Baobab: fonte di grandi potenzialità

Pubblicato il Settembre 5, 2022 - Benessere

Albero di Baobab

L’Adansonia digitata, appartenente alle Bombacaceae, è un possente albero con enorme tronco, più o meno fibroso e all’interno spugnoso.

La denominazione botanica: Adansonia digitata, deve il suo nome allo studioso francese Michel Adanson, che nel XVIII secolo fornì per primo una descrizione dettagliata della pianta; e anche alla tipica forma digitata delle foglie. Il nome Baobab deriverebbe secondo alcune fonti dal senegalese “albero di mille anni”, mentre secondo altre dall’arabo “buhibab” (il frutto dai molteplici semi).

 

Cresce spontaneamente in Africa, Australia e Madagascar, ma nel tempo è stato ampiamente disseminato dall’uomo anche in altri Paesi. In Africa si trova dalle regioni più aride fino al limitare delle foreste, e dalle regioni sud sahariane al Sudafrica.

La maggior parte dei Baobab vive fino a 500 anni, anche se in alcune parti dell’Africa sono stati descritti esemplari risalenti a 5.000 anni fa. La sua imponente maestosità, che sembra quasi unire il cielo alla terra, e la sacralità che trasmette, lo connotano come l’emblema millenario dell’Africa, tanto da essere designato dalle popolazioni locali come “albero magico” o “albero della vita“.

 

Il tronco alto fino a 20 m può essere conico, cilindrico oppure corto e tozzo, fino a raggiungere i 10 m di diametro, e superare i 25 m di circonferenza. La corteccia si presenta liscia, di colore grigio-argenteo, con variazioni dal marrone fino al porpora. In Zimbabwe la cavità di un albero è stata usata perfino come sala d’attesa per i bus, in grado di ospitare fino a 30-40 persone.

 

La presenza di tessuti parenchimatosi atti all’accumulo di liquidi, permette di incamerare grossi quantitativi d’acqua durante la stagione delle piogge e di conservarla per tutta la stagione secca, divenendo così una riserva idrica molto importante sia per le popolazioni che per gli animali che vivono nei dintorni. Per questo motivo è detto anche “albero bottiglia” e può arrivare a immagazzinare fino a 12.000 litri d’acqua.

I rami formano una larga corona e tendono ad assottigliarsi all’estremità, quelli giovani sono tomentosi e raramente glabri.

Le foglie sono composte, alterne, con 3-7 foglioline lunghe 8-15 cm. I fiori sono solitari, bianchi, con petali ricurvi ed una massa vistosa di stami pendenti lungo lo stilo. I fiori hanno una vita molto breve, si aprono di notte e vengono impollinati a opera di farfalle notturne e di pipistrelli.

Il frutto legnoso e vellutato, misura circa 15-35 cm di lunghezza e 8-15 cm di larghezza, contiene una polpa acida commestibile secca e dura, detta “pain de singe” = pane delle scimmie, da cui si ricava una bevanda. Il frutto contiene numerosissimi semi di color bruno-nerastro, di forma reniforme schiacciata sui lati, immersi in una polpa biancastra con fibre rossastre.

 

Inconfondibile per la sua maestosità, il Baobab è un’importante risorsa economica e fonte di nutrimento e di medicamenti per diverse popolazioni africane; negli ultimi anni il frutto e altre parti della pianta sono oggetto di diversi studi tesi a riconoscerne le proprietà nutrizionali e biologiche, con uno sguardo al possibile utilizzo in fitocosmesi.

 

Le numerose citazioni presenti nelle farmacopee africane gli sono valse la denominazione di the chemist tree o “albero farmacista”.

Il decotto delle foglie essiccate viene usato come astringente, antisettico ed espettorante. Le foglie contengono proteine e tannini; costituiscono un’eccellente fonte di calcio, potassio, fosforo, magnesio e ferro, sono ricche di glucidi e alcune vitamine, mentre è scarso il contenuto lipidico. Contengono anche un discreto quantitativo di provitamina A (calcolata come retinolo equivalente) che varia a seconda del tipo di essiccazione effettuata.

La corteccia del tronco e le foglie contengono notevoli quantità di mucillagini. Le mucillagini delle foglie sono costituite da un complesso di macromolecole polisaccaridi, proteine e minerali, oltre ad una componente non glucidica insolitamente alte. La mucillagine della corteccia contiene principi amari, tra cui l’adamsonina, un principio attivo febbrifugo, ed è stata usata come antipiretico e commercializzata come sostituto del chinino.   

