AGRUMI E MORBO DI ALZHEIMER: NUOVE SCOPERTE
alimentazioneantiossidantecucina con le erbeflavonoidifruttiricerca scientificasistema nervoso
Gli agrumi (genere Citrus, famiglia delle Rutaceae) sono dei frutti molto succosi, spesso dal sapore aspro, la cui raccolta avviene da ottobre ad aprile. Generalmente vengono consumati freschi o spremuti per ottenere succhi (sia casalinghi che a livello industriale), ma sono anche utilizzati per la produzione di oli essenziali.
Numerose ricerche ne hanno scoperto le proprietà tra cui quella antiossidante, antimicrobica, antinfiammatoria e antitumorale; dovute alla presenza di polifenoli, vitamine, minerali, fibre, oli essenziali e carotenoidi.
Le sperimentazioni più recenti hanno focalizzato l’attenzione sul principale prodotto di scarto di questi frutti, la buccia, che negli agrumi è composta da uno strato esterno colorato (flavedo) e uno interno bianco (albedo).
Al suo interno, oltre a fibre e olio essenziale, vi sono dei componenti con proprietà antiossidante tra cui, in abbondanza, un particolare gruppo di Flavonoidi chiamati Polimetossiflavoni.
I Polimetossiflavoni sono presenti esclusivamente nelle piante del genere Citrus e possiedono proprietà antiossidante, antitumorale, antinfiammatoria, ma soprattutto neuroprotettiva.
Questa classe di composti agisce su alcuni enzimi che, non lavorando più in modo corretto, causano la comparsa del Morbo di Alzheimer; una malattia del sistema nervoso centrale che comporta una progressiva morte di neuroni, con conseguente perdita di memoria, difficoltà nel parlare e nel muoversi.
Secondo alcuni esperimenti, i Polimetossiflavoni riuscirebbero ad evitare la formazione di placche senili (formazioni extracellulari composte da residui di proteina amiloide e detriti neuronali) e grovigli neurofibrillari (fasci di filamenti che si formano intorno al nucleo del neurone); e lo farebbero inibendo due enzimi specifici:
- l’enzima BACE-1 (incaricato di tagliare la proteina precursore della beta-amiloide che si occupa di riparare i neuroni) che, quando diventa iperattivo, causa la formazione di un groviglio di parti tagliate che blocca la trasmissione dell’impulso nervoso;
- l’enzima Acetilcolinesterasi (incaricato di demolire il neurotrasmettitore Acetilcolina dopo che ha trasmesso il segnale dalle cellule nervose alle cellule muscolari) che, quando non agisce più nei tempi corretti, abbassa i valori di Acetilcolina.
L’inibizione dell’Acetilcolinesterasi è data anche dagli oli essenziali di agrumi, in particolare quelli estratti dalla buccia e dalle foglie di Limone (Citrus limon) e Arancio dolce (Citrus sinensis); grazie alla presenza di cumarine e monoterpeni, che hanno mostrato anche di aumentare la capacità di memoria.
Gli agrumi hanno un prezzo accessibile e si trovano facilmente in tutti i mercati perciò, in attesa che la ricerca ci dia ulteriori conferme e che si scopra un metodo efficiente per estrarre dalla buccia degli agrumi i preziosi Polimetossiflavoni, cerchiamo di consumare quotidianamente questi frutti, preferendo quelli freschi, al succo; magari senza eliminare completamente la parte bianca che ricopre la polpa.
E la buccia esterna? È difficile da mangiare a causa del sapore eccessivamente amaro, ma possiamo cercare di consumarla secca e ridotta in polvere o grattugiata fresca, aggiunta alle pietanze… l’importante è che sia di agricoltura biologica!
FEDERICA AIELLO
Altri articoli che potrebbero interessarti:
Succo ed olio essenziale di Limone: usi e proprietà
Arancio: un confronto dolce-amaro
Cannabis come farmaco: nuovi orizzonti
Le piante per aumentare la concentrazione e la memoria