Celidonia: utilizzo, proprietà e tradizione

Pubblicato il Giugno 10, 2021 - Benessere

La Chelidonium majus L., famiglia delle Papaveraceae e conosciuta anche con i nomi comuni di Erba porraia, Erba da porri, Erba nocca e Cenerognola.

In tutta la pianta è presente un lattice giallo-arancio che è ampiamente adoperato come cheratolitico per l’eliminazione di porri e verruche da cui deriva anche il suo nome.

Pianta erbacea perenne, alta 40-80 cm, cresce nei luoghi incolti, lungo le siepi e nei ruderi. Il fusto esile è molto ramificato.

Le foglie sono alterne e imparipennate; i fiori sono di colore giallo riuniti in piccole ombrelle opposte alle foglie ed al termine del fusto.

Il frutto è una capsula allungata contenente numerosi semi ovoidali neri, la radice è di colore rosso scuro all’esterno e gialla all’interno. Tutte le parti della pianta contengono un lattice color giallo-arancio.

Il termine Chelidonium deriva dal greco “delle rondini”, e majus dal latino “maggiore”; il nome sta a ricordare l’osservazione popolare secondo la quale le rondini erano solite aprire gli occhi dei rondinini, strofinando uno stelo di questa pianta sui loro occhi chiusi.

Le suo proprietà oftalmiche sono comunque segnalate in tutta la letteratura: si dice infatti che il succo della pianta intera “rischiara la vista” o “risolve le caligini degli occhi” (Mattioli, Castore Durante).  Paracelso la consigliava per aprire le occlusioni del fegato.

Il lattice è caustico, per questo motivo venne anticamente attribuita alla pianta una qualità fortemente riscaldante (Galeno).

Nell’uso popolare veniva impiegata, in virtù del colore giallo e del sapore amaro, nelle affezioni epatiche, nei reumatismi e nelle malattie della milza.

In omeopatia si usa la tintura madre ottenuta a partire dalla radice, con indicazioni in caso di affezioni epato-biliari ed affezioni polmonari. Il fitocomplesso determina inoltre una leggera riduzione della forza di contrazione del miocardio, una debole sedazione sistemica e la stimolazione delle secrezioni pancreatiche.

Principali costituenti: alcaloidi isochinolinici, flavonoidi, acidi organici, saponine, carotenoidi, enzimi proteolitici. La radice è la parte più ricca in alcaloidi.

Per uso esterno, il lattice è indicato in caso di acne infetta, eczemi e psoriasi, inoltre viene consigliato come cheratolitico di calli, verruche e condilomi.

Uso esterno – Succo appena spremuto: applicare 3-4 volte al giorno su calli, verruche, duroni, dermatosi squamose. Protegge la pelle sana. (Fitoterapia, Jean Valnet)

GIULIA CALDARELLI

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