Basilico: pianta per stimolare mente e corpo

Pubblicato il Ottobre 25, 2017 - Benessere

Basilico, una pianta che stimola corpo e mente

Il Basilico è una delle piante aromatiche più conosciute in cucina; in particolare per la preparazione del noto “pesto alla genovese”.

L’etimologia del genere deriva dal greco “okimon”, il nome di una pianta aromatica che a sua volta deriva da “ozo”, cioè olezzo, buon odore. Il nome della specie deriva dal greco “basilikon” ovvero regale – maestà, per le sue importanti proprietà salutistiche considerate sacre.

Questa pianta è una Lamiacea (Labiata) originaria dell’Africa e dell’Asia, ma ormai consolidata anche nei nostri territori. E’ un’erba annua alta da 20 cm a oltre 50 cm, in base alla varietà; ha fusto eretto, quadrangolare, semplice o con pochi rami, tendente a diventare legnoso alla base.

Le foglie sono opposte e dotate di picciolo, che misura circa 2 cm ed è più lungo nelle foglie inferiori, ridotto in quelle superiori. La lamina è ovale (lunga 20-70 mm – larga 12-40 mm) di color verde chiaro, intera o sparsamente seghettata, spesso “bollosa” o “rigonfia”.

L’infiorescenza è apicale, formata da racemi lunghi, con i fiori di colore bianco riuniti in verticillastri di numero 4-6, all’ascella di piccole brattee. Il calice è campanulato, persistente, pubescente all’esterno, con labbro superiore ampio, reticolato e labbro inferiore diviso in 4 piccoli denti acuti; la corolla è lunga il doppio del calice, ha labbro superiore a 4 lobi e quello inferiore intero o sfrangiato; gli stami sono 4 e sporgenti, situati sul labbro inferiore della corolla. L’antesi avviene nel periodo maggio-settembre.

Il frutto è un tetrachenio di colore scuro.

In commercio si trovano molte varietà: la “fine verde” con foglie piccole, la “fine verde nano compatto” della Liguria con foglie minute e verdissime, la “fine violetto nano compatto” e la “grande violetto” entrambe con foglie sfumate di violetto, la “lactucaefolium” del napoletano con foglie grandi, la “grande verde” di Genova con foglie grandi e aromatiche.

Il Basilico contiene soprattutto olio essenziale (eugenolo, linalolo, limonene, anetolo, pinene, estragolo), ma anche vitamine A, C, E, sali minerali, saponine e sostanze glucosidiche.

Come le altre Labiate, il Basilico ha proprietà antispasmodiche, antinfiammatorie,  stimolanti, stomatiche, digestive, carminative, antisettiche e diuretiche.

Molto apprezzata ed utilizzata in cucina questa pianta trova impiego anche in profumeria con il suo olio essenziale, e in liquoreria.

L’olio essenziale di Basilico è prodotto in Egitto, Europa del Sud e dell’Est. Il Basilico tipo”Reunion” o “Comoro” (O. basilicum var. basilicum) è prodotto nelle isole del Madagascar e Reunion. Altre varietà di Basilico sono prodotte in Italia, Francia, USA, India, Haiti, America centrale e settentrionale, Africa, Russia, Marocco, Fiji. Preferisce altitudini tra i 200 e i 2000 m.

L’estrazione avviene in corrente di vapore o idrodistillazione con una resa tra 0,2- 1,5%. Il Basilico delle Comoro è il più ricco in olio essenziale.

Esistono vari chemiotipi, divisi principalmente in 4 categorie:

–    tipo “mediterraneo” o “europeo”(basilico dolce) suddiviso a sua volta in 4 sottocategorie a concentrazione diversa di linalolo

–    tipo metilcavicolo (estragolo)

–    tipo “esotico”

–    tipo metileugenolo

Quello che si trova più comunemente in commercio è il chemiotipo a linalolo. Il colore è limpido, da giallo pallido a giallo-verde.

L’attività dell’olio essenziale di Basilico sull’encefalo è di tipo stimolante, rilevata osservando i cambiamenti dell’attività elettrica del cervello sugli esseri umani, dopo la sua somministrazione.

Inoltre possiede attività antispasmodica e antibatterica, antimicotica, antielmintica, insetticida, acaricida, carminativo e antiossidante. Le indicazioni dell’uso dell’olio essenziale sul sistema respiratorio sono per aiutare in caso di tosse spasmodiche, congestione nasale e bronchiale e sul sistema nervoso per ridurre l’ansia e schiarire la mente.

L’estragolo è un composto appartenente alla stessa categoria chimica del safrolo e secondo alcuni studi condotti su modelli animali ha un debole effetto carcinogeno sul fegato, ma il rischio di tossicità si ha solo in presenza di dosi elevate di estragolo o in caso di deficienza di glutatione. Questa informazione ha indotto, qualche anno fa, a distorcere la notizia portando ad allarmismi infondati sulle tisane a base di Finocchio (contenente anch’esso estragolo), cosa assolutamente falsa perché la tisana contiene estragolo in dosi molto ridotte e la molecola agisce comunque in sinergia con gli altri componenti della pianta stessa.

Per quanto riguarda gli oli essenziali bisogna essere cauti essendo sostanze concentrate e quindi che posseggono un indice terapeutico molto basso. Nel caso del Basilico va evitata l’ingestione da parte dei bambini perché si potrebbero manifestare avvelenamenti, e va fatta attenzione sull’utilizzo cutaneo perché il metilcavicolo potrebbe causare sensibilizzazione nei soggetti allergici.

Merita di essere menzionato il Basilico indiano o Tulsi (Ocimum sanctum); sempre appartenente alla famiglia delle Lamiaceae e originario dell’India, che è considerato addirittura sacro dagli Indù anche per le sue molte proprietà salutistiche. E’ utile per combattere l’acne, grazie al suo potere antibatterico, e possiede anche attività antifungina; inoltre il suo olio essenziale potrebbe essere implicato nel meccanismo di apoptosi (morte cellulare programmata) e meccanismi antitumorali, secondo uno studio di Maggio 2016 a cura del Dr. Ramaraj Thirugnanasampandan, India.

Curiosità: in Occidente si attribuisce al Basilico un simbolismo erotico che si riflette nella proprietà di favorire il concepimento, tant’è vero che una volta lo si dava come foraggio ad asine e cavalle prima della monta.

In Abruzzo, nel Chetino, un giovane contadino si recava a far visita alla fidanzata portandone sull’orecchio un rametto, ma non lo regalava all’amata perché il gesto sarebbe stato interpretato come segno di disprezzo.

In Toscana lo si soprannominava “amorino“… In Sicilia era simbolo di amore ricambiato, sicché la ragazza che ne metteva da un giorno all’altro un vasetto sul davanzale, voleva far sapere di essere innamorata. Ma in alcune zone quel vasetto poteva anche indicare la casa di una prostituta. Il tema del Basilico simbolicamente “mezzano” si ritrova in una novella diffusa in tutta l’Italia, e che in Toscana è intitolata “Il Basilicone”.

Anticamente i contadini sostenevano che si doveva accompagnare la sua semina con ingiurie, maledizioni e imprecazioni affinché crescesse più vigoroso. Da quell’usanza nasce il detto proverbiale “cantare il basilico”, cioè lanciare maledizioni, imprecare contro qualcuno senza misurare le parole.

ANJA LATINI

 Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S

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