Bergamotto: tutti gli usi e le proprietà
Pubblicato il Febbraio 28, 2018 - Benessere

Il Bergamotto, Citrus x bergamia o Citrus x aurantium subsp. bergamia, appartiene alla famiglia delle Rutaceae, e quindi parente di tutti gli agrumi.
La pianta è un albero originario della Cina, introdotto nel Mediterraneo e nel Nord Africa in tempi antichi.
Ancora oggi però non si conosce la sua origine botanica; se si pianta un seme di Bergamotto infatti, la piantina che nasce non è Bergamotto, ma Arancio amaro. Soltanto successivamente quest’ultima può essere innestata a Bergamotto.
Questa constatazione ha fatto ritenere agli studiosi che il Bergamotto sia nato dalla mutazione naturale dell’Arancio amaro.
Per quanto riguarda l’etimologia del suo nome, qualcuno dice che derivi dalla città spagnola di Berga, l’attuale Barcellona, altri dalla città di Pergamon, l’antica Troia, altri ancora dal turco Berg-a-mudi che significa “pero del Signore”, dalla forma a pera dei primi frutti di Bergamotto.
La pianta non supera i 4-5 metri di altezza; ha rami irregolari e foglie di colore verde scuro, alterne, oblunghe, prive di peluria e ricche di ghiandole contenenti olio essenziale. I frutti sono tondeggianti, qualche volta sferici, con buccia liscia e spessa che va dal verde al giallo con il progredire della maturazione, con un peso che va dagli 80 ai 200 grammi.
I frutti del Bergamotto sono costituiti da:
– una parte esterna ricca di otricoli, contenenti l’olio essenziale, e di pigmenti colorati dal verde al giallo, detta epicarpo o flavedo. L’epicarpo è ricoperto all’esterno da una cuticola sottile contenente gli stomi;
– una parte sottostante, costituita da un tessuto bianco e spugnoso composto per il 20% da sostanze pectiche, denominata mesocarpo o albedo;
– una parte interna detta endocarpo o polpa, che rappresenta il 65-70% del frutto. L’endocarpo contiene segmenti o spicchi, distribuiti intorno ad asse centrale detto medula di composizione spugnosa come l’albedo. Gli spicchi sono avvolti da una leggera cuticola e contengono al loro interno vescichette con il succo. I semi, infine, sono situati in prossimità dell’asse centrale.
Il Bergamotto comincia a fiorire nel corso degli ultimi giorni di marzo e per tutto aprile. Il fiore viene generalmente chiamato con il nome di zagara: dalla voce siciliana dell’arabo zagara, “fiore”; per questo il fiore del Bergamotto distingue Reggio Calabria come “città della zagara”.
I frutti di Bergamotto vengono raccolti, da ottobre a dicembre, quando la giusta turgidezza della buccia oppone una maggiore resistenza alla pressione agevolando la rottura degli otricoli e la fuoriuscita dell’essenza.
I maggiori produttori sono l’Italia (Calabria) e la Costa d’Avorio.
L’olio essenziale di Bergamotto si ottiene tramite spremitura a freddo con il metodo della “pelatrice”, cioè si pone il frutto all’interno di macchine che hanno cilindri rotanti, i quali raschiano le celle ricche di essenza. Dopodiché si separa l’olio dal frutto tramite centrifugazione.
Un altro passaggio consiste nell’eliminazione delle furanocumarine, sostanze fotosensibilizzanti, che si attua attraverso la ridistillazione sotto vuoto, ottenendo così essenza di Bergamotto FCF (=furanocumarine free), che può contenere al massimo lo 0,001% di furanocumarine.
L’olio essenziale di Bergamotto contiene monoterpeni (d-limonene, beta-pinene, para-cimene, alfa-terpinene, canfene, sabinene), monoterpenoli alcoli (linalolo, nerolo, geraniolo, alfa-terpineolo, guaienolo, spatulenolo, nerolidolo, farnesolo), esteri, aldeidi, sesquiterpeni e cumarine.
L’utilizzo dell’o.e. è soprattutto destinato alla cosmesi e alla profumeria. È infatti alla base della ricetta dell’acqua di Colonia, formulata agli inizi del ‘700 da Paolo Feminis, la prima “eau de cologne”, diventata famosa con il nome di “4711”, dal numero civico del laboratorio dove il profumiere lavorò. Oggi l’o.e. se lo contendono grandi griffe come Guerlain, Chanel, Dior e industrie della profumeria di lusso.
Il suo aroma è fresco, limonato-fruttato con tracce di odore balsamico.
L’o.e. di Bergamotto trova impiego anche dal punto vista salutistico: ha un’azione di tipo rilassante e sedativa, possiede attività antispasmodica, antibatterica e antimicotica. In particolare può essere utilizzato in caso di psoriasi e vitiligine, acne, foruncoli, eczema e seborrea.
Può lenire, se utilizzato per inalazione, in caso di infezioni polmonari, alitosi e raffreddori, in associazione all’o.e. di Lavanda e Neroli. Nei casi di inappetenza si possono assumere 2 gocce di olio essenziale di Bergamotto veicolati da una zolletta di zucchero o un cucchiaino di miele.
Inoltre tra i prodotti più conosciuti al di fuori del campo della cosmetica e della profumeria in cui viene usato l’olio essenziale di Bergamotto vi è il tè Earl Grey, uno dei tè aromatizzati più diffusi al mondo.
ANJA LATINI
Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S
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