Gennaio 20, 2017

CICORIA: una manciata di benessere dai campi

 

La Cicoria (Cichorium intybus) è una pianta erbacea perenne e spontanea, presente in tutto il nostro territorio.

Appartenente alla famiglia delle Asteraceae, fiorisce generalmente da maggio a settembre fino ai 1200 metri di altitudine, in luoghi erbosi, nei prati e lungo le strade.

 

Il suo nome, Cichorium, sembra derivi dal greco Kikora che significa “andare per campi”.

Grazie all’origine spontanea ed alla semplicità della raccolta le sono stati attribuiti numerosi nomi regionali-locali come: Radicchio di campo, Craver, Gianchetti, Radecc d´campagna, Radicciùn, Scùe, Sicòria, Zucoria, Cicòre.

Numerose sono le varietà coltivate nel mondo che, anche se adattate al diverso ambiente e alle esigenze di consumo, sono tutte “parenti” della capostipite Cichorium. Tra le più note ricordiamo la Cicoria Belga, la Catalogna ed il Pan di Zucchero.

 

Il suo utilizzo nella storia, come medicamento, è testimoniato da trattati risalenti addirittura all’epoca Egizia. Il Papiro Ebers datato 1550 a.C. citava la Cicoria come ingrediente fondamentale dei rimedi attivi sulle funzioni gastrointestinali. Orazio nel I secolo ne consigliava il consumo alimentare insieme alla Malva (Malva sylvestris) come coadiuvante delle funzioni intestinali.

 

La parte aerea della pianta (foglie) viene utilizzata in cucina come ingrediente di numerose zuppe e minestre o come contorno, insieme a legumi e ad altre verdure.

Il suo sapore amaro è dato dalla presenza dell’acido cicorico che, insieme alla cicorina, rappresenta uno dei componenti principali di questa erba officinale.

La Cicoria risulta, inoltre, molto ricca di vitamine (A, B, C, P e K) e oligoelementi come calcio, zinco, rame e potassio.

La radice, solitamente raccolta in autunno, è la parte utilizzata per numerosi impieghi clinici e terapeutici. Fino alla prima metà del secolo scorso, la radice di Cichorium intybus insieme alla radice di Tarassaco (Taraxacum officinale), veniva essiccata e tostata per preparare una bevanda simile al caffè.

 

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Oggi dalla radice si estrae l’inulina, sostanza utilizzata dall’industria alimentare come addensante e additivo.

Questa sostanza possiede, inoltre, una valida azione lassativa grazie alla capacità di indurre l’aumento della massa fecale. Questo zucchero semplice infatti, richiamando acqua nel lume intestinale favorisce la formazione delle feci e, contemporaneamente, induce il senso di sazietà; ulteriore proprietà sfruttata in medicina per i soggetti fortemente in sovrappeso.

 

L’intera pianta della Cicoria è una vera risorsa di sostanze attive sul tratto gastrointestinale e sul fegato come l’acido cicorico e l’acido cicoresico; che possiedono dimostrate proprietà antiossidanti sull’epitelio del tratto colon-retto, stimolando la crescita della flora batterica utile, a discapito di quella patogena.

A livello epatico la Cicoria svolge un’azione tonico-depurativa e antiossidante proteica.

 

La non tossicità e la sicurezza d’impiego rendono questa pianta campestre un ottimo ingrediente in numerosi preparati quali integratori, lassativi, sciroppi, succhi. Persino la Floriterapia ne sfrutta le benefiche proprietà impiegandola nei fiori di Bach proprio con il nome Chicory.

In Fitoterapia viene spesso utilizzata in decotti con altre piante ad azione sinergica-depurativa come la Bardana (Arctium lappa) e la Fumaria (Fumaria officinalis).

Un bella tazza di tisana a base di Cichorium intybus lontano dai pasti non può far altro che ridonate vigore al nostro organismo affaticato e quindi… buona depurazione!

 

MICHELA CLEMENTE

 

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