Aloe vera: proprietà e benefici
Pubblicato il Luglio 3, 2017 - Benessere

Il genere Aloe appartiene alla famiglia delle Aloeaceae (secondo la classificazione APG III alla famiglia delle Xanthorrhoeaceae, sottofamiglia Asphodelaceae), anche se un’ulteriore suddivisione è possibile considerando la ramificazione del tronco rispetto all’inserimento della foglia: acaulis sono le specie che non posseggono tronco (Aloe vera, Aloe saponaria, Aloe aristata), subacaulis sono le specie che presentano un tronco visibile (Aloe succotrina, Aloe chinensis) e infine cauleas le specie in cui il tronco è visibile e ramificato (Aloe ferox, Aloe arborescens, Aloe bainesii).
L’Aloe è una pianta “grassa”, ossia una succulenta, che ha la caratteristica di accumulare acqua durante la stagione umida e quindi di possedere foglie rigonfie, che possono arrivare a misurare anche 2-3 cm di spessore, per assottigliarsi invece durante la stagione secca.
L’Aloe vera ha un fusto alto fino ad 1 m, semplice o poco ramificato, e alla sommità una rosetta di foglie triangolari, lunghe fino a 50 cm, larghe alla base circa 10 cm, che si assottigliano sempre di più all’apice; con denti duri e appuntiti come spine. La loro superficie inferiore appare convessa, quella superiore piana o concava. Le foglie delle piante giovani presentano sulla superficie piccole macchie più chiare.
L’infiorescenza è costituita da un racemo ascellare lungo, compatto ed eretto. Le brattee sono piccole, lanceolate e i peduncoli brevi. I fiori sono pendenti, hanno perigonio cilindrico, lungo circa 3 cm e largo circa mezzo centimetro, obliquo alla sommità, di colore giallo. I tepali sono saldati nella parte inferiore e liberi in alto. Gli stami sono 6 e l’ovario è supero.
Il frutto è costituito da una capsula loculicida con numerosi semi scuri, appiattiti e alati.
La specie è originaria dell’Africa ed è stata diffusa nelle Americhe grazie alle spedizioni di Cristoforo Colombo e altri navigatori ed esploratori. Ha trovato il suo habitat ideale nel Mar dei Caraibi da cui deriva in nome Aloe barbadensis (sinonimo della specie vera), cioè delle Barbados.
La pianta è perenne, predilige i climi caldi e secchi, in ambiente xerofitico, cioè con scarsa dotazione di acqua per lunghi periodi, perché possiede la capacità di chiudere gli stomi fogliari per evitare dispersioni di acqua.
La droga dell’Aloe è la foglia, che contiene diverse sostanze localizzate in diverse parti di essa. Se tagliassimo la foglia e ne osservassimo una sezione trasversale, riusciremmo ad identificarne diverse parti: esternamente il rivestimento è piuttosto duro e adatto a proteggere la stessa dalle avversioni esterne; si chiama epidermide e costituisce il 25-35% del peso dell’intera foglia. Sotto all’epidermide è presente un parenchima clorofiliano ed amilifero, per la fotosintesi e l’accumolo di proteine. La parte centrale è formata da cellule poliedriche a mucillagine, con strutture tondeggianti interne (vacuoli), contenenti una sostanza gelatinosa che funge da nutrimento per la pianta. Tra le cellule a mucillagine e il clorenchima sono presenti fasci conduttori contenenti antrachinoni.
La droga dell’Aloe è costituita quindi dalla foglia, che possiede due prodotti ben distinti: il latex contenuto nello strato più esterno e il gel fogliare contenuto nel parenchima interno.
Il latex antrachinonico è un liquido giallastro dal sapore molto amaro, contenente una sostanza chiamata barbaloina, e si ricava tagliando la foglia durante la stagione secca. Le foglie tagliate vengono disposte verticalmente a sgrondare il succo, che tradizionalmente viene fatto concentrare per ebollizione e poi fatto solidificare. La barbaloina essendo un eteroside antracenico ha attività lassativa: essa è in grado di far aumentare l’idratazione della massa fecale e di stimolare le contrazioni propulsive peristaltiche della parete intestinale. La componente amara del latex ha anche proprietà coleretiche e colagoghe, con effetto digestivo.
Incidendo profondamente la droga di ottiene il famoso gel, che appare come un liquido trasparente mucillaginoso. Un idrocolloide, inodore e insipido, questo perché è ricco di polisaccaridi ad alto peso molecolare; e per la precisione acemannani, glucomannani e galattani; ma anche monosaccaridi (mannosio e glucosio), amminoacidi, enzimi, vitamine, fitosteroli, glicoproteine, acidi organici e minerali.
Da centinaia di anni la polpa fresca di Aloe vera, comunemente chiamata “succo d’Aloe” e che è in realtà il gel fogliare, è utilizzata sia per uso esterno che per uso interno per differenti problematiche.
Per quanto riguarda l’uso esterno il gel d’Aloe è notoriamente utilizzato per il trattamento di problematiche a livello cutaneo di vario genere: problemi di arrossamento, eritemi, lenitivo post-punture di insetti, lenitivo dopo-barba, ristrutturante capelli, gel capelli, cicatrizzante; lo si utilizza anche come componente nei dentifrici per i problemi buccali e gengivali… insomma per un’infinità di applicazioni.
Per l’uso interno ha azione detossificante, depurativa, protettiva delle mucose ed è di aiuto nei problemi legati al tratto gastro-intestinale.
L’Aloe si può considerare una pianta Universale, perché è conosciuta e utilizzata nella tradizione popolare in molti Paesi nel Mondo; pianta riconosciuta oggi anche dal mondo Scientifico, che dedicandogli moltissime ricerche, ne ha confermato le straordinarie proprietà.
ANJA LATINI
Erborista iscritta al RNEP n. GLT0018S
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