Cardo mariano: la pianta per depurare il fegato

Pubblicato il Settembre 25, 2014 - Benessere

Cardo Mariano, pianta dalla proprietà epatoprotettrice ideale per la macerazione

È di sicuro uno dei rimedi più utilizzati nella medicina dei semplici ed il suo utilizzo è risalente a più di due millenni fa.

Il nome scientifico, Sylibum marianum, deriva dal greco sillabon che significa “cardo latteo” ed è legato alla leggenda secondo cui le macchie bianche presenti sulle foglie siano state prodotte dal latte della Madonna, quando, inseguita dal re Erode, la Sacra Famiglia usò questa pianta come nascondiglio.

La pianta infatti presenta grandi foglie verdi con margine dentato e dotato di spine gialle.
Ha fiori riuniti in capolini isolati all’estremità dei lunghi rami, di colore rosa intenso-violaceo e hanno un involucro di squame fogliacee con estremità appuntita e pungente.

Il Cardo Mariano, considerata un erbaccia infestante, diffuso dal mare alle regioni sub-montane e nelle isole, conosce un ampio utilizzo nella tradizione popolare grazie alla sua importante azione sui processi digestivi.
In particolar modo la sua notorietà è data dalla potente azione di protezione del fegato e di stimolazione della sua funzionalità, che ne fanno del Cardo la pianta di elezione per questo organo.
La pianta, come la maggior parte di tutti i rimedi officinali ad azione digestiva, contiene principi amari in grado di stimolare l’appetito, la secrezione gasto-intestinale e biliare.

Ad oggi, la parte del Cardo Mariano maggiormente attiva e che viene utilizzata per la preparazione di decotti od estratti sono i frutti (erroneamente chiamati semi), che vengono raccolti alla fine della fioritura, quando i capolini iniziano ad aprirsi (luglio-agosto).
La molecola che rende i frutti del Cardo Mariano un ottimo rimedio per la depurazione e il miglioramento della funzionalità del fegato è la silimarina, principio in grado di proteggere il fegato da lesioni in caso di accumulo di sostanze nocive e dannose (alcol, agenti cancerogeni, sostanze di scarto del metabolismo, sostanze inquinanti, farmaci, ecc..) ma soprattutto svolge un’azione di rigenerazione della cellula epatica, ripristinando la sua ottimale funzionalità in caso di sovraccarico o mal funzionamento.
In aggiunta questa “erbaccia” non solo risulta utile nei classici cicli di depurazione stagionale, può essere anche una valida alternativa per risolvere disturbi più importanti come supporto in caso di calcoli biliari, steatosi epatica, colesterolo alto, stipsi, disordine della circolazione biliare, ecc..

Ricordiamo che il Cardo Mariano, come tutte le piante medicinali, essendo composte da un insieme di molecole attive che operano in sinergia tra loro (fitocomplesso), molto spesso possono risultare efficaci anche nel trattamento di altri disturbi riguardanti anche altri organi od apparati.
Ed infatti anche i frutti di Cardo Mariano dimostrano un’interessante attività antipotensiva e cioè sarebbero in grado di correggere la tendenza alla pressione arteriosa troppo bassa con i relativi sintomi quali vertigini e senso di spossatezza.

Una preparazione veloce e pratica è il decotto, ottimo metodo per bere di più, prassi fondamentale in tutte le pratiche di depurazione.

Decotto di Cardo Mariano:

Preparazione e dosi

3 g. di semi per 100 ml di acqua.
Si mettono insieme all’acqua e si portano ad ebollizione. Si fanno bollire per 5 minuti e poi si tengono in infusione 15 minuti.

Per avere un buon effetto sul fegato si consigliano due-tre tazze al giorno.

Per migliorare il gusto e rafforzare l’azione con un’altra pianta ad azione sul fegato è possibile aggiungere anche radice di Bardana, semi di Anice, foglie di Menta e radice di Liquirizia nelle seguenti dosi (per 100 g.):

Cardo Mariano (frutti) 30 g.
Bardana (radice) 30 g.
Anice (frutto) 20 g.
Menta (foglie) 10 g.
Liquirizia (radice) 10 g.

[Formulazione tisana tratta da “Decotti e Tisane” di Costanza Giunti; Edizioni: Tecniche Nuove]

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