Borragine: il suo utilizzo nella tradizione e in cucina
Pubblicato il Febbraio 6, 2015 - Benessere
La Borago officinalis L., chiamata volgarmente borragine è una pianta annuale che fa parte della famiglia delle Boraginaceae.
L’origine del suo nome è completamente oscura; alcuni ipotizzano che sia “borragine” sia “borago” derivino dal latino corago , che a sua volta deriva da cor, “cuore”, e ago, “io porto”; ciò in riferimento all’uso della borragine come bevanda che scacciasse la malinconia e donasse felicità e coraggio.
Un’altra ipotesi prevede un collegamento con l’arabo ‘abu ‘arak , cioè padre del sudore , in riferimento alla fama della borragine come stimolante la sudorazione. Un’altra ipotesi ancora è quella che il nome derivi dal celtico barrach che significa “individuo coaggioso”.
La pianta è originaria dell’Europa meridionale e della regione mediterranea, dove cresce rigogliosamente su terreno fertile a pieno sole.
Coltivata a lungo nei giardini erbosi, si è naturalizzata in gran parte dell’Europa e in Inghilterra. Si trova frequentemente anche spontanea.
È molto facile da riconoscere perché ha un grosso fusto cavo, alto fino a più di mezzo metro, molto ramificato, con peli radi, e con foglie ovali grigio-verdi rivestite di peli anch’esse. Caratteristici sono i fiori di colore viola-azzurro molto vivo, riuniti in una infiorescenza a cima terminale scorpionoide (perché assomiglia alla coda di uno scorpione); le lacinie lunghe e strette del calice, patenti alla fioritura, si accostano dopo e crescono ancora, racchiudendo i quattro grossi acheni (i frutti) bruni, allungati e rugosi, incavati alla base (tetrachenio).
Il peduncolo, lungo alla fioritura 3-4 cm, si allunga ancora in seguito di un paio di cm e anche il calice diviso fin quasi alla base in cinque lacinie lunghe alla fioritura 1 cm o meno, può raggiungere più tardi 15 mm.
Il momento migliore per la raccolta di foglie e fiori è il mese di Giugno, ma le foglie possono essere raccolte in ogni periodo, a seconda della necessità, già dopo due mesi la semina. Il fusto e le foglie contengono una sostanza chiamata mucillagine, che ha un’azione emolliente; può essere quindi utilizzata nelle tisane assieme ad altre piante pettorali, cioè utili nelle affezioni bronchiali, come sudorifero, ma anche come diuretico. Un altro tipo di sostanze che contengono fusto e foglie sono gli alcaloidi pirrolizzidinici, considerati epatotossici anche se per avere l’effetto epatossico bisogna assumerne grandi quantità, ma anche nitrato di potassio e tannini.
Un’altra parte utilizzata sono i semi da cui si estrae un olio ricco di acido alfa-linoleco (acido grasso essenziale) che è utile nelle dermatiti ed eczemi e può essere utilizzato assumendolo sia oralmente (in perle) che topicamente; infatti è presente in molti prodotti cosmetici.
Altri studi riportano l’utilizzo dell’olio di borragine efficace nei casi di artrite reumatoide.
Un vecchio adagio di erboristi recitava “ borragine sfacciataggine” per il presunto potere di infondere spavalderia e coraggio: ai cavalieri in partenza per le Crociate si offrivano tazze di vino spolverizzato con un pizzico di fiori di borragine e, in caso la pianta non riusciva a fugare la paura di avversità e battaglie, di sicuro ci riusciva il vino.
Nella fitoalimurgia si utilizzano le foglie cotte assieme ad altre erbe, oppure come ripieno in alcuni tipi di pasta come i ravioli, od ancora fritte dopo essere state passate nella pastella assieme ad alici e mozzarella; i fiori invece nelle insalate danno un tocco di colore.
ANJA LATINI
Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S
Maggiori informazioni su:
Borragine (Borago officinalis L.): scheda completa della pianta
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