Le fibre della corteccia sono molto resistenti e vengono usate per produrre funi, cordame, redini, corde per strumenti musicali, cestini, reti, filo da pesca e fibre per tessuti.

I semi sono ricchi di proteine (31-37 g/100 g) e di vitamina B1 (1800 mg/100 g) e possono essere consumati freschi o secchi, bolliti, macinati, torrefatti come succedanei del caffè. Questi hanno un valore nutritivo simile ad alcune leguminose locali e sono raccomandati per l’alimentazione come scorta per la stagione secca, quando il raccolto è povero.

Il frutto del Baobab è noto per il suo elevato contenuto di vitamina C, che può raggiungere e superare i 300 mg/100 g di polpa (quantitativo 4 volte superiore a quello contenuto in un Kiwi e ben 6 volte superiore a quello contenuto in un’Arancia). Il frutto contiene inoltre quantità apprezzabili di altre vitamine essenziali come la vitamina B2 e la vitamina PP. Inoltre il frutto contribuisce all’apporto di alcuni minerali importanti quali calcio (fino a 300 g/100 g di polpa), potassio e fosforo. Notevole è anche il quantitativo di fibra (50% solubile/50% insolubile) che, in alcuni casi, può arrivare fino a 50g/100g di prodotto. Le fibre insolubili non vengono assimilate dall’intestino e aumentano il transito intestinale grazie alla loro capacità di aumentare la massa fecale e stimolare la peristalsi; vengono principalmente impiegate per combattere la stitichezza e indurre un senso di sazietà. I costituenti importanti sembrano essere i tannini (astringenti, inibiscono la secrezione osmotica), le mucillagini (adsorbenti, contribuiscono ad eliminare gas e tossine), la cellulosa e l’acido citrico. Inoltre la polpa del frutto, grazie all’elevato contenuto di fibre, sembra dimostrare interessanti proprietà, almeno in vitro, sulla stimolazione della crescita di colture batteriche appartenenti alla microflora intestinale. Altri studi hanno evidenziato che la frazione idrosolubile della polpa possiede effetti stimolanti sulla crescita di lattobacilli e bifidobatteri. Infatti, è noto che alcune fibre solubili hanno anche la funzione di prebiotici, ovvero di ingredienti alimentari non digeribili che, a livello dell’intestino, stimolano selettivamente la crescita e/o l’attività metabolica di un numero limitato di gruppi microbici, importanti per il mantenimento di diverse funzioni dell’organismo umano.

 

Recenti studi hanno evidenziato la spiccata attività antiossidante, sia idrosolubile che liposolubile, dell’intera pianta (in particolare polpa del frutto, fibre rosse, foglie), prevenendo e combattendo la formazione dei radicali liberi.

 

Le mucillagini si presentano come masse biancastre, amorfe, che a contatto con l’acqua (di cui sono avidissime) danno soluzioni colloidali, viscose ma non adesive; sono costituite da polisaccaridi complessi ad elevato peso molecolare; dal punto di vista chimico sono costituite da catene di glucidi (galattosio, mannosio, arabinosio, xilosio, ecc.) e di acidi poliuronici (prevalentemente acido galatturonico) i cui carbossili sono salificati da potassio, calcio e magnesio. Le loro molecole sono molto idrofile e in grado di intrappolare acqua (e altre molecole) nella propria matrice a lattice, per formare un gel.

Le mucillagini sono molto utilizzate per le proprietà emollienti, antinfiammatorie e protettive delle mucose dell’apparato gastroenterico e come emostatici e coadiuvanti nella terapia dell’ulcera peptica. Vengono impiegate anche come lassativi di massa in quanto rigonfiandosi fortemente in presenza d’acqua, favoriscono la peristalsi intestinale agendo per via meccanica; inoltre hanno funzione prebiotica perché degradabili, almeno in parte, dalla flora batterica intestinale e, facendo parte della categoria delle fibre solubili, contribuiscono alla riduzione della colesterolemia e della glicemia se assunte con il cibo. Per uso esterno sono utilizzate come protettive ed emollienti della cute (formano uno strato isolante, mantenendola idratata). Le industrie cosmetiche le utilizzano per preparazioni specifiche per pelle secca e/o sensibile.

 

Il Baobab rappresenta senza dubbio un enorme serbatoio di principi attivi naturali dalle grandi potenzialità che possono portare notevoli benefici per la salute e per il benessere, nonché per la cura del corpo e del proprio aspetto fisico.

 

 

GIULIA CALDARELLI

 

 

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