Crescione d’acqua: utilizzo, proprietà e tradizione
Pubblicato il Aprile 2, 2021 - Benessere

Il Nasturtium officinale R.Br., Famiglia delle Cruciferae (ex Brassicaceae), è chiamato normalmente Crescione o Nasturzio.
Il nome del genere Nasturtium deriverebbe dal latino Nas = naso e tortus = torto; dovuto all’odore piccante che irrita le narici.
È una pianta erbacea perenne acquatica, che dalla riva allunga sull’acqua i suoi rami. È diffusa dove l’acqua scorre lenta o ristagna, e nelle zone umide in genere. Le radici sono sottili e biancastre; il caule eretto è cavo con rami grossi fistolosi e foglie imparipennato composte profondamente divise.
I fiori sono piccoli, com’è tipico della famiglia, e di colore bianco con antere gialle.
Il frutto è una piccola siliqua leggermente ricurva contenente piccolissimi semi color marrone. Fiorisce da maggio a settembre.
È una pianta molto ossigenante che mantiene l’acqua sempre pulita e senza alghe o marciumi. È un ottimo indicatore della purezza dell’acqua in cui cresce. Dove c’è vuol dire che l’acqua è buona. Un tempo si trovava con molta più frequenza, adesso, visto l’inquinamento dei corsi d’acqua, la sua diffusione è decisamente ridotta.
Esiste un’elegante pianta ornamentale (Tropaeolum majus), chiamata comunemente “Nasturzio”, che nulla ha a che fare con la specie che stiamo descrivendo.
Del Crescione d’acqua si utilizzano le parti aeree, dall’odore debole e sapore amarognolo e piccante. Questa pianta contiene, in analogia con altre crucifere, glucosolfocianosidi, quali gluconasturtoside, 2-fenilisocianato, e diversi nitrili. Particolare è la presenza di quantità significative di iodio e di ferro, vitamine (C e D), polisaccaridi e oligopeptidi.
I suoi estratti vengono impiegati per il trattamento delle vie respiratorie, soprattutto in presenza di catarri, e come colagoghi; nonché per l’azione diuretica.
Applicazioni farmacologiche sono: riequilibrante tiroideo, drenate biliare, pancreatico, endocrino, cutaneo e polmonare.
Per uso esterno si utilizza per trattare alterazioni della pigmentazione cutanea, e le foglie fresche in cataplasma sono popolarmente indicate contro le infiammazioni reumatiche. I glucosidi solfocianici stimolano la circolazione cutanea superficiale, sono iperemizzanti ed, al limite, irritanti. Per le sue proprietà revulsive il succo fresco, se frizionato, si rivela ottimo contro le calvizie e come rinforzante del cuoio capelluto.
Le controindicazioni riguardano casi di ulcere gastriche e duodenali, o nefriti.
In cucina le foglie creano un piacevole contrasto con cibi grassi o dolci, per via del sapore molto forte che ricorda la rucola o la senape. I giovani germogli vengono utilizzati per insalate. Qualora raccolta allo stato spontaneo è consigliabile lavarla con cura perché potrebbero trasmettere la distomatosi (malattia parassitaria).
Noto ai Romani, il Crescione, era raccolto direttamente dalle acque in cui prosperava. Dal XVII secolo la specie è diventata oggetto di sfruttamento in appositi appezzamenti. L’industrializzazione della coltura cominciò in Germania, nei dintorni di Erfurt e si estese poi anche in altri paesi, assumendo sviluppi economici importanti, specialmente in Francia dove abbondano le “Crescioniere”.
GIULIA CALDARELLI
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