad oggi, molti macchinari differenti sono disponibili sul mercato, dai più tradizionali ai più complessi e tecnologici (5). A seconda dell’entità dell’operazione e del metodo di distillazione impiegato, è opportuno valutare accuratamente dimensioni, capacità produttiva e materiale dei macchinari.
Processi di distillazione
Le diverse tecniche di distillazione si differenziano specialmente per il posizionamento di materiale vegetale ed acqua.
Idrodistillazione. Il materiale vegetale è immerso direttamente nell’acqua, che riempie completamente la caldaia.
Distillazione a vapore diretto, o acqua-vapore. Il materiale vegetale e l’acqua sono all’interno del distillatore, separati da una griglia posizionata sul fondo; l’acqua al di sotto, il materiale vegetale sopra.
Distillazione a vapore indiretto, o in corrente di vapore. Un generatore di vapore esterno immette il vapore dal fondo del distillatore, nel quale viene distribuito solo il materiale vegetale.
Al fine di una buona distillazione, risulta determinante conoscere la natura del materiale vegetale che si impiega. In particolare, è importante comprendere in quali organi la pianta immagazzina l’olio essenziale e in quale stadio di sviluppo essa produce l’olio essenziale in migliore quantità e qualità. Nella Lavanda, gli oli essenziali sono prodotti ed immagazzinati nei “tricomi” o “peli ghiandolari”. Queste strutture secretorie, situate prevalentemente sui fiori, ma in misura più ridotta anche su foglie e stelo, ricoprono i tessuti superficiali della pianta e la rendono altamente assorbente. Contemporaneamente, il livello di umidità dei fiori di Lavanda è incostante e varia nel corso della stagione, anche a ridosso del tempo balsamico, periodo in cui la pianta presenta la maggior concentrazione del principio attivo d’interesse. I tessuti risultano più umidi all’inizio della stagione, ma diventano più secchi e più assorbenti verso la fine. Pertanto, aumentare la superficie di contatto tra vapore acqueo e olio essenziale, modulando l’umidità del vapore, significa ottimizzare il processo di distillazione.
Progetto di Distillazione dei Nostri Clienti
La Lavanda è una coltura pluriennale, che raggiunge la piena produttività a partire dal terzo anno dall’impianto, con rese in fiori di circa 500-1.000 kg/1.000 m2 per la L. angustifolia.
Sebbene non siano richiesti particolari lavorazioni nel corso della stagione vegetativa, è fondamentale identificare il giusto momento per la raccolta, ovvero il tempo balsamico. Tradizionalmente, la Lavanda viene raccolta quando, in media, la metà dei petali è appassita, ovvero quando le api hanno terminato la bottinatura. Inoltre, è opportuno intervenire in una giornata calda e asciutta. Per permettere una buona distillazione, i fiori della Lavanda vengono tagliati con circa 6-10 centimetri di stelo, che favorisce il passaggio del flusso di vapore attraverso il carico vegetale all’interno della caldaia. In alcuni casi, la Lavanda viene lasciata essiccare per qualche giorno prima di procedere con la distillazione, ma è ideale utilizzare il fiore fresco. Distillando materiale fresco, le rese in olio essenziale si aggirano in media tra 0,5% e 1,5% per la L. angustifolia.
Esperienze di produzione confermano la rusticità della coltura e la propensione alla produzione di un olio essenziale piacevolmente profumato. Si è avviata recentemente nelle colline di Sestola (MO) una produzione biologica di olio essenziale di Lavanda, e non solo. Tre realtà sono coinvolte nel progetto, impegnate nella coltivazione e nella distillazione della Lavanda: le aziende agricole La Bendessa e Alba Serena Bio e la società Officine Aromatiche del Frignano.
La Bendessa
L’Azienda Agricola La Bendessa mette a dimora 18.000 talee di L. angustifolia nel 2021, in attesa di raggiungere la piena produttività questa primavera 2023. L’attività si focalizza sulla distillazione dell’olio essenziale, come prodotto principale per l’inserimento nel mercato. Oltre a ciò, La Bendessa coltiva anche melissa, salvia, echinacea ed elicriso, per un totale di 2.8 ettari di estensione aziendale. L’azienda è orientata, inoltre, alla produzione all’ingrosso di piante officinali essiccate.
