Dicembre 21, 2017

AGRUMI E MORBO DI ALZHEIMER: NUOVE SCOPERTE

 

Gli agrumi (genere Citrus, famiglia delle Rutaceae) sono dei frutti molto succosi, spesso dal sapore aspro, la cui raccolta avviene da ottobre ad aprile. Generalmente vengono consumati freschi o spremuti per ottenere succhi (sia casalinghi che a livello industriale), ma sono anche utilizzati per la produzione di oli essenziali.

 

Numerose ricerche ne hanno scoperto le proprietà tra cui quella antiossidante, antimicrobica, antinfiammatoria e antitumorale; dovute alla presenza di polifenoli, vitamine, minerali, fibre, oli essenziali e carotenoidi.
Le sperimentazioni più recenti hanno focalizzato l’attenzione sul principale prodotto di scarto di questi frutti, la buccia, che negli agrumi è composta da uno strato esterno colorato (flavedo) e uno interno bianco (albedo).
Al suo interno, oltre a fibre e olio essenziale, vi sono dei componenti con proprietà antiossidante tra cui, in abbondanza, un particolare gruppo di Flavonoidi chiamati Polimetossiflavoni.

 

I Polimetossiflavoni sono presenti esclusivamente nelle piante del genere Citrus e possiedono proprietà antiossidante, antitumorale, antinfiammatoria, ma soprattutto neuroprotettiva.
Questa classe di composti agisce su alcuni enzimi che, non lavorando più in modo corretto, causano la comparsa del Morbo di Alzheimer; una malattia del sistema nervoso centrale che comporta una progressiva morte di neuroni, con conseguente perdita di memoria, difficoltà nel parlare e nel muoversi.

 

Secondo alcuni esperimenti, i Polimetossiflavoni riuscirebbero ad evitare la formazione di placche senili (formazioni extracellulari composte da residui di proteina amiloide e detriti neuronali) e grovigli neurofibrillari (fasci di filamenti che si formano intorno al nucleo del neurone); e lo farebbero inibendo due enzimi specifici:

  •  l’enzima BACE-1 (incaricato di tagliare la proteina precursore della beta-amiloide che si occupa di riparare i neuroni) che, quando diventa iperattivo, causa la formazione di un groviglio di parti tagliate che blocca la trasmissione dell’impulso nervoso;
  • l’enzima Acetilcolinesterasi (incaricato di demolire il neurotrasmettitore Acetilcolina dopo che ha trasmesso il segnale dalle cellule nervose alle cellule muscolari) che, quando non agisce più nei tempi corretti, abbassa i valori di Acetilcolina.

L’inibizione dell’Acetilcolinesterasi è data anche dagli oli essenziali di agrumi, in particolare quelli estratti dalla buccia e dalle foglie di Limone (Citrus limon) e Arancio dolce (Citrus sinensis); grazie alla presenza di cumarine e monoterpeni, che hanno mostrato anche di aumentare la capacità di memoria.

 

Gli agrumi hanno un prezzo accessibile e si trovano facilmente in tutti i mercati perciò, in attesa che la ricerca ci dia ulteriori conferme e che si scopra un metodo efficiente per estrarre dalla buccia degli agrumi i preziosi Polimetossiflavoni, cerchiamo di consumare quotidianamente questi frutti, preferendo quelli freschi, al succo; magari senza eliminare completamente la parte bianca che ricopre la polpa.

E la buccia esterna? È difficile da mangiare a causa del sapore eccessivamente amaro, ma possiamo cercare di consumarla secca e ridotta in polvere o grattugiata fresca, aggiunta alle pietanze… l’importante è che sia di agricoltura biologica!

 

FEDERICA AIELLO

 

 

Altri articoli che potrebbero interessarti:

Succo ed olio essenziale di Limone: usi e proprietà

Arancio: un confronto dolce-amaro

Cannabis come farmaco: nuovi orizzonti 

Curcuma: l’oro delle spezie

Le piante per aumentare la concentrazione e la memoria