Borsa del pastore: utilizzo, proprietà e tradizione
Pubblicato il Maggio 31, 2019 - Benessere
La Borsa del pastore è una pianta erbacea annuale che risulta essere comunissima in Italia ed è molto ubiquitaria.
L’etimologia del suo nome è riferita alla forma del frutto, una siliquetta, che ha la forma di un piccolo cuore appiattito o quella che ricorda le borse tipiche dei pastori appunto. Altri sono i nomi con cui viene comunemente chiamata, e sono tanti: borsacchina, erba borsa, scarsellina, cimino o raperina.
Le dimensioni del suo fusto possono variare da pochi centimetri a 50 cm di altezza, le foglie basali sono dentate o pennatopartite, lunghe 8-12 cm, larghe 2-4 cm e ristrette alla base presentando un brevissimo picciolo; le foglie del fusto sono sessili, amplessicauli e sagittate.
I fiori sono di dimensioni ridotte, presentano sepali verdi, a volte rosso amaranto e petali bianchi.
Il frutto è una siliquetta a forma di cuore o triangolo di circa 5 mm, obcordata; ogni loggia contiene numerosi semi.
La droga è costituita dalla parte aerea, il tempo balsamico consigliato è un periodo di tempo che va da maggio ad agosto ed è preferibile utilizzarla fresca.
La droga contiene l’alcaloide burserina, olio essenziale solforato, tannini, tiramina, flavonoidi (diosmina), colina, acetilcolina e glucosidi (acido bursico).
La proprietà principale della Borsa del pastore è quella di essere un’erba ad azione emostatica, quindi le indicazioni per l’utilizzo sono emorragie e nello specifico come regolatrice dei flussi mestruali abbondanti e irregolari, ma anche epistassi, ferite, emorroidi.
L’erborista consiglia il suo utilizzo in decotto (5 g in 100 ml di acqua, portare a bollore e tenere in infusione 10 minuti), una tazza per 3 volte al giorno tra un pasto e l’altro, mentre in caso di mestruazioni abbondanti si consiglia di assumere il decotto 10 giorni prima la comparsa delle perdite ematiche. Si può assumere anche sotto forma di tintura madre (15-30 gocce per 3 volte al giorno) o ancora estratto fluido (da 1 a 5 cucchiaini da caffè al giorno, 3-4 volte al giorno, lontano dai pasti).
In caso di epistassi si consigliano compresse con decotto della droga sulla parte interessata.
Non va utilizzato in associazione con anticoaugulanti, né in gravidanza.
Le foglie della rosetta basale venivano usate in cucina, dopo averle cotte, nelle minestre, nei risotti o nelle frittate oppure crude nelle insalate.
ANJA LATINI
Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S
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