Coriandolo: tutte le virtù di una spezia
Pubblicato il Febbraio 16, 2016 - Benessere
Il Coriandolo, Coriandrum sativum L., è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Apiaceae (o Umbelliferae).
Il nome del genere deriva dal greco “Koriandron”, Coriandolo; ed esso da “kóris”, cimice, dovuto all’odore sgradevole, attribuito dalla maggioranza delle persone alla pianta fresca, che assomiglierebbe a quello del cimice insetto (Palomena prasina).
L’epiteto “sativum” significa invece coltivato ad indicare cioè l’uso orticolo della specie.
La pianta, anche denominata popolarmente “erba cimicina”, è annuale; alta da 20 a 60 cm, con radice a fittone, fusto eretto, striato, glabro e più o meno ramificato.
Le foglie inferiori sono lungamente picciolate, pennatosette, a segmenti arrotondati trilobi; le medie bipennatosette a segmenti ovali, inciso-dentali; mentre le superiori sono divise in lacinie sottilissime come quelle del Finocchio.
Le infiorescenze, dette ombrelle, sono di pochi raggi, i fiori sono di colore bianco o roseo, gli esterni più grandi, gli interni talvolta sterili.
Il calice è persistente a 5 dentelli, mentre la corolla possiede 5 petali; gli stami sono 5, l’ovario è infero con 2 carpelli monospermi e lo stilopodio è conico con 2 stili divergenti.
Per quanto riguarda la coltivazione si semina in autunno o in marzo, in file distanziate 30-35 cm per le coltivazioni più fitte, mentre sulla fila la distanza tra un pianta e l’altra è di 15-20 cm.
Le piante maturano in luglio-agosto, vengono raccolte e seccate per essere battute e permetterne il distaccamento dei frutti.
La droga è costituita dal frutto (diachenio), impropriamente chiamato seme che si ottiene da esemplari coltivati; è di forma quasi sferica (3-4 mm di diametro, spesso più lungo che largo), di colore bruno chiaro, composto da 2 pericarpi convessi saldati tra loro, con 10 coste appena sporgenti alternativamente diritte e ondulate.
L’odore del frutto è intenso e caratteristico, che risulta stavolta gradevole, il sapore è prima amarognolo poi aromatico.
I frutti essendo aromatici contengono un olio essenziale che si estrae tramite il processo della distillazione in corrente di vapore dei frutti quasi maturi e secchi; contiene soprattutto linalolo (65-70%), pinene, borneolo, cimene, limonene e fellandrene; ed ha una resa media dello 0,4 -1%,
Si ottiene un’essenza anche dalle foglie.
L’olio essenziale dei frutti si presenta come un liquido incolore o giallo pallido, odore caldo speziato, pepato, fresco e fruttato, mentre la nota finale è pungente.
La sua attività è antibatterica ad ampio spettro, molto efficace su Escherichia coli e altri ceppi batterici; antinfiammatoria e nematocida.
Ne viene indicato l’utilizzo per condizioni infiammatorie cutanee con colonizzazione batterica.
Da tenere in considerazione che a dosi elevate si potrebbero manifestare sintomi di eccitazione ed ebbrezza, seguita poi da uno stato di depressione.
L’olio essenziale viene impiegato anche in cosmesi e in profumeria.
L’impiego dei frutti ha proprietà stimolanti, neurotoniche e disinfettanti, quindi vengono consigliati in casi di astenia, atonia digestiva e cistite, ma possiedono anche proprietà digestive, carminative e stomachiche.
E’ noto anche l’utilizzo dei frutti in liquoreria, nel trattamento del tabacco e in gastronomia; dove frutti e foglie vengono utilizzati soprattutto nei paesi del Medio Oriente, nei paesi asiatici, in Messico e nei paesi dell’America Latina.
Lo si ritrova infatti nelle miscele di spezie indiane, quali curry e garam masala.
Le foglie in cucina vengono principalmente usate nei paesi orientali al posto del prezzemolo, tritate per aromatizzare vari piatti.
In Italia è utilizzato nella lavorazione del famoso salume mortadella come aromatizzante.
Ad uso esterno viene utilizzato l’olio essenziale veicolato in olio vegetale, da usare per massaggi contro nevralgie e dolori articolari.
Curiosità: nel XVI secolo nel periodo di Carnevale i frutti di Coriandolo venivano glassati con lo zucchero colorato e utilizzati come gli omonimi pezzettini di carta in questa festività.
Nel celebre libro “Le mille e una notte” il Coriandolo viene considerato afrodisiaco ed in particolare il succo delle parti fresche, che provoca uno stato di ebbrezza simile a quello del vino.
ANJA LATINI
Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S
Scheda pianta:
Coriandolo (Coriandrum sativum L.)
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