Alba Serena Bio
Alba Serena Bio nasce nel 2017 come un ritorno alla terra, riprendendo la gestione di alcuni terreni di famiglia. Per Mattia e Alice, la coltivazione di Lavanda è stata la risposta ad un desiderio di diversificazione, rispetto alle produzioni già biologiche di grano e orzo. Una scelta ancor più peculiare è quella della varietà di Lavanda adottata, la greca L. angustifolia “Sevastopolis”, coltivata dagli amici Kosta e Tacki al confine con la Bulgaria (8,9). E così nel 2019 vengono messe a dimora 40.000 talee su quasi 2 ettari di superficie. Una volta raggiunta la piena produttività, si ottiene il primo olio essenziale nel 2021. Oltre all’olio essenziale e all’acqua aromatica, l’azienda propone anche un catalogo di prodotti cosmetici in continua espansione (8).
Officine Aromatiche del Frignano
La Bendessa e Alba Serena Bio uniscono le forze per avviare un’attività specializzata di distillazione con Officine Aromatiche del Frignano, società dotata di certificazione biologica ICEA, che si dedica anche a lavorazioni conto terzi (7,8).
Officine Aromatiche del Frignano si è specializzata nella distillazione dell’olio essenziale, dotandosi di un distillatore Farmer di capienza 1500 lt, dell’azienda Albrigi Luigi S.r.l.
Distillazione dei Nostri Clienti con Estrattore Farmer 1500 litri
Il distillatore: Farmer 1500L Inherba
La scelta di questo macchinario è stata motivata non solo dall’esigenza produttiva, ma anche dall’esperienza pluridecennale del produttore, che garantisce professionalità, innovazione e supporto tecnico.
Il distillatore si presta alla distillazione a vapore diretto o indiretto, con l’aggiunta di un generatore e distributore di vapore. La caldaia presenta, infatti, una griglia di fondo e una griglia superiore. Un vantaggio di questo macchinario è dato dall’estrema semplicità di carico. In primo luogo, il telaio basculante facilita le operazioni di carico-scarico e pulizia; in secondo luogo, è possibile abbinare due ceste di carico, una per il materiale in lavorazione e una per il nuovo carico, così da ridurre i tempi morti tra una distillazione e la successiva. La capienza di 1500 lt permette un carico di circa 200-300 kg di Lavanda fresca.
Componenti di spicco di questo macchinario sono il condensatore a fascio tubiero e il vaso separatore. Il condensatore a fascio tubiero presenta una struttura interna dotata di un determinato numero di tubi paralleli. La presenza di più tubi risulta in una maggiore superficie di scambio termico, così da rendere più efficiente la condensazione. Il vaso fiorentino è il ricevitore d’eccellenza per la raccolta e separazione di olio essenziale ed acqua aromatica. La struttura di questo vaso di raccolta facilita l’accumulo dell’olio essenziale nella sezione superiore e dell’acqua aromatica nella sezione inferiore. L’apposito collegamento del vaso fiorentino alla caldaia del distillatore permette, se necessario, il ricircolo dell’acqua aromatica.
Distillazione sostenibile
Un particolare accorgimento adottato dall’azienda di Sestola rende questo impianto di produzione unico, ma soprattutto sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico. L’apparato di raffreddamento è stato collegato ad un sistema di 10 cisterne da 1.000 lt ciascuna, che permette di raccogliere l’acqua calda e riportarla ad una temperatura di circa 20 gradi nel corso della notte. Il metodo ordinario prevede l’impiego di un flusso d’acqua che, una volta attraversato il condensatore, viene continuamente scaricato per l’intera durata della distillazione. Il sistema messo a punto dall’azienda assicura il riciclo di 2 m3 di acqua, rivelandosi un’alternativa ecologicamente ed economicamente sostenibile.
L’olio essenziale di Lavanda
L’olio essenziale di L. angustifolia si caratterizza per la presenza di linalolo e acetato di linalile. E’ comunemente utilizzato nell’industria farmaceutica, in aromaterapia ed in erboristeria, grazie alle proprietà antimicrobiche, antifungine, antiossidanti, calmanti sul sistema cardiovascolare e sul sistema nervoso centrale. Presenta un profumo floreale, dolce e fresco, con una nota piacevolmente balsamica. Si impiega, infatti, nell’industria cosmetica e in profumeria, ma anche nel settore alimentare.
