Aromaterapia: come scegliere un olio essenziale
Pubblicato il Dicembre 11, 2017 - Aromaterapia
La scelta dell’olio essenziale dipende moltissimo dagli usi che ne vogliamo fare.
L’aromaterapia può essere utilizzata in diversi modi, ma il più comune e più congeniale a tutti è l’uso dei diffusori per ambienti.
Ad oggi ci sono moltissimi modi per profumare, rinfrescare e purificare una stanza:
- Microdiffusori: un metodo innovativo e moderno per convertire, a freddo, l’acqua in vapore e diffondere l’aroma rapidamente senza alterarne la struttura chimica dell’olio essenziale. In commercio si trovano oggi diffusori che abbinano alla vaporizzazione dell’acqua anche il beneficio della cromoterapia, grazie a lampadine a led colorate, che diffondono nell’ambiente una piacevole luce. Generalmente si mettono dalle 10 alle 20 gocce di olio essenziale nel contenitore dell’acqua, in base alla sua capienza.
- Brucia essenze: l’essenza è messa su di un braciere pieno di acqua che viene riscaldato dalla fiamma di una candela. È un metodo altrettanto piacevole ma meno efficace. Si utilizzano da 3 a 10 gocce di olio essenziale nella vaschetta (tenendo sempre sotto controllo la quantità di acqua che evapora).
- Umidificatori per ambiente da appoggiare ai termosifoni: in un contenitore, solitamente di ceramica, da appendere al calorifero si aggiungono 4 gocce di olio essenziale. È un metodo molto comune, ma di poca efficacia in quanto copre solo una superficie minima della stanza.
Come districarsi e scegliere un olio essenziale di qualità?
In commercio si trova una grandissima quantità di oli essenziali.
Prima di tutto un olio essenziale non dovrebbe essere tagliato e adulterato con altre sostanze. Se si trovano sugli scaffali di un negozio oli essenziali diversi, ma tutti con lo stesso prezzo diffidate dalla tentazione, in quanto le profumazioni saranno quasi sicuramente sintetiche e non naturali.
Il nome botanico (quindi il nome latino) deve essere sempre citato, così come la parte della pianta utilizzata: esempio O.E. Arancio amaro (Citrus aurantium) scorza del frutto / O.E. di Petit grain (foglie e rametti di Arancio amaro) / O.E. di Neroli (fiori di Arancio amaro)
Il metodo di crescita, coltivazione: ci permette di sapere dove e come la pianta è stata coltivata (metodi intensivi o biologici oppure da raccolta spontanea e luogo di origine della pianta)
Il metodo di estrazione: vi sono diversi metodi a seconda anche della parte di pianta utilizzata, i più comuni sono: spremitura a freddo (soprattutto per gli agrumi) distillazione in corrente di vapore ed enfleurage.
Il numero di lotto e la data di produzione: devono sempre essere indicati.
Infine la nota olfattiva può aiutarvi nella scelta.
In base al grado di volatilità gli oli essenziali si dividono in:
Oli o note di base: poco volatili ricavati dalla corteccia o dalla radice della pianta, sono molto persistenti e hanno un effetto calmante e armonizzante. La loro essenza può persistere anche per 24 ore.
Esempi: Sandalo, Patchouli, Incenso, Cannella
Oli o note di cuore: mediamente volatili ricavati dalle parti aeree della pianta (foglie e fiori), sono molto intensi, armonizzanti e sensuali. Persistono dalle 2 alle 4 ore.
Esempi: Gelsomino, Iris, Lavanda, Camomilla
Oli o note di testa: molto volatili, sono molto attivi rinfrescanti, dinamici e stimolanti. Sono le prime fragranze ad essere percepite dal nostro olfatto in un mix di essenze. Si attenuano in media dopo circa 15 minuti.
Esempi: Mandarino, Limone, Bergamotto
Alcune informazioni importanti per l’utilizzo degli oli essenziali
– non vanno mai ingeriti
– a parte alcune particolari eccezioni, non vanno mai applicati puri sulla pelle e sulle mucose, ma sempre attraverso creme od oli veicolanti
– conservare gli oli lontano dalla portata dei bambini
– non eccedere nel dosaggio
– non sostituiscono i farmaci
Non rimane a questo punto che augurarvi: buona ricerca!
FRANCESCA SCALMANA
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