La composizione chimica dell’olio essenziale di Lavanda varia in relazione a numerosi fattori genetici e ambientali: instabilità e variabilità genetica, assieme a variazioni di temperatura, disponibilità idrica, altitudine, stagione, geografia e gestione agronomica. Lo standard ISO 3515:2002 specifica i requisiti qualitativi per la composizione chimica dell’olio essenziale di L. angustifolia, analizzata tramite gascromatografia. Il documento stabilisce per ognuno dei composti principali un range in percentuale, in base alla provenienza del materiale vegetale di partenza.
Considerando la produzione di olio essenziale dell’azienda Alba Serena Bio, presso Officine Aromatiche del Frignano, l’analisi gascromatografica dell’olio essenziale di L. angustifolia “Sevastopolis” rientra perfettamente nei limiti stabiliti dalla normativa ISO, come illustrato nella Tabella 1.
Range (%) ISO 3515:2002 |
Componenti (%) |
|
3-Octanone |
0 – 3 |
0,52 |
Linalolo |
20 – 43 |
29,81 |
Acetato di linalile |
25 – 47 |
27,95 |
1,8-Cineolo |
0 – 3 |
0 |
Limonene |
0 – 1 |
0,79 |
cis-b-Ocimene |
1 – 10 |
7,9 |
trans-b-Ocimene |
0,5 – 6 |
3,98 |
Canfora |
0 – 1,5 |
0,44 |
Lavandulolo |
0 – 3 |
0,65 |
Terpinen-4-ol |
0 – 8 |
5,21 |
Acetato di lavandulile |
0 – 8 |
3,9 |
a-Terpineolo |
0 – 2 |
0,91 |
Tabella 1. Analisi gascromatografica olio essenziale di L. angustifolia “Sevastopolis”; confronto con standard ISO 3515:2002
Autore e Referenze
Autore
Anna Perbellini
Ricercatrice presso Università di Padova, Dipartimento DAFNAE, Gruppo di Ricerca Piante Officinali (GRiPO)
Redattrice di Articoli per Inherba
Referenze
- Upson T. The taxonomy of the genus Lavandula. In: Lavender: the genus Lavandula. London ; New York: Taylor & Francis; 2002. p. 268. (Medicinal and aromatic plants–industrial profiles).
- Valussi M. Materia aromatica. Il dizionario delle piante aromatiche. Milano: Tecniche nuove; 2023.
- Aprotosoaie AC, Gille E, Trifan A, Luca VS, Miron A. Essential oils of Lavandula genus: a systematic review of their chemistry. Phytochemistry Reviews. 3 giugno 2017;16(4):761–99.
- Li J, Wang Y, Dong Y, Zhang W, Wang D, Bai H, et al. The chromosome-based lavender genome provides new insights into Lamiaceae evolution and terpenoid biosynthesis. Horticulture Research. 1 dicembre 2021;8:53.
- Başer KHC, Buchbauer G, curatori. Handbook of essential oils: science, technology, and applications. Third edition. Boca Raton: CRC Press; 2020.
- Voltolina G. Piante Officinali. Dalla coltivazione alla vendita nell’azienda agricola multifunzionale. I. L’Informatore Agrario; 2017. 255 p.
- Benvenuti S. Produzione di olio essenziale di Lavanda presso l’Azienda Agricola La Bendessa. 2023.
- Forneris A, Ferrari M. Produzione di olio essenziale di lavanda presso Alba Serena Bio. 2023.
- Alba Serena Bio. Che storia! [Internet]. Disponibile su: https://albaserenabio.it/che-storia/
- Hart S, Lis-Balchin M. Pharmacology of Lavandula essential oils and extract in vitro and in vivo. In: Lavender: the genus Lavandula. London ; New York: Taylor & Francis; 2002. p. 268. (Medicinal and aromatic plants–industrial profiles).
- Lis-Balchin M. Miscellaneous uses of lavender and lavandin oil: use in hair products, food flavouring, tissanes, herbal pillows and medicinal products. In: Lavender: the genus Lavandula. London ; New York: Taylor & Francis; 2002. p. 268. (Medicinal and aromatic plants–industrial profiles).
- Lis-Balchin M. Lavender essential oil: standardisation, ISO; adulteration and its detection using GC, enantiometric columns and bioactivity. In: Lavender: the genus Lavandula. London ; New York: Taylor & Francis; 2002. p. 268. (Medicinal and aromatic plants–industrial profiles).
- ISO 3515:2002, Oil of lavender (Lavandula angustifolia Mill.).